A Vicenza la mostra di Simone Ricciardiello

A Vicenza la mostra di Simone Ricciardiello

Lo Spazio d’arte nell’omonima libreria Galla in piazza Castello nel cuore del centro storico a Vicenza, tradizionalmente dedito a rassegne per la maggior parte di pittura, presenta sempre godibili sorprese. E’ di casa anche la fotografia d’autore vantando nomi illustri come Inge Feltrinelli che questo luogo ha onorato con reiterate presenze.

Ora la gamma delle opzioni della Galleria aumenta per così dire il suo spessore perché adesso e fino al 5 ottobre sta ospitando per la prima volta delle mini installazioni. Una ventina di creazioni di contenute dimensioni (scelte tra le molteplici altre di quella raccolta per le esigenze dettate dai limiti dell’area perimetrale fruibile) ma notevoli per l’impatto visivo, la profondità dei significati e l’eterogeneità delle connessioni. La mostra reca la firma di Simone Ricciardiello, nato a Napoli e vicentino d’adozione. Un artista poliedrico e sapiente, cultore di più muse, demiurgo di sorprendente sinergia inventiva.

La mostra si titola “Simone Ricciardiello. Poetica dell’oggetto ed è stata presentata da Lorena Gava. Introdotti dal testo critico “La Ri-Produzione dell’immagine vergato Alessandro Balzaretti, questi quadri-scultura assemblano piccoli manufatti e studiate commistioni legate al concetto di tempo. Teatrini dove onnipresente è l’evocazione di una memoria che congiunge presente e passato mettendo in allerta per i pericoli del nostro incerto futuro o esplicitamente denunciando la terribilità della guerra che irrompe nella nostra vita attuale.

Emerge poi anche, meno frequente, un aspetto giocoso nel mettere insieme cose diverse tra loro. Oggetti di epoche anche lontanissime che sottende il divertimento di accostamenti inusitati, dove il visitatore viene attirato in un gioco di rimandi imprevedibili ma coinvolgenti. Messe in scena di idee con scelti objet trouvé che diventano attori dalla presenza incisiva e dai silenzi eloquenti.

Una schiera di ‘minimalia’ che recitano la loro parte dentro minuscoli scenari di gusto barocco. Sono le chiavi di lettura che l’artista ha scelto per interpretare la storia, il mondo, l’oggi, per contemplarlo e raccontarlo attraverso la sua arte. Una piccola-grande avventura creativa dove non mancano le esternazioni di condanna alle atrocità che si commettono nel mondo attuale.

Colpisce “War Games” eseguito nel 2022 (tempere, vernici, smalto, spighe secche, legno rame ottone e giocattoli in miniatura su due tele collegate cm 112x40x10).

War Games, opera di Simone Ricciardiello. Mostra a Vicenza fino al 5 ottobre 2024


L’opera” spiega l’artista “è la metafora della guerra. In guerra nessuno vince; la distruzione accomuna i contendenti e Le vittime più innocenti sono i bambini. Quegli stessi bambini che ogni uomo nel corso della vita tenta con ogni mezzo di proteggere e far crescere in un mondo migliore.
‘War games’ sposta questa metafora sul conflitto che sta tormentando l’Occidente e che minaccia l’olocausto mondiale.

Il tutto è raccontato per simboli concettuali che rimandano ai luoghi e ai personaggi di questa assurda guerra. Le due tele di supporto ricordano i colori della bandiera ucraina. Ognuna ha in sé l’origine e la fine come il blu del cielo con gli ordigni che minacciano il giallo dei campi di grano sui quali aleggia la morte e la distruzione totale. In alto un volto rappresenta la tradizione del paese e ricorda la statua della libertà in Piazza dell’Indipendenza a Kiev con i segni del martirio, mentre il centro reca i simboli della distruzione. Tutto è rappresentato però dagli oggetti del gioco quotidiano di quei bambini che muoiono o rischiano la vita per una folle vicenda scatenata dai grandi, che gioco non è.

Giochi negati, opera di Simone Ricciardelli. Mostra a Vicenza fino al 5 ottobre 2024
Giochi negati, Simone Ricciardiello
Il violino di cicci, opera di Simone Ricciardiello
Il violino di cicci, Simone Ricciardiello


Articolo di Marica Rossi