“Da naso a Naso. Da Cyrano de Bergerac a Pinocchio”, la conferenza-racconto con Pietrangelo Buttafuoco

“Da naso a Naso. Da Cyrano de Bergerac a Pinocchio”, la conferenza-racconto con Pietrangelo Buttafuoco

Da naso a Naso. Da Cyrano dei Bergerac a Pinocchio” è la conferenza-racconto con Pietrangelo Buttafuoco autore, attore e protagonista in cartellone per una delle ultime sere del carnevale di Venezia. Un evento in laguna al Teatro Goldoni che si è rivelato straordinario. Unico non solo perché nell’unica sola data di fine febbraio. Non solo perché non è cosa di tutti i giorni assistere ad un monologo di un presidente di Biennale in carica. Ma perché testo magnificamente costruito, innovativo nelle sue investigazioni critiche e rivisitazioni letterarie. Una pièce recitata senza enfasi ma con piglio sicuro però ironico, e una verve empatica e comunicativa.

L’affascinante monologo ha intrecciato le storie di Pinocchio e di Cyrano de Bergerac esplorando temi quali bugia e identità in un assemblaggio che ha raccolto attorno a loro il nettare di quanto è stato tramandato dalla cultura teatrale, filmica e televisiva. Resta però il fatto che il nucleo centrale delle due vicende non lo si è mai perso di vista.

Si è partiti dal naso e dai due grandi classici della letteratura di Carlo Collodi e Edmond Rostand per essere condotti in un percorso dove un Pinocchio tirato per il naso e un Gyrano tiranneggiato dal naso, sono accomunati dall’eterna involuzione ed evoluzione dell’essere o divenire uomini, e dalla data di pubblicazione dei libri entrambi scritti alla fine dell’800.

Il testo di Collodi uscito a Firenze nel 1883 rivela così dettagli sociali e culturali dell’Italia dell’epoca, aggiungendo profondità alla trama intrinseca della fiaba. In Francia, invece, il nasuto eroe nato alla fine del 1897, vive tra eroismo individuale e vocazione al sacrificio le imprese d’un poeta soldato innamorato e idealista, messo di continuo alla prova della vita.

C’è però una differenza sostanziale: quella di Pinocchio è una identità che matura col procedere della storia. Il burattino scavezzacollo e disobbediente dell’esordio diventa nel finale un ragazzo in carne ed ossa, assennato e rispettoso. Invece quella di Cyrano è una identità che rimane nascosta e che diventerà palese solo al momento della morte.


Altra sostanziale distinzione è che la bugia va distinta dalla menzogna.” La menzognaafferma Buttafuocoè un’astuzia raffinatissima su cui il demonio ha fatto letteratura. La bugia è invece l’esercizio attraverso il quale la fatica della realtà va a poco a poco guadagnando i punti per conquistare la verità”.

Spadaccino della parola e attore padrone della scena, Buttafuoco ha ricevuto applausi più che convinti e calorosi. Nessuno si è stupito della sua bravura. Vedere sulla scena il Presidente della Biennale è stata una conferma del suo essere uom dal multiforme ingegno. Intellettuale poliedrico, giornalista e scrittore caustico, annovera nel suo curriculum più dirigenze tra cui la presidenza del Teatro Stabile di Catania e del Teatro Stabile di Abruzzo mentre in qualità di attore ha brillato con la recente sua interpretazione al Teatro Toniolo di Mestre al fianco di Giancarlo Marinelli, direttore di Arteven Circuito Teatrale Regionale.

Ed è stato per un omaggio all’Opera dei Pupi, uno dei pilastri culturali della terra dove Buttafuoco è nato, la Sicilia, culla di una classicità e di una ritualità teatrale che, in occidente, è davvero inarrivabile.
Ma tornando allo spettacolo di sere fa, qual è il pensiero che sta dietro ad un così ben costruito copione? A rivelarlo è lo stesso autore: “Quanti pupazzi di carne hanno dato il meglio di sé per farsi legno. E quante maschere di cartone hanno dato tutto per farsi poesia…Ma farsi naso è sempre più difficile. Il lungo proposito di frottole di Pinocchio -noto burattino tutto naso- e la deforme presenza sul volto di Cyrano di Bergerac, spadaccino, vanno a conclamare una ben precisa metafisica, quella della bugia che dal reale conduce alla verità. Da naso a naso dunque”.

Articolo di Marica Rossi