Fino a domenica 27 di questo mese si fa ancora a tempo a visitare la mostra nella palladiana Villa Thiene che il Comune di Quinto Vicentino dedica a Bruno Meneguzzo (Caldogno 1927-Vicenza 2016), pittore di vaglia rimasto però finora nell’ombra per essersi sempre negato all’attenzione dei contemporanei e alle leggi del mercato.
A farne conoscere la figura e l’importante produzione ci hanno pensato i figli dell’artista Mauro e Michele dopo la morte del padre. Si tratta di un’impresa ben riuscita se si pensa che grazie alle loro minuziose e appassionate ricerche nell’arco di un intero biennio si sono portate alla luce opere tenute a lungo celate ed encomi di cui s’ignorava l’esistenza, come l’essere apparso nella selezione del glorioso Premio Marzotto (1956).
Fra tanto materiale emerso nel corso della realizzazione del progetto per la mostra (che è la prima personale in assoluto), brillano i numerosi ritratti, le ben definite nature morte e i tersi paesaggi: prima contemplati col suo sguardo di poeta e poi resi pittura. Una figuratività di tradizione ma mai scontata, i cui esiti dipendono altre che dal talento naturale, dalla formazione accademica (Le Belle Arti di Venezia) e dal culto dei classici di cui si è nutrito fin dai tempi del liceo.
Dopo l’impegnativo reperimento del cospicuo materiale, se ne sono scelte le opere più rappresentative tra gli oli (su tela e cartone), disegni (che sono raffinatissimi), incisioni (di molto pregio), e pergamene, chine, carboncini di rara perizia. Completano il percorso passi dell’epistolario (che dà testimonianza dei contatti con Padre Maria Turoldo), documenti e fotografie.
E’ il racconto d’una esistenza irta di ostacoli come la vocazione per una vita nell’Ordine dei Serviti abbracciata con convinzione ma interrotta per motivi di salute; il trauma patito nell’ultimo conflitto mondiale col drammatico episodio d’una condanna alla fucilazione sospesa all’ultimo dopo essere stato al muro per ore con altri confratelli; la desolante prospettiva d’un futuro ricco solo d’incognite all’uscita dalla confraternita.
Ecco però poi la rinascita con il conforto della bella famiglia creata sapendo trarre da quelle esperienze tutto il bene possibile. Un finale che ricorda Matthieu Ricard quando in -Abbecedario della Saggezza- afferma: ”Non è la sofferenza a renderci migliori, ma ciò che noi traiamo da essa”.
Dei numerosi esiti della pittura di Meneguzzo piace sottolineare la peculiarità della linea di demarcazione nei volti tra luce e ombra. Un “ab umbra lumen” (e viceversa) molto intrigante, che parallelamente rimanda alla parte visibile dell’artista, separata da quella segreta che ora a noi è stato dato, almeno in parte di scoprire.
Hanno patrocinato “Un’intima Armonia” Regione Veneto, Provincia di Vicenza, Città di Vicenza, Comune di Quinto Vicentino, Santuario di Monte Berico, Comunità dei Servi di Maria.
Al catalogo impreziosito dalla grafica di Giovanni Modolo, ha contribuito la BCC Veneta e la ditta Gemmo Spa di Vicenza.
Orari della Mostra:
Fino al 27 ottobre: venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 19.
Articolo di Marica Rossi