C’è un palazzo in provincia di Venezia, lungo la ben nota Riviera del Brenta che ha una storia tanto lunga quanto interessante: è la villa Foscarini Rossi, che possiamo ammirare a Strà.
La villa fu probabilmente costruita all’inizio del ‘600 da Vincenzo Scamozzi, seguendo i disegni di Andrea Palladio e venne rimaneggiata nel periodo neoclassico da Giuseppe Jappelli. I primi proprietari furono i Foscarini, seguirono i Negrelli e dal 1988 la famiglia Rossi. Il genio di Jacopo Foscarini volle una ristrutturazione e trasformazione dell’edificio per potervi trascorrere la vecchiaia, lui che era reduce dalla battaglia di Corfù del 1572.
Attivo fino dalla giovinezza nella politica della Repubblica di Venezia, fu prima ambasciatore in Francia ed Inghilterra. Nonostante incaricato dal Senato a rivestire varie cariche nella politica interna (1554), dovette impegnarsi nell’esercito contro gli Ottomani combattendo anche nella battaglia di Lepanto. Succeduto a Sebastiano Venier, si trovò alla guida di 108 imbarcazioni militari, che fece riunire a Corfù con la squadra pontificia guidata da Marcantonio Colonna e con quella spagnola comandata da Gil d’Andrada per poi procedere verso la flotta turca. Tuttavia, a causa di conflitti interni la spedizione non ebbe la fortuna sperata e fu stretta una pace coi nemici. Dopo questa parentesi militare, torna ad impegnarsi nella politica della sua nazione: venne eletto più volte riformatore allo Studio (1573, 1575, 1588) e procuratore di varie opere edilizie (Palazzo Ducale, Fortezza di Palmanova, Ponte di Rialto). Nel frattempo non abbandona l’attività diplomatica: è ambasciatore a Roma (1585, 1590-1591). Divenuto procuratore di San Marco (1580) e Generale da Mar (1596), venne proposto per il dogato, ma non venne mai eletto.
A metà del XVI secolo, lavorarono alla villa artisti quali Domenico De Bruni e Pietro Liberi, che dipinsero la foresteria per celebrare le nozze del 1651 di Giambattista Foscarini e Chiara Soranzo.
Il complesso oggi presenta un muro di cinta che delimita la proprietà costituita dalla dimora, una foresteria, una scuderia e un piccolo parco con alberi ad alto fusto lungo il perimetro, aree a prato all’interno, un laghetto a nord-ovest e giardini con aiuole in prossimità dei due edifici principali. Due ingressi portano direttamente alla foresteria, mentre la casa possiede un accesso laterale attraverso il portico ricavato nella sua estremità destra.
La dimora padronale è costituita da un blocco in tre piani con fronte principale tripartito. Nella parte centrale, su di un basamento alto quanto il piano terra, si sviluppa il pronao aggettante composto da otto colonne ioniche reggenti il frontone con l’ariosa loggia del piano nobile. Le parti laterali presentano le tre classiche serie di aperture. Alle estremità dell’edificio, la cappella e l’ingresso attuale, entrambi con un ampio terrazzo sulla copertura in corrispondenza del piano nobile e, sulla parte sommitale, quattro vistosi pinnacoli.
Gli interni sono di tipo tradizionale: saloni centrali e vani secondari ai lati. Tracce di affreschi si rinvengono sul vano scala; pregevoli le tempere della stanza Gotica ed Egiziana.
Il Museo della Calzatura che vi è ospitato nasce dall’iniziativa del comm. Luigino Rossi, presidente del Calzaturificio, di esporre i pezzi più rappresentativi creati dall’azienda nel corso della sua attività. La struttura è stata inaugurata il 24 giugno 1995, anniversario dei cinquant’anni di attività dell’azienda. L’edificio principale oggi ospita il Museo della Calzatura, mentre la Foresteria è utilizzata per eventi culturali e incontri.
Rossimoda produce calzature femminili di lusso, grazie all’acquisizione di licenze di marchi di alta moda al massimo livello di qualità e importanza internazionale. La collezione di calzature è costituita da circa 1500 modelli femminili di lusso griffate, prodotte dall’azienda dal 1947 fino ad oggi. I pezzi prima dell’esposizione fanno parte del materiale conservato nei magazzini della Rossimoda. Ad ogni stagione la raccolta viene arricchita con gli elementi più rappresentativi delle nuove collezioni. Il Museo ospita, inoltre, una piccola preziosissima raccolta di calzature veneziane del ‘700 e dell’800.
Nel Museo si svolgono laboratori didattici: agli insegnanti di scuole di ogni ordine e grado si propone di arricchire il percorso didattico svolto in classe con modalità diverse e coinvolgenti: attraverso il gioco e l’esperienza pratica si stimola la curiosità dei ragazzi, suggerendo un modo nuovo di guardare alla storia, al nostro territorio e a quello che è stato chiamato “distretto” della calzatura. I laboratori didattici, gestiti dagli operatori del Museo, sono differenziati per grado scolastico e possono essere personalizzati in base alle specifiche esigenze di insegnanti e studenti.
I Percorsi didattici e laboratori hanno questi temi: la scarpa, le maschere veneziane, le favole, a spasso con il fantasma, le delizie del Brenta, giardini di carta, riciclando la pelle, la formella in legno, piccoli scultori in villa.
Il Museo della Calzatura è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00 (ultima entrata alle 17:00); il sabato e domenica solo su prenotazione e per gruppi.