FAI? sì, in sicurezza

FAI? sì, in sicurezza

Anche quest’anno il Veneto è protagonista. Le giornate FAI (Fondo Ambiente Italiano) prevedono per questo week end (28 e 29 giugno) la promozione dei siti Fai. Nella nostra regione sono tanti, sono bellissimi, sono ogni anno visitati da migliaia di persone interessate all’ arte, alla natura, al patrimonio culturale del nostro Paese. Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Si tratta di almeno 200 aperture di luoghi straordinari.

Si spazia dai palazzi alle ville, dai parchi ai giardini, dagli alberi secolari e monumentali ai sentieri collinari. Tutto anche per i visitatori più esigenti. Questa edizione però prevede una particolare attenzione: dopo mesi di lockdown e con cluster di Covid-19 che ancora ci minacciano, è stato necessario per il Fondo Ambiente Italiano promuovere preferibilmente gli spazi all’ aperto e, naturalmente, in sicurezza.

Il FAI nacque per una idea della figlia del grande filosofo Benedetto Croce. Elena Croce con l’amica Giulia Maria Mozzoni Crespi si impegnò per creare in Italia una fondazione sulla falsariga del National Trust britannico. Il 28 aprile 1975 fu firmato l’atto costitutivo del FAI. Seguì poi  lo statuto. Una dichiarazione d’intenti di persone decise a fare qualcosa di concreto per il nostro Paese. Poi fu il turno delle donazioni, fondamentali per una istituzione come il FAI. Si cominciò con la splendida Cala Junco donata da Pietro di Blasi, a Panarea, nelle Eolie, una caletta dalle acque cristalline. Seguirono il Monastero di Torba, comprato e donato dalla stessa presidente Crespi, l’Abbazia di San Fruttuoso a Camogli, fino alle ultime significative acquisizioni dei Giganti della Sila a Spezzano della Sila, del Podere Case Lovara a Punta Mesco, delle Saline Conti Vecchi a Cagliari.

Nel 2010, dopo 35 anni dedicati alla guida del FAI con grande dedizione ed energia, Giulia Maria Crespi lasciava la carica di Presidente a Ilaria Borletti Buitoni, assumendone quella di Presidente Onorario.

Nel 2013 subentrava alla presidenza il Professor Andrea Carandini, archeologo italiano, già Presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali dal 2009 al 2012. Nel 2016 il Fondo Ambiente contava raggiunse i 150.000 iscritti.

Da tre anni circa (2017) il FAI ha inglobato il primo bene produttivo: le Saline Conti Vecchi, storiche saline alle porte di Cagliari ancora attive, che sono state aperte al pubblico e valorizzate grazie a un progetto sperimentale studiato insieme a Eni.

     Cosa si propone a Venezia?

L’immancabile passeggiata in Piazza San Marco, uno dei luoghi più visitati della città. Una visita itinerante tra le procuratie, il campanile e la Basilica di San Marco, attraversando l’area marciana per scoprire i tanti riferimenti storico e artistici che popolano questo luogo. Inoltre, il negozio Olivetti in Piazza San Marco, che nel 1957 Adriano Olivetti volle come sede di rappresentanza per trasmettere i valori culturali dell’azienda. L’ambiente è chiuso e circoscritto, ma con prenotazione e mascherina vi si può accedere e godere dei molti e perfetti esemplari di macchine da scrivere che hanno fatto la storia dell’azienda di Ivrea. Mirabili anche gli interni in legno, la scala e gli elementi decorativi disegnati dall’architetto veneziano Carlo Scarpa.

E poi c’è la novità di Casa Bortoli, un museo, ma del tutto particolare. Una proposta nuova che il FAI aggiunge all’offerta culturale di Venezia.  Donata nel 2017 alla Fondazione FAI dagli eredi di Sergio e Carla Bortoli (che l’avevano acquistata nel 1989), Casa Bortoli è una tipica residenza borghese in un palazzo quattrocentesco, Ca’ Contarini, affacciato sul Canal Grande. Situato al civico San Marco 2307, l’appartamento si sviluppa ai lati del tipico portego veneziano. Il palazzo può contare sulla meravigliosa veduta sulla Salute, attraverso una grande quadrifora gotica dotata di balcone. Le sue stanze richiamano il caratteristico gusto del Settecento veneziano e sono ancora piene di memorie private e oggetti d’arte: dalle collezioni di argenti ai dipinti, dagli arredi ai tessili, fino ai tappeti, agli affreschi e alle sculture.

Tra i molti altri luoghi ne scegliamo due che ci sono più vicini per ubicazione e memoria: Luvigliano di Torreglia, in provincia di Padova, che racchiude il tesoro di Villa dei Vescovi. La chiave per visitare la villa è nel gioco di specchi tra verde esterno, reale e verde dipinto, virtuale all’interno. Il paesaggio reale dei Colli Euganei pare continuare nelle pareti affrescate dal pittore Lambert Sustris. La tecnica del trompe-l’oeil trova qui una delle sue più nobili espressioni. Per il diletto dei Vescovi di Padova questa era una villa d’ozio (o meglio “otium” alla latina), fatta per il riposo e per lo studio, favoriti entrambi dall’immersione nella natura.

Forse meno nota e prestigiosa ma meritevole di una visita il Parco Palude di Onara di Tombolo (PD): un raro biotopo con ambienti microclimatici freddi generati dalle polle di risorgiva, rifugio di un particolare tipo di flora relitta dai cicli glaciali. Si trova a pochi chilometri dalla città, poco lontano dalla splendida cinta muraria di Cittadella.

Ecco alcuni dei tanti siti Fai aperti in Veneto in questo we: Longarone (BL) con la tenuta di Faè, la Corte Grimani-Ricciuti a Pettorazza Grimani (Rovigo), il Giardino Parolini a Bassano del Grappa (Vicenza), la Villa Valmarana ai Nani (Vicenza) e molti altri.

Allora… buona visita.