HAMMERSHØI e i pittori del silenzio e dei ‘paesaggi dell’anima’

HAMMERSHØI e i pittori del silenzio e dei ‘paesaggi dell’anima’

Venerdì 21 febbraio 2025 apre a Palazzo Roverella la prima mostra italiana dedicata al maestro danese

Dal 21 febbraio al 29 giugno 2025 a Rovigo a Palazzo Roverella si potrà visitare la prima mostra italiana dedicata a Vilhelm Hammershøi (Copenaghen, 1864-1916), il più grande pittore danese della propria epoca, uno dei geni dell’arte europea tra fine Ottocento e inizio Novecento.

A oggi, mancava ancora una retrospettiva italiana, che ponesse nel giusto risalto la figura di Hammershøi, protagonista appartato ma fondamentale dell’arte di fine Ottocento e del primo quindicennio del ventesimo secolo.

Del grande artista danese giungerà a Rovigo un nucleo fondamentale di opere, selezionate da Paolo Bolpagni nella rarefatta produzione dell’artista. Allievo prima di Niels Christian Kierkegaard e Holger Grønvold, poi di Frederik Vermehren alla Kongelige Danske Kunstakademi, e infine di Peder Severin Krøyer, debuttò nel 1885.

La mostra di Palazzo Roverella offre l’occasione di far conoscere più da vicino le opere di un pittore straordinario, riconoscibile per l’intimismo minimalista dei suoi interni e per l’atmosfera inquieta che si sprigiona da un apparente rigorismo. Le opere esposte svelano non solo il rapporto tra Hammershøi e l’Italia, ma anche il confronto con artisti europei soprattutto coevi che, con sfumature diverse, praticarono una poetica basata sui temi del silenzio, della solitudine, delle ‘città morte’, dei ‘paesaggi dell’anima’.

Hammershøi e i pittori del silenzio” approfondirà i quattro ambiti portanti della ricerca dell’artista: gli
interni, le vedute architettoniche, quasi sempre prive di presenze umane, i ritratti e la pittura di paesaggio.

Da anni è in atto una riscoperta a livello internazionale di questo illustre artista: grandi e importanti mostre a lui dedicate sono state realizzate a Parigi al Musée Jacquemart-André, a Tokyo al National Museum of Western Art, a New York alla Scandinavia House, a Londra alla Royal Academy, a Monaco di Baviera alla Kunsthalle der Hypo-Kulturstifung, a Toronto alla Art Gallery of Ontario, a Barcellona al Centre de Cultura Contemporània, a Cracovia al Muzeum Narodowe.

Hammershøi – sottolinea Paolo Bolpagni viaggiò varie volte nella Penisola, visitò Roma, collezionò cartoline con vedute di città, e soprattutto rifletté sull’antichità classica e guardò ai cosiddetti Primitivi: Giotto, Beato Angelico, Masolino, Masaccio, Luca Signorelli, Desiderio da Settignano. Benché abbia dipinto una sola opera di soggetto italiano (che sarà in mostra), durante le proprie permanenze esercitò un’attenzione estrema e recepì spunti e insegnamenti, che contribuirono a delineare il suo personalissimo linguaggio. Non bisogna del resto ignorare il ruolo che il canonico soggiorno a Roma rivestiva tradizionalmente nella formazione dei giovani artisti danesi”.

A promuovere la mostra è la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in collaborazione con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi, con il sostegno di Intesa Sanpaolo.
La mostra, prodotta da Dario Cimorelli Editore, è a cura di Paolo Bolpagni.

Articolo di Alessandra Capato