“I Solisti Veneti”, l’orchestra da camera più longeva al mondo, sta celebrando il sessantacinquesimo compleanno.

“I Solisti Veneti”, l’orchestra da camera più longeva al mondo, sta celebrando il sessantacinquesimo compleanno.

Il sipario dei festeggiamenti s’è aperto a fine giugno con un concerto di grande appeal al Teatro Olimpico a Vicenza, perché da questo aulico tempio di Palladio e di Scamozzi “I Solisti” sono partiti nel 1959 per un viaggio straordinario in tutto il pianeta potendo contare su un direttore come Claudio Scimone, guida sicura e carismatico fondatore.

Dopo la sua scomparsa nel 2018 a dirigere è stato il prescelto suo allievo Giuliano Carella che onora la memoria del maestro assieme ai suoi orchestrali ottenendo tutti insieme esiti di cui anche Claudio Scimone si sarebbe compiaciuto. Memorabile a tal proposito per tante ragioni il secondo evento dedicato all’anniversario. Lo si è celebrato nelle Sale Apollinee al Gran Teatro La Fenice di Venezia con un pubblico d’eccezione e un programma che prevedeva nella prima parte tre opere strumentali di compositori veneziani appartenenti a epoche e stili diversi ma accomunati dall’elevata conoscenza tecnica, e relativa orchestrazione degli strumenti ad arco.

Si tratta di: Ermanno Wolf-Ferrari (con ‘Serenata’) del quale in sala c’erano gli eredi); Antonio Vivaldi (‘Concerto in la minore RV 419 col solista Giuseppe Barutti al violoncello) e Pino Donaggio (classe ’41) presente in prima fila, che alla fine del concerto si è detto grato per la scelta anzitutto e poi per come è stato eseguito il suo “Rimembranza” da lui dedicato ai Solisti Veneti. Da non dimenticare che Pino Donaggio ha fatto parte al già sopra citato primo storico Concerto del 1959 al Teatro Olimpico di Vicenza.


Il programma è proseguito alla grande con “Fantasia sulla Traviata di Verdi” di Antonio Bazzini quale tributo a La Fenice (La Traviata è stata scritta proprio per il teatro veneziano). Protagonista il primo violino Lucio Degani, famoso in tutto il mondo per la sua capacità tecnica e interpretativa.


Ha chiuso il programma il Quartetto in mi minore di Giuseppe Verdi nell’impetuosa e travolgente versione per orchestra d’archi pensata dall’autore stesso al fine di potenziare la versione originale per quattro strumenti.


Le ovazioni al termine di questa serata che recava l’eloquente veritiero titolo “Venezia Musa Ispiratrice” sono state tali da indurre il maestro a ben tre bis. Il più mirato è stato l’omaggio a Puccini di cui ricorre il centenario dalla morte.


Dopo Venezia, i “Solisti” per i 65 anni della loro Orchestra si son esibiti a Padova con “Architettura sonora” con un programma che ha previsto in finale Nino Rota (compositore caro a Franco Zeffirelli e soprattutto a Federico Fellini), avendo come solista per oboe Francesca Rodomonti.


Sabato scorso è stata la volta di Bagnolo di Lonigo. Un Concerto organizzato da Veneto Festival sempre per i 65 anni de “I Solisti “. Anche qui un trionfo con il primo violino Lucio Degani, il violinista Enzo Ligresti, Marco Paladin alla viola e Giuseppe Barutti al violoncello (detto da Lorin Maazel “uno dei più grandi talenti italiani”). L’attento pubblico ha mostrato di apprezzare particolarmente il secondo momento perché concedeva più spazio a Lucio Degani il quale su calorosa richiesta ha concesso il bis con l’Allegro di Tartini dalla Sonata in Sol minore, conosciuta come “Il trillo del diavolo”. Atteso anche il tributo al centenario di Puccini (1858-1924) per il quale è stato scelto “Crisantemi” elegia per archi che ha messo in luce l’abilità di coesione unitaria fra gli archi.
La celebrazione del compleanno della gloriosa orchestra veneta non finisce qui. Ci saranno altre sorprese che supereranno, come è accaduto in questo inizio estate, ogni nostra aspettativa.

Marica Rossi

Giornalista culturale, conferenziera, organizzatrice di eventi e art director per esposizioni d’arte figurativa soprattutto nel territorio. Collabora con varie testate ed è attiva in modo continuativo nelle Istituzioni della sua città VIcenza tra cui la Biblioteca civica e il Centro di Cultura e Civiltà Contadina Biblioteca La Vigna dedita alla diffusione della cultura del Vino e in generale del gusto grazie ad una raccolta libraria unica al mondo donata alla città del Palladio dal mecenate vicentino Demetrio Zaccaria con il Palazzo Brusarosco che è la sede della Biblioteca dotata anche dell’annesso appartamento Scarpa meta di architetti e visitatori da tutto il mondo.

Marica Rossi, giornalista