Dallo scorso 18 settembre fino al prossimo 16 ottobre, il Teatro Olimpico di Vicenza ospita il 75° ciclo di spettacoli classici, che quest’anno ha come titolo “Domani nella battaglia pensa a me”.
Stasera (1 ottobre) la terza e ultima replica del Prometeo di Eschilo, il grande tragediografo greco dell’Atene del V secolo a.C. che incarnò i valori della tradizione e dei miti più arcaici dell’Ellade.
Purtroppo il Covid ha compromesso la rappresentazione di giovedì con la mancanza di tre attori e di venerdì per l’assenza di ben cinque attori e del fonico. L’emergenza pandemica è certamente finita, ma lascia ancora degli strascichi insidiosi. La compagnia tuttavia non si è lasciata abbattere da questo e il regista Vacis ha trovato una strategia vincente per inscenare il dramma, nonostante e comunque.
Gabriele Vacis, regista dello spettacolo, in accordo con il direttore artistico Giancarlo Marinelli, ha “rivisitato” la propria regia, ricomponendo uno spettacolo a metà tra un reading e un vero e proprio dramma agito con danze e movenze da perfetti coreuti. Il risultato è che lo spettatore non può né vuole distrarsi un momento e resta incollato alla poltrona per tutto il tempo dello spettacolo.
Nemmeno la splendida cornice dell’Olimpico riesce a distogliere l’attenzione del pubblico.
Eppure l’architetto rinascimentale Andrea Palladio quando nel 1580 ha progettato l’opera, l’ha abbellita dandole un fascino unico. Alla bellezza dell’edificio contribuisce senza alcun dubbio la scena “a prospettive”, che era stata prevista fin dal principio dall’Accademia, ma di cui Palladio non aveva lasciato un vero progetto. Fu infatti lo Scamozzi a disegnare le scene lignee, di grande effetto per il loro illusionismo prospettico e la cura del dettaglio, costruite appositamente per lo spettacolo inaugurale, e che apportò alcuni adattamenti e i necessari completamenti al progetto di Palladio. Tali strutture lignee sono le uniche d’epoca rinascimentale ad essere giunte fino a noi, peraltro in ottimo stato di conservazione.
Il Teatro Olimpico è il primo e più antico teatro stabile coperto dell’epoca moderna ed è tuttora sede di rappresentazioni e concerti: Dal 1994 è nella lista dei Patrimoni dell’umanità dal C.E.H.R. come le altre opere palladiane a Vicenza.
Vacis, nel Prometeo, racconta la genesi della sua regia, imperniando il proprio discorso sul coro, motore immobile in questa ricerca. Gli attori sulla scena si muovono con estremo dinamismo fino a rappresentazioni iconiche nello spazio e ad apparizioni che sono impulsi creativi.
Prometeo – lo raccontano Esiodo, Eschilo, Platone – crea l’uomo donandogli la fiamma e il fuoco, simbolo della civiltà, del progresso, della tecnica. L’uomo sarebbe restato nudo nelle caverne senza la luce dell’intelligenza.
Un breve cenno alla trama può essere utile:
Il titano Prometeo, figlio di Giapeto e di Climene ha protetto gli uomini, donando loro il fuoco: Zeus è geloso di questo e punisce Prometeo, mandandolo ai confini del mondo, che per i Greci era il Caucaso. Qui lo fa incatenare ad una rupe dove tutte le mattine un’aquila verrà a divorargli il fegato che di notte gli ricresce. Alla fine della tragedia, il cui intreccio merita la sorpresa della visione a teatro, Prometeo sprofonderà sottoterra.
Il titano Prometeo è sempre stato il simbolo della ribellione, un personaggio amato dai giovani forse perché, come loro, non riesce a contenere i suoi sentimenti e viola regole, norme e convenzioni. Ma è anche l’archetipo della conoscenza tecnologica e scientifica, liberata dalle catene della superstizione e dell’ignoranza.
Bravissimi i giovani attori diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino, il gruppo PEM Potenziali Evocati Multimediali.
Nel ciclo di spettacoli è prevista anche un’altra tragedia questa volta di Sofocle, il “Filottete”: dramma della malattia e della emarginazione. L’intreccio è costruito sul tabù della malattia, che l’occidente greco (e contemporaneo) rifiuta. Il tema affrontato è quello dell’abbandono a causa di una malattia irreversibile e racconta la messa al bando del protagonista dal mondo dei “normali”. Per il Filottete gli spettacoli sono in cartellone da martedì 4 a domenica 9 ottobre presso Villa Lattes a Vicenza.