Chi non ama le spiagge affollate o la montagna può passare qualche ora o, perché no, un week end tra mostre e rassegne. La cultura non fa mai male!
A Venezia, ad esempio, è possibile visitare la mostra dal titolo Open-End dedicata a Marlene Dumas aperta a Palazzo Grassi dallo scorso 27 marzo e che si protrarrà fino all’8 gennaio 2023. La mostra è curata da Caroline Bourgeois e dall’artista stessa e raccoglie oltre 100 opere fotografiche. Nella mostra è tracciato un percorso incentrato sulla sua produzione pittorica, dal 1984 a oggi, e opere inedite realizzate negli ultimi anni.
La Dumas è nata nel 1953 a Città del Capo in Sudafrica; nel 1976, a 23 anni, si è trasferita nei Paesi Bassi con una borsa di studio. Attualmente vive e lavora ad Amsterdam. Nel 1982 avviene il suo debutto come artista: viene invitata a Documenta VII di Kassel, a cui fa seguito nel 1983 la sua personale “Unsatisfied Desire” tenutasi ad Amsterdam presso la Galerie Paul Andriesse e l’anno seguente partecipa alla IV Biennale di Sydney. Dumas vince innumerevoli premi artistici e partecipa ad altrettante mostre, tra le più importante la sua retrospettiva presentata nel 2001-2002 al Centre George Pompidou e la mostra “Global feminism” al Brooklyn Museum di New York che consacrerà l’artista come protagonista della ricerca femminista e post-femminista sviluppatasi negli anni ’80 e ‘90.
Spesso utilizza per il suo lavoro macchine fotografiche polaroid di amici, oltre a riviste e materiale pornografico. Le opere di Dumas si dividono in due grandi filoni. Per la prima parte della sua carriera l’artista ha lavorato principalmente con collage e testi, mentre nella seconda parte si è concentrata principalmente sulla tecnica dell’olio su tela e dell’inchiostro su carta. Marlene Dumas dipinge anche ritratti di bambini e scene erotiche con l’intento esplicito di turbare il mondo dell’arte contemporanea.
Sua è l’affermazione: “L’arte è davvero qualcosa che si impara stando in mezzo alla gente”. Del suo lavoro l’artista ha dichiarato: «Sono un’artista che utilizza immagini di seconda mano ed esperienze di primo ordine».
Marlene Dumas rappresenta a tutt’oggi una delle potenze femminili più forti nel mondo artistico e si inserisce in pieno nell’arte post-femminista di rottura.
Ma quali sono i caratteri della sua opera? Il suo lavoro è caratterizzato da uno spettro cromatico ampia, che passa dai colori cupi a quelli pastello e fluo.
L’obiettivo di Marlene Dumas è alquanto esplicito: turbare chi guarda le sue opere e, più in generale, scuotere il mondo dell’arte. La maggior parte della sua produzione è costituita da ritratti i cui protagonisti sono sensazioni e sentimenti forti come l’estasi, la paura, l’amore, l’erotismo, la tenerezza, la violenza, la morte.
Nella mostra di Venezia originale è l’uso delle immagini dalle quali trae ispirazione, perché provengono da giornali, riviste, fotogrammi cinematografici e fotografie. Colpiscono i ritratti di personaggi noti come Marilyn Monroe in Dead Marilyn del 2008 e Pier Paolo Pasolini nel dipinto omonimo del 2012. Così come Mamma Roma, sempre dello stesso anno, tratto da un fotogramma del film omonimo diretto nel 1962 da Pasolini.
Non mancano ritratti di poeti famosi dell’Ottocento quale Charles Baudelaire (opera più recente risalente al 2020).
Dipingere torna ad essere – secondo l’artista – un atto molto fisico, che ha a che fare con l’erotismo e la sensualità corporee. Per questo le sue figure umane sono sempre alle prese con i paradossi delle emozioni più intense:
«La pittura è la traccia del tocco umano, è la pelle di una superficie. Un dipinto non è una cartolina».
Orari della mostra: dalle 10.00 alle 19.00 tutti i giorni, tranne il martedì.