Dal 19 al 21 settembre 2025, i Colli Euganei si vestono d’uva e magia
C’è un momento, a Vo’, in cui il tempo sembra rallentare. È quando i Mastri Carristi, con le mani segnate da mesi di lavoro, danno gli ultimi tocchi ai loro giganti di legno, ferro e fantasia. Cinque opere d’arte in movimento, rivestite di grappoli lucenti, pronte a sfilare come regine nella 74ª edizione della Festa dell’Uva, dal 19 al 21 settembre.
Non è una festa qualsiasi. Qui l’uva non si limita a essere celebrata: diventa linguaggio, tela, scultura viva. Ogni acino viene incollato a mano, uno dopo l’altro, fino a coprire oltre cento metri quadrati di superficie per carro. Ventidue quintali di frutto, trasformati in scenografie mobili che raccontano storie di miti antichi, ironia contadina e attualità.

La domenica, 21 settembre, sarà il cuore pulsante dell’evento. Prima, alle 15, la sfilata diurna: colori nitidi, dettagli che si svelano alla luce del sole. Poi, alle 20.30, la magia della notte: le strade si riempiono di luci e suoni, e i carri, illuminati come cattedrali di grappoli, fluttuano in un’atmosfera sospesa, tra sogno e meraviglia.

La festa, però, comincia già il venerdì. Tre giorni di degustazioni, musica, laboratori per bambini, incontri con i produttori e passeggiate tra le cantine. È un viaggio dentro un territorio che non vive solo di vigne, ma di memorie e orgoglio. Lo ricorda il sindaco Mauro Delluniversità, intrecciando storia e radici: dai Romani alla Serenissima, dai porti fluviali di Vo’ Vecchio ai filari vulcanici che oggi portano i vini locali sulle tavole di Germania, Giappone e Canada. “Il nostro è un vino che racconta” dice, “perché parla di suolo, clima, cultura e persone. La Festa dell’Uva è il nostro rito collettivo, l’autenticità che celebriamo ogni anno.”

Autenticità che si respira nei capannoni dove i carristi lavorano fino a notte fonda, tre giorni prima della sfilata, con giovani e anziani fianco a fianco. Francesco Sinigaglia, presidente dei Mastri Carristi, la definisce “cultura viva”, chiedendo alla Regione Veneto di restituire alla manifestazione il riconoscimento di evento regionale. “Noi non costruiamo carri per folclore – spiega – ma per dare forma a un racconto che nasce dalla terra e dalla comunità. La nostra vera ricompensa è vedere gli occhi di chi guarda, pieni di stupore.”
La Festa dell’Uva di Vo’ non è solo un appuntamento in calendario. È un patrimonio di saperi, un abbraccio collettivo tra generazioni, un laboratorio a cielo aperto di arte popolare. Nei Colli Euganei, a fine settembre, l’uva diventa regina e il paese intero il suo regno.