Addio a Silvio Belekda

Addio a Silvio Belekda

Personaggio assai noto nel mondo della moda, del gioiello, del collezionismo e di un antiquariato d’alto lignaggio, Silvio Belekda è mancato domenica 24 agosto.

Una dipartita che ha addolorato i tanti che hanno avuto il privilegio della sua amicizia e vicinanza solidale ricevendone affetto e quella attenzione che va oltre l’impegno professionale. Il vuoto che ha lasciato riguarda pure l’editoria di settore dell’arte orafa dove s’era altamente specializzato profondendo sapere e innovatività.

Belekda era nato a Istambul nel 1948 in un ambiente aristocratico e cosmopolita che gli aveva fornito gli strumenti per intraprendere a Milano l’attività di P.R. e di consulente relativamente a mostre ed eventi di nicchia specie nel capoluogo lombardo. Per decenni nell’ultimo quarto del secolo scorso e nel primo tratto di quello attuale si era mosso nelle capitali dell’oro organizzando incontri e rassegne fieristiche sempre all’avanguardia.

Frequentando il mondo della moda e del luxury strinse amicizia con molte firme celebri, da Versace a Lebole, a Missoni a Pucci e altri oltreché con personaggi dello spettacolo da Sordi a Ranieri, a Simona Ventura, a Pavarotti.

Per molto tempo si era diviso tra Milano dove aveva fissa dimora, e Vicenza dove era ambito per le pubbliche relazioni, le mostre, consulenze d’arte. Trasferitosi nella città del Palladio, ha collaborato assiduamente con la Fiera di Vicenza diversificando il suo impegno negli ambiti dell’arte dell’argento, dell’oro, dell’editoria e del giornalismo.

la foto con il trio è composta da Belekda, Matteo Marzotto all'epoca
presidente Ente Turismo Nazionale Italiano  e presidente dell'Ente Fiera
di Vicenza, e Gianna Sartori orafa e autrice e curatrice di Mostre sui
gioielli
Da SX: Matteo Marzotto, ex Presidente E.N.I.T. e della Fiera di Vicenza, Gianna Sartori, orafa e curatrice di Mostre sui gioielli, Silvio Belekda

Tra gli eventi da lui ideati è rimasta impressa l’esposizione sugli “Ori Bulgari”, una mostra che ha attirato innumerevoli visitatori e che ha permesso di conoscere una produzione antica tra le più affascinanti che la storia abbia tramandato fino a noi. Talmente preziosi quei monili che ad accompagnarli a Vicenza fu una equipe con uomini di stato bulgari, studiosi e personale specializzato del museo nazionale. Siccome la raccolta annoverava coppe per libagioni, all’epoca ne aveva chiesto il prestito per una importante esposizione anche la Fiera di Verona per il Vinitaly, la più importante manifestazione del mondo del settore. Non ci furono i tempi tecnici per realizzarne il progetto, ma ci fu per questo molto rimpianto.

Belekda amava la convivialità ed era un ottimo padrone di casa quando organizzava gli incontri anche nella vita privata avendo frequentazioni pure negli ambienti delle ambasciate dove aveva entrature che gli consentivano prestiti di oggetti per rassegne d’alta cultura con esemplari rari e quasi mai dati in prestito. Munifico, era stato lui stesso omaggiato con doni rari come dei gemelli che aveva ricevuto in regalo da una nobildonna per un suo compleanno che erano usciti dalla fantasia e dal gusto straordinario di Salvador Dalì. Negli ultimi anni si era dovuto ritirare da ogni attività per una salute sempre più precaria e cagionevole fino al micidiale crollo di domenica.


Silvio Belekda era diventato a tutti gli effetti cittadino della capitale del Palladio. Qui aveva coltivato la sua passione per l’arte circondandosi di tanti appassionati che avevano avuto modo di apprezzarne l’eleganza dei modi, la sua cultura, il suo aristocratico aplomb, la sua grande generosità.
Era per tutti un esempio per come ricevere, organizzare incontri e diffondere cultura senza snobismi e saccenterie. Impareggiabile nel sapere come fare beneficenza con lo spirito, la nobiltà d’animo e i modi giusti.

L’ultimo saluto a Silvio è domani mercoledì alle ore 10 nella Chiesa di San Gaetano in corso Palladio 149 a Vicenza.

Articolo a cura di Marica Rossi