Che le opere di Maurizio D’Agostini, artista vicentino di fama internazionale, siano sempre state capaci di destare meraviglia, è cosa nota. Ma nessuno poteva immaginare che per la mostra “Sulle Ali della Bellezza tra Natura e Infinito” aperta dal 22 agosto, avessero in serbo il potere di trasformare lo spazio in Basilica Palladiana loro dedicato in un’agorà di deità maestose, evocative, straordinariamente vivide di un’aura sempre più che seducente e di un’armonia molto piena di carattere.
Il coup de theatre è venuto da sé avendo tali esemplari trovato nella sala degli Zavatteri e l’attigua area al piano terra del monumento palladiano, il loro naturale approdo con quella simmetria che li accomuna per aulicità, culto della divina proporzione e della grande lezione dei classici, restando tuttavia sempre contemporanei.
Il tour è di grande appeal anche grazie ad una regia di allestimento che sa mettere in scena sculture, dipinti, incisioni e disegni dal 1980 al 2025 rendendo esaustivo e godibile il percorso: un inno alla bellezza da assaporare fino al 9 novembre (ingresso libero da martedì a domenica; ore 10-18). La mostra è organizzata dal Comune di Vicenza e inaugurata dall’assessore alla Cultura della città Ilaria Fantin con la vicesindaca Isabella Sala, la direttrice dei Musei Valeria Cafà, il presidente della Biblioteca Bertoliana Alberto Galla.
Al taglio del nastro, il commosso grazie di Maurizio D’Agostini è stato preceduto dalla presentazione di Katia Brugnolo, docente, coordinatrice al Dipartimento arti visive e Consigliere del Consiglio Accademico di Belle Arti dell’Accademia statale di Verona, oltre che Consigliere nella Associazione degli Amici dei Musei di Vicenza.
Si tratta di 75 opere: 47 sculture, 11 incisioni, 13 dipinti, 4 pastelli tra cui autoritratti che restituiscono dell’artista l’immagine di momenti da ricordare del suo curriculum come l’esposizione quasi vent’anni fa al LAME.C’. Pure allora in Basilica, ma nell’altro lato e in tandem con la mostra in salone per l’architettura di Portoghesi.



Anche in quella occasione primeggiarono le sculture sospese tra mito e realtà con re, regine, abitatori del cosmo che hanno preceduto gli altri lavori del nuovo millennio sempre ben sintonizzati fra loro. Così nella consapevolezza della complessità di quanto esposto, per l’attuale evento in corso sono state previste tre occasioni di visita alla mostra. E saranno con l’artista e la curatrice Katia Brugnolo nelle seguenti date: il 19 settembre, il 18 ottobre, l’8 novembre alle 17. La partecipazione è gratuita. Per entrare sarà sufficiente presentarsi con qualche minuto di anticipo all’ingresso della mostra.
Inoltre il 30 settembre alle 18 a Palazzo Cordellina ci sarà la presentazione del libro autobiografico “Maurizio D’Agostini. Umana avventura” (Vivi edizioni). Un quaderno di viaggio su una vita dedicata all’arte, all’amore per la natura e alla bellezza che ci circonda. Il protagonista dialogherà con Diana Lorena Camerini che ha aiutato l’artista nell’ottimizzazione del testo. Interverranno pure Piergiorgio Piccoli e Antonio Stefani. Ingresso libero.

La mostra articolata in cinque sezioni crea un contatto vivo col visitatore anche con creazioni custodite di consueto in altri luoghi come il maestoso Don Chisciotte in legno di tiglio alto m. 3,80: opera iconica che il pubblico del Teatro Comunale di Vicenza conosce perché abitualmente collocata nel foyer, ma che adesso sta in Basilica.
Il libro accenderà i fari pure sul personaggio, con le sue utopie e le inquietudini inflitte dalla Musa molto severa cui l’artista s’è consegnato. Una presenza che mai l’ha fatto demordere dall’inseguire un ideale di bellezza assoluto guardando alla natura, alla figura femminile e alla trascendente immensità del Cosmo.
Un compito che Maurizio D’Agostini pur giunto alla soglia degli ottanta, non smette di assolvere continuando a impegnarsi nella casa studio fra i declivi e le armonie dei Berici. Uno stato di grazia dopo una vicenda esistenziale di straordinarie esperienze in Italia e nel mondo fra cui a New York, e di più in Francia dove ha vissuto una delle sue belle stagioni creative e dove tuttora miete allori importanti e gratificanti.
Articolo a cura di Marica Rossi