Da Venezia si arriva a Mosca con l’Aeroflot con 4 ore circa di volo e la città viene subito incontro con i suoi grattacieli. Oggi ai casermoni sovietici si affianca uno sky line da far invidia alla Grande Mela o a Dubai. Appena si esce dall’aeroporto è tutto un succedersi di vetro e acciaio, poi autostrade a 4 o 5 corsie: è così almeno per un’ora fino a quando si arriva dall’aeroporto alla piazza delle tre stazioni (Piazza Komsovol). Si pensa subito al mito della Terza Roma, alla Mosca che si studia sui testi di scuola, al Generale Inverno che qui fa scendere la temperatura anche a -25…
Il mezzo da prendere con maggior facilità oltre ai tradizionali taxi è la metropolitana. La folla dentro cammina ordinata e sottoterra si può arrivare in breve tempo da una parte all’altra della grande metropoli. Bisogna però fare bene attenzione a memorizzare il nome in cirillico di tutte le uscite o stazioni per evitare di sbagliare direzione e ritrovarsi da tutt’altra parte. Oppure avere una buona mappa o meglio ancora la App adeguata.
Come hotel se ci si ferma qualche notte è consigliabile l’HILTON che occupa uno dei sette denti di Stalin: così i moscoviti soprannominano gli edifici detti ufficialmente le “Sette sorelle” costruiti negli anni Quaranta e Cinquanta, tra stile barocco elisabettiano e gotico, tipiche espressioni del classicismo moscovita.
Per chi vi arriva per la prima volta è d’obbligo un giro per la città tra il Cremlino, la Piazza Rossa, la Moscova. Si può curiosare poi nella casa di Pushkin sulla Arbat, con la scrivania su cui scrisse i suoi capolavori e al Museo omonimo che raccoglie opere dei migliori artisti dell’Europa Occidentale (da Manet a Picasso, da Pissarro a Braque, da Rousseau a Botero) e una sezione dedicata all’arte classica.
Nella Piazza Rossa è obbligatorio un passaggio ai GUM, i vecchi magazzini del regime coi prodotti monopolio di stato e oggi invece caratterizzati dalle migliori firme e paradiso dei consumatori. Se vi si va di sera sono tutti illuminati che è una meraviglia!
Per vedere il panorama mozzafiato di Mosca bisogna andare alla cosiddetta Collina dei passeri vicino all’Università, che è anche la maggiore delle Sette Sorelle di Stalin. La vista è stupenda sullo skyline di grattacieli moscoviti.
Un posto fuori dai soliti itinerari per turisti e che solo chi è nato o vive a Mosca conosce è all’angolo tra Kolpachniy e Kokhlovskiy. Vi sono decine di splendidi graffiti, una libreria dove si tengono piccoli concerti, micro negozietti un po’ hipster e mini-musei.
Il cibo? Non si può certo mancare di provare la tradizionale cucina russa, no? Magari a un primo impatto può sembrare che la cucina russa non abbia molto da offrire e l’idea che spesso ci si fa è che si tratti di una cucina pesante e grassa: nella realtà, troviamo di tutto.
Per chi non rinuncia alla carne, c’è il manzo alla Stroganov (consigliato a pranzo) o i Kotlety, polpettine a base di carne di maiale e manzo, di origine polacca. Gli antipasti si aprono sempre con la famosa insalata russa. La zuppa Borsch è la celebre zuppa a base di barbabietole, carne e panna acida. Per una pausa dolce, bisogna assaggiare le tradizionali Syrniki, dei pancake fritti a base di ricotta mescolata a uova e farina.
E i souvenir? Una bella Matriosca o la classica rossa e gialla oppure con i volti dei politici di turno, da Trump a Putin al nostro Primo Ministro. Ma controlliamo che sia di legno e non di plastica. Per un souvenir vezzoso poi un bel foulard a fiori con piccole frange.
E buon viaggio!