Reinventarsi e Audacia ai tempi del coronavirus

Reinventarsi e Audacia ai tempi del coronavirus

di Maurizio Drago

Le due parole d’ordine di come uscire dalla crisi più difficile

Reinventarsi.  E avere l’Audacia.  Due parole d’ordine per uscire dalla crisi  legata all’emergenza coronavirus. Il tempo che stiamo vivendo è il tempo di un trauma collettivo mondiale: il trauma dell’inatteso, dell’ingovernabile e dell’imprevedibile. Nessuno infatti era preparato a quello che stiamo vivendo. Uno spartiacque si è scavato improvvisamente tra la nostra vita com’era prima e come sarà dopo. Che non sarà più come quella di prima.  Come uscirne? Ecco che ricorrono  imperative le due parole: reinventarsi e audacia!!!

Reinventarsi. Le stringenti nuove misure adottate dai governi del Pianeta stanno avendo un effetto distruttivo su tutte le economie. A ogni livello. Le piccole e medie imprese chiudono e l’ondata di disoccupazione che ci aspetta sarà devastante, con una gran fetta della popolazione che cadrà in povertà assoluta e problemi d’ordine pubblico di difficile gestibilità. L’industria del turismo, dai complessi alberghieri alle agenzie turistiche, dai centri termali alle spiagge e alle montagne,  e quella dei grandi  parchi divertimenti andranno a rotoli.  Come gli acquari, i parchi faunistici,  Gardaland o Leolandia che siano,  e tantissimi altri con centinaia di migliaia di persone che ci lavorano. E  non solo questi.  Bisogna reinventarsi!

Non stiamo vedendo un apocalittico film ma stiamo vivendo una realtà che ha superato di gran lunga la fantasia. Sino a due mesi fa tutto ciò risultava impossibile! Stiamo sperimentando che è diventato possibile quello che ritenevamo impossibile. Questo nel male. Ma nel Bene?   Sono già sotto gli occhi di noi le formidabili energie che si sono mobilitate  in risposta al male: de-burocratizzazione, solidarietà, flessibilità, importanza finalmente riconosciuta alla sanità, ai beni comuni ecc.  L’impossibile lo possiamo fare anche noi, reinventandoci con audacia il nostro futuro,  ricordiamoci che ci troviamo in questa parte dello spartiacque, ancora sconosciuta,  dove dobbiamo  dare il meglio di noi. Per noi e per le nostre future generazioni.

Audacia. Cosa fare per tutti noi?  Ecco la parola d’ordine da affiancare  subito a quella di reinventarsi: audacia! Una delle cose più sbagliate da fare è quella di starsene a casa ad aspettare  che l’emergenza finisca. A oggi nessuno (scienziato o economista che sia) ha un’idea chiara di quanto possa servire perché sotto il profilo sanitario si ritorni alla normalità.  L’unica certezza è che, quanto più lunga sarà l’emergenza sanitaria, tanto più devastante potrà essere per l’economia. A oggi non abbiamo nemmeno idea di quanti cocci raccoglieremo quando torneremo in salute. Pertanto qui tuonano le due parole d’ordine: reinventarsi con audacia!  Un errore da non fare è di concentrarsi sull’epidemia globale, farsi prendere dall’emotività, incollarsi davanti al pc, al tablet  o al telefonino per ore, in cerca di aggiornamenti, notizie e condivisioni sul coronavirus.  Non dobbiamo concentrarci sul presente, al di là di seguire le istruzioni  delle notizie che ci vengono date, a meno che non siamo infermieri, medici  o comunque abbiamo un ruolo attivo nell’emergenza. Dobbiamo pensare al dopo. Ai possibili scenari del dopo Covid19 ed essere pronti ad affrontarli. Con Audacia!

Lo ripetiamo: reinventarci.  Possiamo farlo da casa, rispettando tutte le prescrizioni imposte per la tutela della salute. Abbiamo il tempo per farlo! Non concentriamoci sulla malattia, né sulla sua cura (a questo ci pensano gli specialisti). Concentriamoci invece da subito sulla costruzione di una nuova fase di vita, alternativa a quella basata sui pilastri che stanno per essere spazzati via da questa emergenza e sui quali abbiamo basato tutte le nostre sicurezze e convinzioni.  Focalizziamo la nostra attenzione sui nostri obiettivi e pianifichiamo le strategie come se fossimo in guerra, avendo sempre pronto un piano B. Ma anche un piano C e un piano D : da mettere in funzione di quanti possono essere gli scenari.

L’impossibile che diviene possibile non deve accadere solo sul piano angosciante di un dramma totalmente inatteso che si è realizzato nel nostro peggior incubo, ma deve ispirare anche la dimensione generativa delle nostre scelte future.

Faremo cose che ritenevamo impossibili. E che, reinventandoci, con audacia,  diventeranno finalmente possibili.  Reinventarsi e audacia!

Cerchiamo di essere preparati  anche al peggior scenario, quello nel quale potremmo perdere tutto. Perché, alla fine, quello che conta è vincere la battaglia finale.

 

 

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