Alle Gallerie d'Italia di Vicenza il capolavoro "Caduta degli angeli ribelli"

Alle Gallerie d'Italia di Vicenza il capolavoro "Caduta degli angeli ribelli"

“La caduta degli angeli ribelli” è una mostra studiata nei minimi particolari ma è anche una esposizione permanente quella che viene offerta ai visitatori di Palazzo Leoni Montanari a Vicenza.

Tutto prende avvio dalla scultura capolavoro che con grande perizia esprime l’alto conflitto tra gli opposti poli del Bene e del Male rappresentando l’immane lotta raccontata dall’ Apocalisse di Giovanni attraverso figure che, sfidando Dio, da celestiali diventano demoni.

La caduta degli angeli ribelli” è un’invenzione statuaria a forma di piramide 168x80x81cm datata tre secoli fa. Un lavoro costituito da sessanta figure perfettamente rifinite in ogni dettaglio, scolpite in un unico blocco di marmo di Carrara, di tale acrobatica esecuzione da creare il sospetto dell’aiuto di satana negli Inquisitori del tempo. Questo marmo scolpito come una trina d’autore è un vanto per la città del Palladio anche perché appartenendo alla collezione di Banca Intesa si può ammirare negli orari d’apertura di Palazzo Leoni Montanari, sede vicentina delle Gallerie d’Italia.

Sempre di grande appeal, l’opera fu oggetto di ulteriori approfondimenti quando fu prestata alle Scuderie del Quirinale per la mostra ‘Inferno’ nella celebrazione dantesca del 2021-22. In particolare Monica De Vincenti e Simone Guerriero seppero riattribuire il capolavoro allo scultore veneziano Francesco Bertos anziché al padovano Agostino Fasolato ritenuto prima l’autore.

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Al ritorno dell’opera alle Gallerie d’Italia, per il nuovo allestimento si è ricorsi al lighting designer Pietro Palladino cui va il merito del sofisticato sistema di illuminazione che potenzia la percezione del prezioso manufatto. Una luce tutta nuova che esalta il talento dello scultore amplificandone la narrazione, mentre lo spazio che sta di fianco a quello della straordinaria scultura ne illustra la genesi mediante riproduzioni tattili (fruibili pure da persone con disabilità visiva), un video, un’intervista (pure in linguaggio LIS) alla già menzionata Monica De Vincenti e il racconto visivo della trasposizione in 3D della scultura. E’ l’itinerario grazie al quale si può prendere ulteriormente atto del valore del manufatto cogliendone molto di più il senso.

Tornando al capolavoro in sé che non sfuggì all’ammirazione del grande Canova, colpisce al suo vertice la postura dell’arcangelo Michele. L’Invitto sta con le ali spiegate, la spada e lo scudo, segni della grandezza del messaggio divino, antitetico all’indomito Lucifero, i cui piedi sulle spalancate fauci del drago infernale fanno da base alla scultura. Lo spazio tra i due è per tutte le altre figure tra cui gli angeli non ancora trasformati in demoni, l’un l’altro aggrappati per sfuggire alla caduta. L’opera commissionata dal nobile padovano Trento per la nomina del figlio a Cavaliere di Malta passò in eredità ai Papafava e da loro ceduta alla Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo oggi Intesa Sanpaolo che da munifica custode l’ha resa ora più ambita col nuovo allestimento illuminotecnico. Al suo varo celebrato in sede c’è stato l’incontro assai significativo nel giugno scorso.

Un pomeriggio interessante durante il quale, dopo i saluti di rito del nuovo sindaco Giacomo Possamai preceduto da Michele Coppola executive director Arte Cultura e Beni Storici Intesa San Paolo, sono intervenuti la studiosa Monica de Vincenti (su autore e opera) e il designer Pietro Palladino (sugli effetti cinetici orientando ad arte luci e ombre) per raccontare l’affascinante storia del capolavoro colla partecipazione straordinaria di Neri Marcorè. Superfluo dire che il noto attore e conduttore, elegante, sapiente e ironico come sempre, ha intrattenuto molto piacevolmente il pubblico uscendo con osservazioni del tipo: “Ma tutto questo non sarà esageratamente perfetto?”.

 

Articolo di Marica Rossi