Celebrazioni di Pompeo Pianezzola

Celebrazioni di Pompeo Pianezzola

Per il centenario dalla sua nascita Pompeo Pianezzola, figura centrale nel panorama contemporaneo nell’arte della ceramica e non solo, è celebrato dalla sua terra di Bassano con due eventi molto significativi: la mostra al Museo Civico nel cuore della città del Ponte; e a Cassola il tangibile ricordo del suo operato nei fulgidi spazi-galleria dell’enorme Collezione Costenaro.

Entrambi si sono dati il compito di por l’accento sui meriti del maestro riconosciuto tra i ceramisti più importanti del secondo Novecento e artista a tutto tondo. Quindi il suo essere stato pure pittore, grafico, designer, esponente di spicco nei contesti delle neoavanguardie, nella rilettura della tradizione e nella cultura del territorio.

La mostra al Museo Civico a cura di Nico Stringa che l’ha titolata “Pompeo Pianezzola (1926-2012)” s’è inaugurata a fine maggio per rimanere fino al 7 settembre 2025. Nelle 120 opere esposte primeggia la ceramica, ma le 7 sezioni esemplano pure dipinti, disegni e incisioni documentando come già dagli esordi ebbe a confrontarsi con i più grandi artisti dell’epoca, da Burri a Fontana e Melotti, giungendo al nuovo secolo in costante tensione con le più valide correnti artistiche fino agli albori del nuovo millennio. Nella fase iniziale dell’excursus il medium principale con cui Pianezzola sceglie di misurarsi è la pittura, specie il ritratto.

Pompeo Pianezzola, Marea blu, anni Ottanta. Collezione privata. © Alessandro Molinari

Poi per merito di Giò Ponti e Licisco Magagnato negli anni Cinquanta approda alle prime creazioni autonome in ceramica. Alla fine di quel decennio il distacco totale dalla figurazione è compiuto così da far suoi gli input della stagione dell’informale allora al suo apice. Negli anni ’60 invece la tensione è per l’astratto con esiti che lo portano alla vittoria al concorso nazionale per la ceramica d’arte Premio Faenza ’63.

Persevera su questa linea per un buon tratto e poi sul finire degli anni ‘70 si avvicina ad una dimensione più intima del manufatto. Il nuovo orizzonte è allora il foglio di creta: un foglio di materia cruda che arrotolato sembra affidare all’argilla il segreto di una lingua perduta e che poi evolve fino alla invenzione dei libri-oggetto. L’exploit nel nuovo millennio è per il commovente omaggio ad Antonio Canova che l’artista realizza in occasione della mostra che il Museo civico di Bassano del Grappa dedica al grande scultore.

Pompeo Pianezzola, Libro, anni Novanta. Argilla refrattaria maiolicata. Collezione privata. © Alessandro Molinari

Ecco allora l’utilizzo della terraglia bianca per emulare il candore del marmo di Carrara, il panneggio dei rilievi, gli inserti d’oro e d’argento alla maniera della coppa e della caraffa sorrette dall’Ebe di Canova. L’ultimo periodo però è per la carta che riporta Pompeo al disegno e alla matita quasi a voler celebrare la semplicità del tratto e rammemorare la felicità dei suoi inizi.

Note biografiche

Pompeo Pianezzola nasce a Nove nel 1925 e già a 14 anni è apprendista ceramista alla Antonibon Barettoni. Seguono gli anni alla scuola d’Arte di Nove oggi Istituto d’Arte Fabris preziosi soprattutto per gli insegnamenti dei maestri Andrea Parini e Giovanni Petucco. Altrettanto proficua l’esperienza all’Accademia di Belle Arti di Venezia dove si diploma coronando la sua preparazione in un ambiente culturale ricco di fermenti come quello del dopoguerra. Dal 1945 al 1977 è docente alla scuola d’arte di Nove assumendone anche la direzione dal 1963 al 1968. Prodigioso alchimista della materia, è noto per aver saputo accostare l’argilla refrattaria a plexiglas, metallo, vetro e resine con esiti dove non è secondo a nessuno.

Pompeo Pianezzola, Autoritratto con la giacca di velluto, 1946-1947. Olio su compensato. Collezione privata. © Alessandro Molinari

La mostra è stata promossa e organizzata dal Comune e dai Musei Civici di Bassano con il patrocinio della Regione Veneto main sponsor ASA Albanese con il supporto di Costenaro Assicurazioni.

L’evento di Cassola

Grandioso il successo della serata di venerdì 27 giugno nel corso della quale Barbara Guidi direttrice del Museo Civico di Bassano e il curatore della mostra bassanese Nico Stringa hanno tenuto un incontro sull’intero percorso del maestro Pianezzola. Fra i momenti clou di entrambi quelli in cui si è dato risalto alle peculiarità dell’uomo e dell’artista. Fra tutte la propensione dimostrata fin da ragazzo per le forme leggere e per le decorazioni quasi impalpabili. “Se Italo Calvino” ha detto Stringa “avesse conosciuto la sua opera, l’avrebbe citato nel capitolo ‘Leggerezza’ del suo libro “Lezioni americane”. Le opere di Pianezzola danno un’idea di levità anche se voluminose, e ne sono la prova i pezzi esposti che fanno parte della Collezione Costenaro e che potranno essere ammirati il 30 luglio in sede nella visita guidata per ammirare anche capolavori di tanti altri autori.

Prenotazioni: 0424 382586 – 379 128 2153 www.collezionecostenaro.it/it


Articolo a cura di Marica Rossi