Il nome è lungo da pronunciare come lunga vorremmo fosse la visita per poterne godere appieno bellezza e originalità.
Siamo a Venezia nel sestriere di San Marco, in prossimità di Campo Manin. Parliamo del Palazzo Contarini del Bovolo che si affaccia sul rio di San Luca. La posizione è strategica perché si trova tra Rialto, cuore economico della città e San Marco, cuore politico.
La facciata esterna sul rio San Luca ha un aspetto semplice, elegante, ma non particolarmente originale. E’ quella che affaccia sul cortile interno, noto come Corte del Maltese, a presentarsi in tutta la sua magia. Questa è anche detta corte dei Risi o del Bovolo.
La costruzione dell’edificio risale ai secoli XIV-XV per volontà della famiglia dei Contarini di San Paternian che furono soprannominati “del Bovolo” a partire dalla fine del Quattrocento periodo a cui risale la famosa scala a chiocciola che caratterizza la costruzione. In veneziano bovolo siognifica chiocciola. Ecco svelato l’arcano di questo nome a dir poco bizzarro.
Sembra proprio che essa risalga all’anno 1499 quando Pietro Contarini volle che la nuova scala venisse addossata sul retro della casa da stazio dei Contarini a San Paternian, occupando parte di uno scoperto di proprietà, contigua alla Corte dei Risi e alla calle della Vida. Leggenda narra che che Pietro Contarini costruisse la scala perché voleva raggiungere la sua camera da letto a cavallo.
All’epoca c’era la consuetudine di realizzare scale elicoidali, possiamo rammentare ad esempio in altre città quella del Palazzo Ducale di Urbino detta a Lumaca del Torrione.
Le scale a chiocciola, interne nel perimetro murario e talvolta anche sporgenti dai volume delle fabbriche, erano con ogni probabilità conosciute e proposte fin dai primi secoli dell’architettura lagunare. Infatti il loro sviluppo a spirale risultava ben adatto ad assicurare i collegamenti verticali con il massimo risparmio di spazio. Un vantaggio non da poco per una città come Venezia che è sempre stata alla ricerca di aree e spazi edificabili al suo interno. Quello elicoidale è un modello organizzativo di scala a cui le generazioni di costruttori veneti rimasero nei secoli fedeli.
Ma ciò che rende unica la scala del Palazzo Contarini è riconducibile alla struttura e alla dimensione. E’ alta 26 metri, ha una lunghezza complessiva di 9,80 metri, il diametro esterno del cilindro murario è di circa 4,70. E’ costruita con mattoni e pietra d’Istria Per tutta la sua altezza è formata da logge e archi. Nonostante il caldo, se programmiamo una visita a breve giro di giorni, dobbiamo armarci di acqua e, soprattutto, polpacci allenati così da affrontare gli 80 gradini monolitici che si salgono rigorosamente in senso antiorario. Essi portano ad un belvedere a cupola, la cui copertura interna in legno è del 1874. Infatti, una volta superata la fatica della salita, il premio meritatissimo è un colpo d’occhio meraviglioso a 360 gradi sui tetti della città, compreso lo svettante campanile di piazza San Marco.
Questo spazio fu utilizzato anche come punto di osservazione delle stelle: infatti il 2 aprile 1859, Wilhelm Tempel, dal belvedere della torre, scoprì con il suo telescopio la cometa C/1859 G1, ed il 19 ottobre 1859 la Nebulosa di Merope delle Pleiadi.
La famiglia Contarini tra XV e XVI secolo poteva vantare illustri senatori della Serenissima quali Pietro, Marco e Giovanni Battista Contarini. Il ramo di San Paternian nel Trecento si era potuto fregiare dell’alto onore di aver dato un doge alla Serenissima Repubblica, Andrea Contarini.
Dopo alcune vicissitudini e cambi di proprietari il Palazzo divenne nel 1803 un albergo detto “del Maltese” (da qui la denominazione della corte del Maltese sulla quale si affaccia il palazzo). A metà Ottocento fu trasformato in sede della Congregazione di Carità della parrocchia di San Luca. Il palazzo appartiene tuttora all’IRE di Venezia, acronimo per Istituto di ricovero e di educazione.
Contarini è un cognome nobiliare diffuso a Venezia e nell’entroterra, meglio detto dominio de tera: ricordiamo i Contarini dagli Scrigni, proprietari della Villa omonima di Piazzola sul Brenta; ma per restare in laguna i Contarini dal Zaffo con un palazzo omonimo a Cannaregio o ancora i Contarini della Porta di Ferro che vivevano in un palazzo in salizzada Santa Giustina, il cui ingresso si caratterizzava per dei vistosi battenti in ferro (risalenti al XV secolo).
La galleria di Palazzo Contarini del Bovolo presenta un breve, ma significativo percorso dedicato al panorama artistico veneziano tra Cinquecento e Settecento. Tra le opere esposte segnaliamo il bozzetto del Paradiso di Jacopo Tintoretto per la Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, il ritratto del Moro Lazzaro Zen di Francesco Guardi e una rara scultura in cartapesta di Jacopo Sansovino.
Nel giardino del palazzo sono conservate anche otto vere da pozzo e altro materiale lapideo, proveniente dalla distrutta chiesa di San Paternian. In particolare la più grande di tutte le vere è di origine veneto-bizantina e risale all’XI secolo. La struttura è in pietra d’Istria e decorata con bassorilievi.
Tutto l’insieme del Palazzo ha un fascino esclusivo, confermato anche dall’arte cinematografica che qui ha visto Orson Welles girare alcune scene del suo Othello del 1952.
Ora non ci resta che attivarci e fare una visita. Tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 18.00 (ultimo ingresso alle ore 17.30). Attendiamo però almeno domenica 16 agosto perché a Ferragosto l’edificio è chiuso così come il 1° gennaio, il 1° novembre, a Natale e Santo Stefano.
Anche in questo caso, usiamo tutte le accortezze previste dalle ordinanze sulla sicurezza.