La Fenice in Basilica Palladiana incanta con il Vivaldi sconosciuto

La Fenice in Basilica Palladiana incanta con il Vivaldi sconosciuto

Articolo di Marica Rossi

Che serata sabato 27 gennaio a Vicenza con la Fenice per la prima volta in Basilica Palladiana e l’esecuzione in prima assoluta d’un Vivaldi ‘ritrovato”!

Una partitura con La Sonata in La maggiore anonima fino a un paio di mesi e recentemente attribuita a Vivaldi da Federico Sardelli dopo essere stata scovata a Vienna da due musicologi di cui uno l’italiano Fabrizio Ammetto. E non era la sola magia, perché l’ensemble veneziano suonava al cospetto della mostra “Caravaggio, Van Dyck, Sassolino – i tre capolavori a Vicenza” esposti fino al 4 febbraio, avendo quale filo conduttore il tempo. Un tema portante che ben ha legato col programma scelto dalla Fenice.

L’evento

Privilegiati dunque i trecento fortunati spettatori (il numero consentito in Basilica per motivi di sicurezza) che son riusciti ad accaparrarsi un ticket sul previsto sito (ingresso gratuito) essendo comunque consolatorio per chi non ce l’ha fatta, di poter seguire l’evento in diretta su TVA. Ed è valsa la pena perché al repertorio non mancava nulla. C’è stato il Vivaldi attesissimo delle quattro stagioni, quello meno noto del concerto per violino in mi minore, e un Vivaldi mai ascoltato prima in tempi moderni, ovvero, come sopra s’è detto, la sonata per violino in la maggiore RV 829 scoperto questa estate dallo spagnolo Javier Lupianez che coinvolse il nostro specialista di Vivaldi, Fabrizio Ammetto (prima citato) che ne ha confermato l’autenticità. L’attribuzione è stata poi sancita dal Comitato scientifico dell’Istituto Antonio Vivaldi guidato da Federico Maria Sardelli che, dopo la sua approvazione, ne ha designato il numero di catalogo riportato nel foglio di sala. Si è partiti proprio da questa spiegazione da parte del maestro e solista Federico Guglielmo cui è seguita l’inedita esecuzione per Violino e Basso da parte del Maestro assieme al violoncellista Francesco Ferrarini con Diego Cantalupi alla tiorba e Roberto Loreggian al cembalo. Dopo un tale esordio c’è stata l’apertura ufficiale con il molto lusinghiero intervento di Fortunato Ortombina, sovrintendente della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia che ha definito la Basilica una chiglia gioiello di civiltà e arte; e subito dopo di Giacomo Possamai sindaco del Comune di Vicenza che si è detto onorato di ospitare l’Orchestra della Fenice nel luogo simbolo della città, dichiarando di “volere una città che dialoga e costruisce relazioni forti nel panorama culturale del Veneto”. Entrambi con evidente compiacimento, si sono espressi sul valore della scoperta e di tutta la manifestazione. Il primo ha inoltre ricordato che la città del Palladio in altra sede ospitò più volte tra gli anni ’96 e 2001 l’Ensemble in attesa della ricostruzione del ‘suo’ teatro e che perciò l’attuale trasferta è stata una sorta di pellegrinaggio. Ed è stato un vero trionfo per il maestro Guglielmo e per gli archi della Fenice. Come ovvio, il più ampio spazio i sedici orchestrali l’hanno dedicato ai concerti delle Stagioni dove c’è stato “l’incipit tonico della Primavera, la spettacolare Estate scolpita nei giochi dinamici del contrasto, l’Autunno soave e l’aspro Inverno, con Guglielmo a far fiorire di abbellimenti la ripresa della melodia del Largo, riproposto alla fine come bis “(Filippo Lovato). Scroscianti al termine gli applausi che hanno richiamato sul palco i musicisti più volte. L’evento promosso e organizzato dal Comune di Vicenza con la collaborazione del Consorzio Vicenza è stato sostenuto da Agsm, Leodari Pubblicità srl, Aquila Corde Armoniche.