Pasqua: tra Padova e l'isola omonima

Pasqua: tra Padova e l'isola omonima

Lo splendido Museo di Geografia di Padova, in Via del Santo 26, è il primo in Italia: è stato ufficialmente inaugurato il 3 dicembre 2019. E’ il dodicesimo museo universitario padovano e presenta pezzi di grande valore perché le collezioni di Geografia rappresentano preziosa testimonianza delle attività di ricerca e didattica svolte all’Università di Padova nel campo della geografia dal 1872 ad oggi e raccontano gli affascinanti sviluppi del pensiero geografico. Attraverso strumenti, carte, globi, plastici e fotografie, il Museo propone un viaggio articolato in tre tappe, riassunte nelle parole chiave esplora – misura – racconta.

Il Museo di Geografia si trova al piano nobile di Palazzo Wollemborg, sede dell’attuale Sezione di Geografia del DiSSGeA e di quello che fu il primo e unico Dipartimento di Geografia in Italia, dove geografia fisica e geografia umana convissero dal 1984 al 2011.

       L’Università di Padova fu tra le prime in Europa a consacrare una cattedra alla Geografia. Un primo innovativo esperimento fu tentato già nel 1745, quando una cattedra di Scienze nautiche e Geografia venne affidata a Gian Rinaldo Carli, che tuttavia dovette rinunciarvi per motivi familiari già nel 1749.
Circa un secolo dopo, nel 1855, la legislazione asburgica portò all’istituzione di una cattedra di Geografia dedicata alla formazione degli insegnanti per i nuovi Licei-ginnasi. Risale a questa fase – attiva fino al 1858 – il primo nucleo di atlanti murali fisici e storici conservati presso il Museo.
Nel 1867, come adeguamento alle norme italiane che prevedevano l’insegnamento della Geografia nelle Facoltà di Lettere, un corso libero di Geografia fisica fu assegnato a Giuseppe Dalla Vedova, promosso Professore Straordinario nel 1872. Trasferitosi a Roma, nel 1878 seguì in cattedra Giovanni Marinelli, con Dalla Vedova considerato uno dei “padri della geografia italiana”.
La loro eredità materiale – insieme a quella dei successori Giuseppe Pennesi, Roberto Almagià, Arrigo Lorenzi, Luigi De Marchi, Giuseppe Morandini, Bruno Castiglioni e tutti gli altri geografi del secondo dopoguerra – costituisce il patrimonio tangibile del Museo di Geografia: globi, plastici, atlanti, carte geografiche, fotografie e strumenti raccolti in 150 anni di attività didattica e di ricerca. Ad esso si aggiunge un patrimonio intangibile fatto di pratiche e memorie correlate, cui il Museo dà voce e spazio.

Per questo periodo pasquale sono programmati vari eventi: il prossimo è rivolto alle famiglie con bambini dal titolo “I misteri di Rapa Nui”.

        L’occasione viene dall’anniversario importante connesso alla vita di una piccola comunità di polinesiani che più di mille anni fa, navigando su una flotta di canoe in legno, raggiunse un’isola vulcanica sperduta nell’oceano Pacifico meridionale, a ben 3.700 chilometri a Ovest del Sudamerica e 1.770 dall’isola più vicina. In quest’isola, chiamata Rapa Nui (letteralmente “la grande roccia”), si sviluppò successivamente una cultura architettonica e artistica peculiare, che ha raggiunto l’apice tra il X e il XVI secolo, quando sull’isola furono costruiti ed eretti circa 900 moai: blocchi di pietra di circa 14 tonnellate scolpiti a forma di teste e toraci. Quest’isola pare sia rimasta isolata dal resto del mondo fino al 5 aprile del 1722, quando il navigatore ed esploratore olandese Jakob Roggeveen, vi sbarcò con il suo equipaggio. Era il giorno di Pasqua e così Rapa Nui venne ribattezzata “Isola di Pasqua”.

Attraverso il gioco si mira a far scoprire la geografia e la storia di questa straordinaria isola cilena, tutt’oggi avvolta nel mistero. I visitatori saranno accolti da un discendente del pirata Edward Davis (colui che pare avvistò per primo l’isola nel 1687, senza sbarcarvi) e poi accompagnati ad avventurarsi in un dinamico percorso di visita e di gioco organizzato in tre tappe ispirate alle parole chiave del museo: esplora, misura e racconta».
Un nuovo modo per promuovere la riscoperta di un sapere, quello geografico, capace di arricchire attraverso il contributo congiunto delle scienze sociali e naturali sia i nostri sguardi sul quotidiano, a scala locale, sia la comprensione dei fenomeni complessi, a scala globale.
L’Università si apre alla città accogliendo famiglie e bambini coinvolgendoli in un percorso di riscoperta della geografia.
La prossima data è martedì 19 aprile. Sono previsti 10 turni di visita da 20 persone ciascuno, con partenza ogni 30 minuti, dalle ore 10.00 alle 12.00, e dalle 15.00 alle 17.00.

 

 

La durata complessiva delle attività è di 45 minuti. Il costo dell’ingresso è di € 5,00 per tutti i maggiori di 4 anni.
La prenotazione è obbligatoria e si effettua online: https://musei.unipd.it/it/museo-geografia-rapa-nui