
Tra i ricordi in chiave trentina legati alla Guida Michelin merita sicuramente di essere citato l’incontro avvenuto nel 2004 al Ristorante “Le Calandre” di Sarmeola di Rubano (Padova) tra lo chef della Val di Fassa Alfredo Chiocchetti e il pluristellato Massimiliano Alajmo al quale tre anni prima, all’età di soli 28 anni, primo al mondo, i severi ispettori della guida francese avevano assegnato il riconoscimento più prestigioso: le Tre Stelle.
Bene, quel giorno di dicembre, a insaputa di Massimiliano, suo ex garzone di bottega, ormai diventato una star della ristorazione mondiale, Alfredo si presenta alle “Calandre” accolto dal fratello sommelier Raffaele. Mentre Massimiliano era in cucina, noi ci accomodiamo nel salottino e nell’attesa Raffaele apre una bottiglia di Champagne. Brindiamo. Dieci minuti dopo, forse per curiosare chi era entrato, Massimiliano esce dalla cucina e quando scorge Alfredo seduto, corre incontro al suo mentore, si inginocchia ai suoi piedi e poi lo abbraccia. Scena indimenticabile. Dopo averci salutato, torna ai fornelli per preparare le leccornie del giorno. Entriamo in sala da pranzo alle 13.30, usciamo alle 18.30 dopo aver assaggiato non venti, ma almeno trenta piatti d’autore (naturalmente in versione “bonsai”, metafora che il critico gastronomico Luigi Cremona ama usare quando recensisce i piatti dei ristoranti Michelin) con Raffaele che si divertiva a stappare bollicine a go go e grandi vini d’annata.
bravo. E avevo capito quanto amava questa professione. Meritati i riconoscimenti internazionali ricevuti, ma credetemi il suo successo non è dipeso dai miei insegnamenti, ma dal suo talento, cristallino”. A fine pranzo, quando riferiamo a Massimiliano le parole d’elogio espresse da Chiocchetti, replica: «Alfredo è il solito modesto. Ma non gli crede più nessuno. Lui mi ha lasciato molto, molto di più che una lezione di cucina, mi ha trasmesso dei valori. E’ stato un vero maestro”. Mentre Alfredo si commuove, io e il collega Malaman applaudiamo e a quel punto Raffaele stappa come omaggio al Trentino, un Giulio Ferrari Riserva del Fondatore – noblesse oblige – per il brindisi finale che chiude questa indimenticabile giornata.










