Nel rinnovato Museo Civico di Bassano la mostra di Dorothea Lange

Nel rinnovato Museo Civico di Bassano la mostra di Dorothea Lange

Da decenni lo si elogia per la preziosità e la rarità delle sue raccolte e per le mostre che sapientemente le fanno conoscere. Oggi il Museo Civico di Bassano fa ancora di più e ci aspetta per il doppio appuntamento che riserva molte sorprese. Il primo è per l’allestimento completamente rinnovato delle sue collezioni permanenti, il secondo è dedicato alla straordinaria monografica che rimane fino al 4 febbraio su Dorothea Lange, una delle più grandi fotografe di tutti i tempi.

Subito va detto che Il nuovo volto del Civico voluto dall’Amministrazione Comunale con il sindaco Elena Pavan e l’Assessore alla Cultura Giovannella Cabion, ha trovato nella direttrice Barbara Guidi una guida che punta al massimo della qualità rendendo ogni settore più ricco e accogliente. E infatti il nuovo itinerario messo in atto col progetto di allestimento dello Studio Ravalli, ha tenuto conto delle esigenze del pubblico di ogni età e provenienza.

Un contesto dove il passato, il presente e il futuro si incontrano confermando il ruolo dell’Istituzione di essere il cuore pulsante della vita cittadina proponendosi come ‘un nuovo‘ museo. Infatti lo spazio così concepito gode di molto appeal, rinnovato com’è nel percorso, nell’illuminazione, negli apparati didattici e nella segnaletica, avendo come fiore all’occhiello “Il Ritratto di uomo in armi”. Un capolavoro di Jacopo Dal Ponte acquisito alla città grazie al contributo di istituzioni, aziende, e privati, che fa bella mostra di sé nella sala dei Bassano.

Il Cavallo colossale

Ovvio che a primeggiare nella visita sono le sale dedicate a Canova, del cui colossale cavallo stiamo attendendo anche l’esposizione permanente. L’opera, come noto mastodontica, sarà ammirata in dimensione reale grazie alla realtà aumentata. E intanto a partire da adesso attraverso l’applicazione ARtRestore scaricabile tramite QR Code, è già possibile vedere nelle sue autentiche dimensioni Il Cavallo gigantesco.

Il visitatore salendo al piano nobile del Museo dovrà accedere alla App nella sezione dedicata ai restauri, selezionare ‘Antonio Canova-Cavallo Colossale’ e successivamente: “Vedi realtà aumentate”. E dunque inquadrando l’icona del cavallo posizionata sul pavimento al centro dell’ottagono, apparirà l’opera in dimensione reale con tutto il suo monumentale e imponente fascino. Questa applicazione ARtRestore è offerta da UNOARTE

La storia del Cavallo

Il cavallo, modello colossale in gesso realizzato da Antonio Canova, era destinato a un monumento equestre. Fu eseguito tra il 1819 e il 1821 come modello da fondere in bronzo commissionatogli dal re di Napoli Ferdinando di Borbone, dovendo raffigurare il sovrano a cavallo. Il modello in gesso fu completato per la sola parte del quadrupede a causa della sopraggiunta morte dell’artista nell’ottobre 1822. Rimasto nello studio romano di Canova, fu donato poi al Museo di Bassano dal fratellastro dello scultore Giambattista Sartori Canova assieme ad altre opere.

La scultura, malgrado varie vicissitudini e i rischi durante il bombardamento al museo nel 1945, era rimasta illesa ma negli anni Sessanta fu trasferita nei depositi in vista di alcuni lavori strutturali della sala e poi sezionata per ordine dell’allora direttore Passamani con l’idea di ricollocarla in seguito in una posizione più adeguata. Disatteso quel proposito, è accaduto che quei frammenti subissero nel corso degli anni vari spostamenti danneggiandosi ulteriormente, mentre la testa fu preservata e costantemente tenuta nel percorso espositivo del museo a memoria del valore storico-artistico del manufatto.

Fortuna ha voluto che nel corso delle recenti celebrazioni per l’artista di Possagno, sia stato deciso il restauro del favoloso colosso. Un progetto del Museo che giungerà a compimento anche perché le tecnologie di oggi fanno sì che quel recupero sia fattibile.
Per ora c’è comunque la possibilità di ammirarne la pregevole fattura nei modi sopra descritti.

La grande mostra fotografica, ” Dorothea Lange L’altra America”

dorothea-lange-migrant-mother-museo-civico-bassano

Attraverso una selezione di duecento opere che provengono da Washington e da New York, la mostra si incentra sul periodo d’oro della carriera della fotografa, dagli anni Trenta alla Seconda Guerra Mondiale, dando conto di una ricerca tesa a restituire un sincero e partecipato ritratto di ciò che la circondava. Come affermò lei stessa:” la macchina fotografica è uno strumento che insegna alla gente come vedere il mondo senza di essa”.
La mostra nata dalla collaborazione con CAMERA (Centro Italiano per la fotografia di Torino), è a cura di Walter Guadagnini e Monica Poggi.

unknown-dorothea-lange-museo-civico-bassano
Autrice dell’icona Migrant Mother che ha saputo esprimere la tragedia della Grande Depressione, Dorothea Lange (Oboken, New Jersey 1895- San Francisco 1965) merita il suo successo planetario. La sua sensibilità e bravura acuite dalle traversie personali e dalla terribilità di quei decenni, l’hanno portata a raccontare come nessuno, il vissuto emotivo di chi ha incontrato.

L’attestazione che lei abbia contribuito a renderci consapevoli del grande potere della fotografia di dare voce a persone altrimenti invisibili nello scorrere della storia, è stata espressa da Vittorio Sgarbi che giovedì scorso, assieme alle autorità preposte, ha presentato la mostra, la quale in questo primo weekend ha già registrato ben 700 ingressi e consensi unanimi a vasto raggio.

 

Articolo di Marica Rossi