Scatti originali alla mostra "Padova particolare"

Scatti originali alla mostra "Padova particolare"

Nonostante la situazione “straordinaria” a causa del Covid e dell’aumento dei contagi, le offerte culturali del nostro territorio continuano numerose. L’Assessorato alla cultura di Padova ha promosso una mostra fotografica “Padova particolare”, che raccoglie gli scatti di Massimo Norbiato. La mostra si è aperta a metà del mese scorso (il 16 dicembre) e si concluderà il 23 gennaio. A ingresso libero, aperta dal martedì alla domenica, con orario dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 15:00 alle 18:00. Obbligatorio il green pass.

Massimo Norbiato (Padova, 1951) esordisce giovanissimo con la foto analogica, fino allo sviluppo e alla stampa in proprio in camera oscura. Dal 2007 fotografa in digitale.
Dal 2010 collabora con il Fotoclub Padova per la promozione della fotografia come strumento espressivo e culturale tenendo lezioni e corsi.
Ha all’attivo due mostre personali. Sue fotografie compaiono in diverse pubblicazioni e sono oggetto di conferenze.

Il fotografo Norbiato ha scelto di mettere a confronto scorci di Padova del passato e del presente, facendo risaltare gli elementi di continuità e/o di interruzione tra la città degli anni sessanta/Settanta e la realtà urbana odierna, tra cambiamenti e trasformazioni. Inserita nel bel contesto della Sala della Gran Guardia (piazza dei Signori, angolo con via Monte di Pietà), la raccolta fotografica presenta immagini di formato quadrato che non consentono inquadrature ampie, ma evidenziano i dettagli della città. Le singole fotografie – afferma l’artista – sono come le parole: se messe assieme possono illustrare un’idea, stimolare una riflessione.
L’osservatore è spinto così a focalizzare lo sguardo sul soggetto, riuscendo a cogliere il messaggio con immediatezza.

Si tratta di settantadue scatti a colori che riprendono soggetti architettonici e artistici della città di Padova: esterni di case, palazzi, chiese e monumenti storici, artistici e non, decorazioni, sculture, affreschi, pitture murali eseguite da artisti di strada, iscrizioni e semplici graffiti, insegne vecchie e nuove.

La mostra è ordinata per sezioni riconducibili ai materiali del soggetto: pietra marmo, ferro, vetro, cemento, acciaio. Per proseguire poi con: Urbs picta, da podestà a podestà, “per non dimenticare”. Le sezioni sono presentate in coppia, in modo che il visitatore possa simultaneamente concretizzare l’immediato confronto, “smontarlo” e coglierne il significato.
Norbiato si focalizza sulle forme, sui pieni e sui vuoti, sulle linee che compongono gli scatti, sui colori, sulla luce, sui materiali, e la scelta di avvicinare realtà diverse fa trasparire nitidamente gli accordi oppure i contrasti. Talvolta il confronto tra il prima e il dopo riesce difficile all’osservatore proprio perché incomparabili sono le differenze nel realtà della città, che negli ultimi anni ha subito una significativa (forse eccessiva) trasformazione. A volte il contesto architettonico presenta degli “a solo” inconfrontabili.


Si resta meravigliati davanti al confronto “dialogante” tra il Battistero (dedicato a San Giovanni Battista, è un edificio di culto ubicato accanto al Duomo) e il monumento “Memoria e Luce”. Ricordiamo che quest’ultimo si trova nell’area delle Porte Contarine ed è uno dei pochi monumenti contemporanei della città, opera di Daniel Libeskind, architetto statunitense di origine polacca di fama internazionale, riconosciuto come uno tra i dodici più importanti architetti mondiali e già vincitore del concorso per la ricostruzione dell’area di Ground Zero a New York.

Il visitatore noterà il contrasto forte tra le facciate della chiesa di Santa Sofia (una chiesa tra le più antiche della città, sorta dalle rovine di un tempio pagano nel IX secolo circa) e quella dell’edificio della M31 Italia di Via Tommaseo. Originale anche il confronto tra gli affreschi del Guariento e la “street art” che si trova nella sezione Urbs picta.

La mostra si inserisce nel progetto “Non soltanto fotografia”, ideato dall’autore stesso, che permette di ripercorrere la storia di Padova, attraverso frammenti dall’antico al contemporaneo.
Per proseguire poi a casa il piacere della mostra, è presentato un catalogo delle opere esposte, con testo di presentazione a cura di Alberta De Nicolò Salmazo, ex docente di Storia dell’arte moderna nell’Ateneo patavino.