In città con Woody Allen? Si può, grazie alla meravigliosa iniziativa portata avanti dal gruppo “Filosofia di Vita” che anche per quest’anno organizza un ciclo di incontri. Si tratta della proiezione e analisi di quattro opere del regista Woody Allen.
Ogni proiezione è preceduta da una breve illustrazione della scheda tecnica del film programmato, tenuta da Bartolo Ayroldi Sagarriga, e seguita dal commento del filosofo Umberto Curi che dialoga con il pubblico.
L’iniziativa è realizzata in collaborazione con l’Assessorato alla cultura del Comune di Padova.
Si inizia lunedì 21 novembre con la proiezione del film “Io e Annie”, un classico di Allen che consacrò il regista tra i maggiori registi americani. Infatti il film si è aggiudicato quattro Premi Oscar. La pellicola narra la storia di un comico, Alvy Singer, che si è lasciato con Annie Hall (una splendida Diane Keaton) dopo un anno circa di relazione e si ritrova a raccontare la storia del loro rapporto, cercando di capire quali suoi problemi sviluppati durante l’infanzia (depressione, nevrosi) possano essere stati complici della fine della storia.
Si prosegue poi il lunedì seguente 28 novembre con il celeberrimo “Manhattan” che risale al 1979: Ike è uno sceneggiatore per la tv che ama il luogo in cui vive e nel quale vuole ambientare il suo primo libro. Ama anche la giovane Tracy, da lei a sua volta riamato. Si è separato dalla moglie che ora vive con una donna. Ike vorrebbe che Tracy cogliesse l’occasione che le viene offerta di partecipare a uno stage teatrale a Londra e intanto conosce Mary, una giornalista, con la quale scopre progressivi elementi di affinità.
E’ la volta, poi, del 5 dicembre con “La rosa purpurea del Cairo” che risale al 1985, diretto da Woody Allen ed interpretato, fra gli altri, da Mia Farrow, Jeff Daniels e Danny Aiello. Cecilia, una donna umiliata e frustrata dalla dura routine presso il locale in cui lavora e dal trattamento bestiale che le riserva il marito inizia a frequentare un modesto cinema a New Jersey, dove si rifugia nell’immaginario di un mondo diverso, di bellezza e tenerezza, champagne e poesia, con tale incantata assiduità da dimenticare la realtà. Qui vive una fantasiosa avventura col più affascinante dei personaggi del film “La rosa purpurea del Cairo”, che, attirato dalla sua patetica fedeltà, lascia improvvisamente lo schermo. Alla fine, si dovrà confrontare con la vita reale senza mai perdere il sorriso che il sogno del cinema le consente.
L’ultimo appuntamento è per lunedì 12 dicembre con il film “Crimini e misfatti” Un film del 1989, indicato da molti come uno dei migliori film di Allen. Ciononostante di scarso successo al botteghino. La trama prevede la storia di un regista di documentari che ama una regista. Lei però gli preferisce un produttore televisivo. Il tema è quello del dilemma morale di Judah, se cioè una persona possa continuare a vivere nell’indifferenza, con la consapevolezza di aver compiuto un omicidio. Ciò rimanda all’idea principale della trama del romanzo Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij (1866), sebbene proponga una soluzione finale opposta a quella del romanzo.
Allen ha affrontato lo stesso tema nei suoi successivi film Match Point (2005), Sogni e delitti (2007) e Irrational Man (2015).
Per quanto riguarda la filmografia di Woody Allen, dai primi successi come “Prendi i soldi e scappa” e “Il dittatore dello stato libero delle Bahamas” nasce il personaggio con cui Allen ha conquistato il grande schermo. Un uomo nevrotico, impacciato e sfortunato con le donne.
A partire da “Io e Annie” arrivano i primi riscontri critici e commerciali, la commedia di Allen diviene più complessa, sofisticata e mescolata a toni drammatici. Il gusto per la filosofia diventa tutt’uno con la trama e la sceneggiatura. Gli anni novanta invece segnano per il grande regista americano un utilizzo di toni più leggeri che implica il ritorno ad uno stile più simile alle origini come dimostrano il film “Tutti dicono I love you” e “Criminali da strapazzo”.
Una rassegna da vedere e… da ascoltare: il dopo film infatti prevede un dialogo con il filosofo Umberto Curi che analizza la regia, i temi e i caratteri della pellicola. Un’ottima occasione in città per tornare a uscire – anche di lunedì – e rivedere pellicole di grande qualità.
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