Una commedia "evergreen" alle Maddalene

Una commedia "evergreen" alle Maddalene

“Gli innamorati”: una delle pièces di Goldoni tra le più amate, che piace e diverte e ad un tempo spinge a riflettere.

Sulla scena la storia di due amanti, Eugenia e Fulgenzio che vivono una relazione complicata fatta di gelosie, impulsività, a volte perfino collera e spirito di vendetta. I due così si dividono spesso, ma altrettanto spesso ritornano assieme.

Questa la trama che sul palco ricrea ogni volta la magia e l’incanto del teatro. La regia di Andrea Chiodi su adattamento di Angela Dematté con la produzione del TSV (Teatro Stabile del Veneto) trasforma i tre atti del testo goldoniano, accorciando e compattando alcune scene, ma mantenendo lo spirito del commediografo veneziano.

Per la scena, uno sfondo semplice, essenziale, dalle forme geometriche oblunghe, un arredo basico. Prevalgono i toni caldi del giallo in contrasto poi con gli splendidi costumi verdi dal forte valore simbolico: il verde come colore della natura e della spontaneità, della rinascita primaverile ma proprio per questo anche delle continue novità che caratterizzano lo spirito dei giovani. Costumi che valorizzano ed esaltano le figure delle attrici e degli attori, caratterizzando ogni personaggio: seni prosperosi (la serva Lisetta) e busti piatti (Eugenia), redingote da vanesi damerini (l’avvocato Ridolfo) e soprabiti a strascico per padroni di casa un po’ goffi e vanitosi (lo zio Fabrizio). Il contrasto di tonalità e colori è vincente, si fissa nella retina dello spettatore con immagini che permangono anche “dopo” l’uscita da teatro e lo spegnersi delle luci.

Attori giovani, quelli scelti dal regista, a completare un’operazione dal forte valore simbolico: brio e energia degli interpreti si coniugano perfettamente con l’effervescenza e l’entusiasmo dei personaggi. I nove attori paiono avere spontaneo in sé il turbamento del cuore tanto caro a Goldoni. La recitazione infatti non pare “recitata”, ma spontanea: gli scatti umorali di Eugenia o le bizze talora violente di Fabrizio sono un atteggiamento tipico dei giovani. Infatti è proprio a loro che Goldoni e conseguentemente il regista si rivolgono. L’obiettivo è quello di mettere in guardia i giovani: “Povera gioventù sconsigliata! Volersi tormentar per amore! Voler che il balsamo si converta in veleno? Pazzie, pazzie. Specchiatevi, o giovani, in questi Innamorati ch’io vi presento; ridete di loro, e non fate che si abbia a rider di voi”.

Ecco il senso dello splendido specchio che spicca a lato della scena a gratificare il narcisismo dei personaggi e a far riflettere su se stessi e sull’esistenza.


Il teatro come specchio del mondo, dicevano gli antichi Greci. E’ così anche per le commedie goldoniane: basti ricordare titoli corali quali “Le baruffe chiozzotte” o “I pettegolezzi delle donne” sui vizi e le virtù della gente comune o ancora “I Rusteghi” che stigmatizza la borghesia reazionaria e conservatrice.
In questa pièce dal gusto raffinato, vari sono i suggerimenti alle giovani generazioni dell’epoca (XVIII secolo) e moderne: ascoltare le ragioni del cuore senza però farsi prendere da passioni incontrollate, confidarsi e aprire il proprio animo nella condivisione amicale o familiare, imparare – perché no? – dalle proprie e altrui disavventure a gestire un sentimento tanto piacevole quanto, a volte, disperato.

Ma tornando allo spettacolo: una scelta “inclusiva” quella della regia e della produzione. Le recite sono bissate anche per le scuole e per il pubblico dei giovanissimi, sicuramente colpiti e punzecchiati dal busto nudo di Eugenia all’apertura del sipario, ma poi, nello svolgersi dell’opera, accompagnati a pensare ai propri sentimenti e comportamenti.

Ammirevole la scelta della produzione di offrire delle repliche aperte al pubblico di ciechi e sordi: i primi hanno accesso a un’audio introduzione dello spettacolo, al pieghevole di sala tradotto in alfabeto braille, mentre i secondi possono seguire i dialoghi grazie all’ausilio di un tablet con sottotitoli e a un video introduttivo con traduzione in LIS.

L’ultimo spettacolo oggi 23 ottobre alle 16.00 a Padova presso il Teatro delle Maddalene.