Una Venezia in biancoenero

Una Venezia in biancoenero

Dallo scorso 5 settembre, a Palazzo Grassi (Campo San Samuele – San Marco 3231) finalmente riaperto dopo sei mesi di chiusura per manutenzione, è visitabile la mostra “HyperVenezia”, un evento espositivo dedicato alla città in occasione dei 1600 anni dalla sua fondazione (421 d.C.), che presenta per la prima volta al pubblico l’ambizioso “Venice Urban Photo Project”, ideato e realizzato da Mario Peliti. La mostra ha il supporto di Saint Laurent.
L’esposizione è curata da Matthieu Humery, conservatore nella Collection Pinault. Sono visibili circa 400 foto tradizionali in b/n che ripercorrono un ideale itinerario per i sestieri di Venezia. All’insegna delle nuove tecnologie, c’è poi una mappa site-specific composta da circa 900 immagini geolocalizzate di Venezia ad offrire una splendida panoramica di tutta la città. C’è poi un terzo “percorso” che prevede un’installazione video di oltre 3.000 fotografie che scorrono accompagnate da una composizione musicale inedita. Il compositore è il noto musicista Nicolas Godin, membro del duo di musica elettronica “Air”.
Il realizzatore Politi aveva iniziato a mappare la città nel lontano 2006 allo scopo di raccogliere un vasto archivio di immagini così da restituire una rappresentazione inedita dell’intero tessuto urbano di Venezia Dallo scorso 5 settembre, a Palazzo Grassi (Campo San Samuele – San Marco 3231) finalmente riaperto dopo sei mesi di chiusura per manutenzione, è visitabile la mostra “HyperVenezia”, un evento espositivo dedicato alla città in occasione dei 1600 anni dalla sua fondazione (421 d.C.), che presenta per la prima volta al pubblico l’ambizioso “Venice Urban Photo Project”, ideato e realizzato da Mario Peliti. La mostra ha il supporto di Saint Laurent.
L’esposizione è curata da Matthieu Humery, conservatore nella Collection Pinault. Sono visibili circa 400 foto tradizionali in b/n che ripercorrono un ideale itinerario per i sestieri di Venezia. All’insegna delle nuove tecnologie, c’è poi una mappa site-specific composta da circa 900 immagini geolocalizzate di Venezia ad offrire una splendida panoramica di tutta la città. C’è poi un terzo “percorso” che prevede un’installazione video di oltre 3.000 fotografie che scorrono accompagnate da una composizione musicale inedita. Il compositore è il noto musicista Nicolas Godin, membro del duo di musica elettronica “Air”.

www.domusweb.it/it/arte/gallery/2021/10/07/12mila-e-passa-foto-in-bianco-e-nero-per-raccontare-venezia.html

Il realizzatore Politi aveva iniziato a mappare la città nel lontano 2006 allo scopo di raccogliere un vasto archivio di immagini così da restituire una rappresentazione inedita dell’intero tessuto urbano di Venezia. Alla fine del 2018 è stato firmato un accordo tra Mario Peliti, l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD), e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia, finalizzato alla valorizzazione di Venice Urban Photo Project attraverso la creazione di un fondo digitale – Venice Urban Photo Archive – presso l’ICCD.
La conclusione della ricognizione fotografica è prevista per il 2030.
Una mostra di foto in bianconero che si caratterizzano per una omogeneità di luce (la nota “luce del nord”)  che valorizza i particolari architettonici degli splendidi palazzi, delle calli e dei campielli. Ne esce una città silenziosa senza individui ma che proprio per questo consente all’osservatore di apprezzarla e provare nuove emozioni.
A guardare queste foto si percepisce una Venezia parallela a quella esistente, sospesa tra realtà e irrealtà, tra quotidianità e atemporalità che sorprende piacevolmente chi la guarda.
E’ strano vedere la Serenissima nella sua pura materialità: forse un po’ inquietante ma in fondo le città private dei loro abitanti sono così.
“Venice Urban Photo Project”, avviato prima in pellicola e dal 2013 in formato digitale, è un progetto che recupera il rigore metodologico e formale delle grandi campagne dei maestri dell’Ottocento e del Novecento, da Charles Marville a Eugène Atget, da Gabriele Basilico a John Davies.
La mostra sarà visitabile fino al 9 gennaio 2022. Il biglietto intero è di 15 euro, quello ridotto di 12 euro: con lo stesso biglietto si visita anche la mostra “Bruce Nauman: Contrapposto Studies” a Punta della Dogana

Mario Peliti (Roma, 1958), architetto di formazione, è editore e gallerista.
Ha fondato nel 1986 Peliti Associati, inizialmente studio di progettazione grafica, poi casa editrice, e dal 2000 anche agenzia di relazioni pubbliche. Ha diretto dal 1995 al 2002 la Galleria Minima Peliti Associati, dedicata alla fotografia d’autore, all’interno di Palazzo Borghese a Roma. Nell’arco di sette anni il piccolo spazio espositivo ha proposto quarantatré mostre presentando opere di Sebastião Salgado, Gianni Berengo Gardin, Gabriele Basilico, Mario Giacomelli, Mary Ellen Mark, Bert Stern, solo per citare i nomi più noti. Ha ideato lo European Publishers Award for Photography (1994-2015), concorso di sei case editrici di Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda e Spagna, finalizzato alla promozione internazionale di autori emergenti. Nel 2013 insieme a Paola Stacchini Cavazza ha aperto la Galleria del Cembalo, dedicata nuovamente alla fotografia e al suo rapporto con altre forme di espressione artistica, sempre all’interno di Palazzo Borghese. Vive e lavora tra Roma e Venezia.