La via monastica Benedettina. Alla scoperta dell’Abazia di San Pietro di Sorres

La via monastica Benedettina. Alla scoperta dell’Abazia di San Pietro di Sorres

Arroccato nei monti interni dell’antica regione storico-geografica del Meilogu, terra degli ancestrali popoli nuragici, di greggi e di pastori, il monastero benedettino di San Pietro di Sorres svetta nei pressi del piccolo centro di Borutta come un faro per la vita religiosa delle valli circostanti. Eretta nel XIII secolo, l’elegante chiesa romanica rappresenta uno dei più fulgidi esempi d’architettura Toscano-Pisana presenti in Sardegna. Già cattedrale durante il Giudicato di Torres, venne lasciata in stato di abbandono nei primi anni del 1500, secolo in cui la diocesi di Sorres fu inglobata nella sede arcivescovile di Sassari, per poi essere nuovamente insediata verso la metà del Novecento, periodo in cui l’antico monastero venne ampliato e la chiesa riportata all’antico splendore.

Paesaggio che circonda il Monastero di Sorres

Eletta al rango di Abbazia nel 1974 e divenuta celebre per  aver ospitato laboratori di restauro del libro e della pelletteria, oggi il complesso si presenta in ottimo stato: la bicromia che percorre gli edifici, in particolar modo la chiesa, riprende i colori della terra di Borutta e delle sue tradizioni. Un misto di nera roccia basaltica e arenaria bianca che forma delle geometrie visive lungo tutto il perimetro delle strutture dando sfoggio al gradevole progetto di Maistro Mariane, primo costruttore, e del monaco-ingegnere Agostino Lanzani, che si occupò del complesso restauro negli anni Cinquanta. Fu infatti quest’ultimo a costruite o restaurate le strutture presenti nel complesso religioso: la foresteria, in grado di ospitare quaranta persone, fornita di grande sala sottostante in cui poter sostare, il Museo della Basilica, in cui è possibile ripercorrere l’intera storia del sito dall’epoca neolitica fino ai nostri giorni, la biblioteca contenente gli antichi codici religiosi, e il meraviglioso chiostro, luogo di pace e contemplazione, punto d’incontro tra uomo e natura.

Interno della Chiesa di San Pietro di Sorres

L’occasione di poter riposare per alcuni giorni all’interno dell’abazia, seguendo un ritmo cadenzato dalle liturgie monastiche che da secoli seguono i dettami della regola benedettina, è innanzitutto un momento di riflessione, d’introspezione, di riposo. A cinquecento metri d’altitudine, lontana dai grandi centri urbani e immersa in un ambiente che si percepisce ancora selvaggio, incontaminato, le giornate scorrono serene, e il progressivo ritorno ad uno stile di vita che, dati i ritmi serrati a cui ci siamo abituati, potremmo definire “antico”, dona la possibilità di riconnettersi a uno stato di coscienza profondo e spirituale. Attirati dalle proposte provenienti dall’estero e facilitati dalla modernità che consente di raggiungere mete un tempo inaccessibili, abbiamo commesso l’errore di dare per scontato delle risorse d’inestimabile valore. In seguito a duemila anni d’espansione, le comunità ecclesiastiche hanno infatti edificato in gran parte del territorio italiano dei veri e propri monumenti alla bellezza e alla spiritualità che oggi risultano accessibili, e che abbiamo il dovere di riscoprire. Tutte questioni di cui abbiamo potuto discutere assieme all’Abate Luigi Tiana, reggente dell’Abazia di Sorres.

Perimetro del Chiostro Interno

«La forza di una comunità religiosa è la sua unione, la collaborazione per un intento comune e la preghiera. La regola benedettina esiste da circa millecinquecento anni, e continua ad essere esercitata nonostante l’incessante avanzamento della modernità e della tecnica. È necessario un “ritorno alla terra”, alla semplicità, alla natura per tornare a vivere serenamente. Sempre più spesso riceviamo ospiti che lamentano un disagio nella realtà in cui vivono, nell’attività lavorativa o in contesti famigliari.

Nonostante le sorprendenti tecnologie che hanno cambiato radicalmente il nostro modo di vivere, l’uomo rimane un “animale spirituale”, un essere in grado di porsi delle domande complesse e darsi delle risposte altrettanto ardite. Un fattore dato ormai per scontato nella società attuale, votata all’apparenza e al materialismo, ma che non è mai stato così urgente da affrontare. Per questo proponiamo un’ospitalità tesa al recupero di uno spazio vitale per l’anima attraverso la meditazione, la condivisione e la preghiera.

Tuttavia, ritengo sia importante specificare che la nostra ospitalità non ha nulla a che vedere con i circuiti proposti dal turismo di massa. Desideriamo ospitare persone interessate a intraprendere un percorso di analisi interiore ma che allo stesso tempo partecipino con rispetto alla vita religiosa ed entrino in armonia con l’ambiente monastico. Solo in questo modo, attraverso la partecipazione attiva e il rispetto, crediamo sia possibile recuperare la spiritualità perduta dell’individuo».

Veduta del Chiostro e di parte dell’Abazia

Contatti e Informazioni

Monastero Benedettino di San Pietro di Sorres, Borutta (SS)

Telefono: +39 079824001

WhatsApp: +39 3714429993

Email: Info@sorres.it

Sito Web: www.sorres.it