Con l’aria un po’ più fresca di questi giorni si può ricominciare a camminare sui nostri amati Colli Euganei. Sentieri ben segnalati, piazzole di ristoro, punti di osservazione per la fauna locale. Non parliamo però della minaccia dei cinghiali. Scordiamocene per un momento e dedichiamoci a camminare e curiosare tra le pietre. Sì, perché le rocce dei colli sono pietre di origine vulcanica. La forma stessa dei colli osservati dai dintorni è talvolta conica come quella di un vulcano, alternata a pendii più dolcemente arrotondati. Ad interrompere questi lievi rilievi, le vallate amene costellate da qualche campanile o paesino.
Camminando lungo i vari sentieri del Parco Colli (Parco regionale dal 1989) si notano subito rocce molto chiare, di natura calcarea. Sono rocce sedimentarie, formatesi attraverso il deposito di detriti e sedimenti quando in quest’area c’era ancora il mare. Non è raro trovare fossili di ammoniti. La roccia chiamata Rosso Ammonitico infatti si può osservare bene in località Fontanafredda, in una frattura del monte Resino. Prende il nome di Biancone invece una roccia calcarea di colore bianco: vi si riconoscono gusci calcarei di piccoli microscopici organismi che si sono depositati sul fondale del mare aperto e profondo.
Poi la Scaglia Rossa e la Marna Euganea: nella prima si possono riconoscere persino dei denti di squalo fossile.
Ma la roccia più famosa è sicuramente la Trachite, di color grigio-giallognolo che presenta una percentuale di silice tra il 65 e il 55%; per chi fosse interessato, la può vedere sul monte Lonzina, sul Colle della Rocca, sul monte Rusta. Questa risale ad ere che vanno tra i 33 e i 30 milioni di anni fa.
Per approfondire la conoscenza della geologia dei Colli Euganei possiamo visitare l’interessante museo geo-paleontologico di Cava Bomba nel comune di Cinto Euganeo. Un tempo fornace utilizzata nell’800 per l’estrazione e la produzione della calce segna il punto di partenza del sentiero del Monte Cinto. Il museo possiede tre aree espositive: la sezione geologica dedicata ai cambiamenti avvenuti nei Colli Euganei nelle varie ere geologiche, la sezione della mineralogia che raccoglie fossili, gemme e rocce (oltre 4000 pezzi) provenienti da tutto il mondo e la sezione della prestigiosa collezione “Da Rio”. Quest’ultima è composta da rocce minerali e fossili raccolti tra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento dal conte Niccolò Da Rio, importante letterato e naturalista padovano. È presente anche un parco geologico esterno con estratti di roccia e riproduzioni di animali preistorici a grandezza naturale come l’alliosauro, l’apatosauro e l’androsauro.
Per chi avesse desiderio di camminare un po’ di più alla scoperta delle rocce euganee, esistono numerosi geo-siti : tutti siti geologici di notevole interesse scientifico, fruibili sia sotto un profilo turistico che didattico. Fra tutti vale la pena ricordare il monte Brusà nel gruppo del Lonzina-Sengiari, in cui sono presenti tre fronti di cava che creano un grande impatto scenografico, grazie alle imponenti fessurazioni colonnari delle rocce riolitiche.
Il monte Cinto dove sono presenti due cave, la più bassa di roccia sedimentaria e una di riolite spettacolare più vicina alla vetta. Spostandoci a ovest di Rocca Pendice (sentiero n 21), al Sasso delle Grotte, scopriamo una parete verticale in trachite con numerose piccole cavità. Sul monte Cecilia (sentiero n8), nel comune di Baone, possiamo osservare l’esfoliazione cipollare tipica della latite.
Dopo la passeggiata ci si può ritemprare e rendere ancora più appagante e stimolante la giornata sui Colli Euganei con le eccellenze enogastronomiche locali, dal pregiatissimo vino alle esclusive specialità culinarie da gustare nei numerosi ristoranti, trattorie, agriturismi e cantine.