L’Egitto è approdato con il fascino della sua antichissima civiltà in terra veneta. È accaduto a Vicenza e la magia è in Basilica Palladiana dove fino al 7 maggio ci accolgono statue colossali, tombe e sarcofagi decorati, bassorilievi e stele dipinti, rotoli di papiro e reperti millenari.
Sono i 200 reperti provenienti dal Museo Egizio di Torino e le 20 opere dal Louvre di Parigi che al Palladio danno vita alla mostra “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai”. I pezzi si distinguono e al tempo stesso dialogano tra loro raccontandoci come era, come viveva e come doveva servire il faraone la comunità di Deir el-Medina, l’antico villaggio che ospitava gli artefici delle monumentali tombe nella Valle dei Re e delle Regine.
Così si scoprono nuovi aspetti dell’Antico Egitto e del suo immaginario attraverso le espressioni materiali di un mondo complesso e articolato: dagli strumenti d’uso quotidiano, allo sfarzo e alla sacralità dei faraoni. E siccome nel corso dei secoli le tombe hanno conservato molti oggetti, oggi, con l’aiuto di tutto quello che ha saputo fare l’archeologia, possiamo ammirare ogni immagine e reperto nella loro originaria valenza.
Il merito è anche della segretezza in cui quei tesori sono stati tenuti e conservati nei luoghi e nei modi scoperti in tempi anche recenti spesso pure con molta fortuna. La posizione esatta delle sepolture reali era infatti segreta, nota solo ai sacerdoti per custodire e proteggere le spoglie e le grandi ricchezze dei sovrani durante il loro viaggio nell’aldilà. Per questo motivo gli operai e le loro famiglie vivevano isolati dal resto della società in quel piccolo villaggio, oggi noto come Deir-el Medina, annidato tra le colline rocciose a poca distanza dalla necropoli reale sulla sponda opposta al Nilo rispetto a Tebe (l’odierna Luxor).
Grazie all’ingegno e all’opera degli abitanti di quel villaggio si è plasmata l’idea stessa che abbiamo oggi dell’antico Egitto. La mostra dunque accompagna i visitatori in un viaggio ideale dalla Basilica Palladiana, cuore del centro storico di Vicenza, alla Tebe monumentale di 3600 anni fa per poi attraversare il Nilo e raggiungere Deir-el- Medina, alla scoperta della città dei morti e di un fantastico aldilà creato dal lavoro paziente ed esperto degli uomini al servizio del faraone.
Vicenza può farsi bella di una mostra così importante perché ha potuto contare sull’opera di un figlio della sua terra che è diventato direttore del Museo Egizio e che ha profuso sapere, competenza ed energia per ottenere il meglio per la sua città natale anche grazie a dei prestiti straordinari ottenuti per suo merito dal Louvre.
L’esposizione è ideata e promossa dal Comune di Vicenza e dal Museo Egizio in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio e la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza. Coordinamento di Christian Greco. Curatori Corinna Rossi, Cédric Gobeil e Paolo Marini. Inaugurata in dicembre, l’esposizione gode di un tale successo di pubblico e di critica da suggerire di non chiudere il 7 maggio ma il 27 del mese.
Per prenotazioni tel. 0444 326418 | E-mail: biglietteria@mostreinbasilica.it | Orari di apertura della mostra dalle 10 alle 18. Si ricorda che la biglietteria chiude alle 17.30
Articolo di Marica Rossi