"Giorni felici" sulle punte

"Giorni felici" sulle punte

Al teatro va in scena il balletto. Al Verdi di Padova due repliche per L’Heure Exquise, basato su Oh, les beaux jours (Giorni felici), di Samuel Beckett per la regia di Maurice Béjart.

Beckett è l’artista dublinese considerato uno degli scrittori più influenti del XX secolo. Il suo capolavoro è Aspettando Godot, un genere teatrale e filosofico definito come Teatro dell’assurdo. Ma Beckett è autore complesso anche nel campo radiofonico, televisivo e cinematografico. Fu Premio Nobel per la letteratura nel 1969. Dopo Aspettando Godot, Beckett scrisse diverse opere teatrali, fra cui Finale di partita, rappresentata nel 1957, L’ultimo nastro di Krapp, rappresentata nel 1958, Giorni felici, rappresentata nel 1961.


Giorni felici (Happy Days) un dramma in due atti, pubblicato in inglese nel 1962 e tradotto dall’autore in francese nel 1963 (con il titolo Oh, les beaux jours).
A lungo stroncato dalla critica, Giorni felici rappresenta in realtà uno dei momenti più alti ed una evoluzione del teatro beckettiano. Invece di distruggere le precedenti forme teatrali Beckett prende il normale “dramma di conversazione” per svuotarlo da tutte le sue componenti significative, fino a renderlo pallido specchio della misera condizione umana. In Giorni felici Beckett porta la situazione al parossismo, costringendo i protagonisti all’inazione quasi totale.

Il dramma è di difficile interpretazione ed è stato oggetto di una famosa regia di Giorgio Strehler messa in scena al Piccolo Teatro di Milano nel 1982. Beckett stesso contattò Strehler palesando la sua curiosità di vedere l’allestimento milanese del dramma.
Winnie, il personaggio principale, è una donna sulla cinquantina, bionda, grassottella. È sepolta fino alla vita in un alto cumulo di sabbia qui trasformate in un cumulo di scarpette da danza classica. E’ questo infatti il ruolo interpretato da Alessandra Ferri che sarà a Padova il 4 e 5 maggio, poi a Treviso (presso il Teatro Del Monaco) il 7 e 8 maggio e al Goldoni di Venezia (l’11 e 12 maggio).

Un altro personaggio femminile per Alessandra Ferri, come Virginia Woolf, Eleonora Duse e Léa di Chéri, tutte donne eccezionali che appartengono a questo capitolo della sua vita. La Ferri celebra così i suoi quarant’anni di carriera. La sua interpretazione magistrale ed emozionante per un’artista sulla soglia dei sessant’anni. Willy invece è il marito ed è impersonato sul palcoscenico da Thomas Whitehead.


Il dramma ha già visto interpretazioni in forma di balletto: quello del 1998 con la regia dello stesso Maurice Bejart e protagonista la grande Carla Fracci.

Ricordando la grande artista scomparsa lo scorso anno, così si è espressa Alessandra Ferri: «Il destino ha voluto che proprio ora mi trovi a interpretare per la prima volta il ruolo di Winnie ne L’Heure Exquise, che Maurice Béjart aveva creato per lei. Ne abbiamo parlato insieme nei mesi scorsi, lei era felice di questa scelta e io entusiasta di ridare vita a questo lavoro che sarebbe andato perso. Dedicarle questo spettacolo è il mio grazie emozionato a un’artista indimenticabile».


La Ferri è l’unica ballerina italiana del Novecento a essere stata invitata come stella dall’esclusiva compagnia di balletto dell’Opéra di Parigi (nel 1992 per Carmen e nel 1996 Notre-Dame de Paris – entrambi lavori di Roland Petit) e al Teatro Marijnskij di San Pietroburgo con il Balletto Kirov (nel 2000 per Manon).

Lo spettacolo ha debuttato in prima assoluta il 4 giugno 2021 al Ravenna Festival ed è successivamente andato in scena a Torinodanza, al Baden Baden Festival, al Linbury Theatre@Royal Opera House, all’Opera Garnier Monte-Carlo, in Italia a Milano e Brescia.