Mostra fotografica al Casone della Fogolana, Codevigo
C’è un’Italia che non appare nelle guide turistiche né nei percorsi culturali ufficiali. È un’Italia sospesa, dimenticata, a volte inghiottita dalle erbacce o sigillata dietro portoni che nessuno apre più. Ed è proprio in questa Italia sommersa che nasce Moritour, la straordinaria mostra fotografica di Giulia Massetto e Federico Limongelli, allestita al Casone della Fogolana di Codevigo.

Una trentina di stampe fotografiche che catturano abitazioni, chiese, castelli e ville lasciate da anni al loro destino, trasformate in un itinerario dell’oblio capace di far vibrare emozioni profonde.
Gli autori definiscono il progetto “un viaggio fotografico nel fascino della decadenza”. E in effetti Moritour è molto più di una raccolta d’immagini: è una discesa poetica nelle pieghe del tempo, alla ricerca di tesori nascosti che la modernità ha smesso di vedere. Le fotografie rivelano interni vasti e silenziosi, scale consunte, pareti dove ancora resistono quadri sbiaditi, stanze colme di mobili, pianoforti, libri e oggetti che raccontano presenze evaporate. Sono luoghi dove c’era la vita, e dove oggi rimane solo la memoria.

Ogni edificio esposto ha una storia a sé. Case chiuse da decenni, palazzi nobiliari appartenuti a famiglie andate in rovina, dimore abbandonate per eredità complesse, chiese che non hanno più fedeli né custodi. E poi castelli dimenticati, residenze di campagna inghiottite dalla vegetazione. Ogni luogo possiede un proprio motivo di abbandono, e Massetto e Limongelli cercano di restituirgli dignità attraverso la fotografia.
Il progetto nasce dalla loro passione comune. Giulia Massetto, 37 anni, estense, scrittrice noir e fotografa, e Federico Limongelli, 41 anni, bolognese, compagno dal 2016, percorrono l’Italia nei fine settimana, alla ricerca di siti abbandonati da immortalare. È una sorta di rito condiviso: scoprire, entrare, ascoltare il silenzio. Un gesto che fonde curiosità, avventura e una profonda sensibilità visiva.
Per Federico tutto ha origine in Campania, dove da bambino suo padre lo portava a passeggiare in un borgo abbandonato della provincia di Benevento.

Quel luogo sospeso gli rimase dentro, trasformandosi negli anni in un bisogno: «È diventato il mio motivo per vivere», racconta. Pur lavorando stabilmente, ritaglia ogni spazio possibile per esplorare con Giulia nuovi luoghi dimenticati.
«I luoghi abbandonati riportano alla luce la bellezza» dice Giulia Massetto. «Con la fotografia cerchiamo di essere testimoni, perché questi destini non svaniscano nel totale oblio». E questa vocazione emerge con forza nel documentario presentato in anteprima al Casone della Fogolana — che sarà online dal 30 novembre sul loro canale YouTube Tesori Abbandonati. Nel film si racconta la vita struggente di una nobildonna cantante, caduta in miseria e morta piena di debiti, seguita anni dopo dalla figlia che ostentava ancora un titolo svuotato di realtà, morta di freddo nel suo palazzo . Una storia che, mentre viene mostrata al pubblico, commuove profondamente Giulia.

Moritour non è solo una mostra: è un atto di restituzione. È un invito a riconoscere un immenso patrimonio invisibile disseminato nelle nostre campagne e nelle nostre città. Un patrimonio che, grazie allo sguardo rispettoso e poetico di questi due “archeologi dell’abbandono”, torna per un attimo a vivere.









