di Consuelo Nespolo –
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Spesso le parole “gusto” e “sapore” vengono usate come meri sinonimi, ma in realtà hanno due significati ben delineati, come ha spiegato Pigozzo durante la rievocazione del suo modo personale di percepire il buon cibo ed il vino d’eccellenza. Nel libello il famoso blogger enogastronomico, descrive appassionatamente con quale criterio ha accoppiato pietanze ed elisir dionisiaci, citazioni storiche e ricordi del passato; trasformando il modo di concepire la “food experience” come una vera e propria vibrazione extrasensoriale, e profondamente emozionale. Per l’autore il gusto è pura trepidazione che coinvolge la vista, l’olfatto, il gusto e il nostro sesto senso: l’”aroma”, che lui stesso definisce “olfatto interno” nonché collegamento tra la bocca ed il naso; una sinapsi che porta il cultore a significative emotività ed esaltanti flashback che riaffiorano dal profondo e che si proiettano nel presente, facendoci scordare il limitato concetto di “Tempo”.