Settembre ha portato a Chioggia un vento diverso, un respiro che profumava di oceano e di brughiere lontane. Nel suggestivo scenario del tempio di San Martino, a lato del Duomo, si è aperta la mostra “Il cielo d’Irlanda a Chioggia”, un incontro tra due mondi che si sono riconosciuti nello stesso battito artistico: quello della luce, del mare, dell’anima che cerca e racconta.


Ventotto artisti irlandesi e nove italiani hanno dato vita a un dialogo vibrante, un mosaico di emozioni e paesaggi che ha incantato il pubblico. A rendere possibile questo evento, il contributo prezioso di Camida (lo sponsor ufficiale) e l’organizzazione appassionata di Maurizio De Grandis, che ha saputo intrecciare le sensibilità e le energie di due comunità unite dall’arte.
La mostra è stata curata da Eugene de Leaster, scultore e artista irlandese che da qualche tempo ha scelto di vivere proprio a Chioggia. Le sue opere, imponenti e delicate insieme, hanno accolto i visitatori come sentinelle di un dialogo interculturale, testimoni di un legame sempre più profondo. De Leaster, con la sua doppia anima — irlandese per nascita, chioggiotta per scelta — è il simbolo vivente di questo ponte tra due mari, tra due identità che si specchiano.
Non è un caso che il titolo della rassegna, “Il cielo d’Irlanda a Chioggia”, riecheggi la celebre canzone di Fiorella Mannoia: quella luce che cambia, quei cieli mobili e infiniti, trovano eco nelle tele dei pittori irlandesi. Nei loro quadri si riconosce la poesia di un’Irlanda solitaria e struggente, fatta di paesaggi sconfinati, piccoli borghi sospesi nel tempo, botteghe, boschi e personaggi che sembrano emergere dalla nebbia come ricordi.
Durante l’inaugurazione, il gruppo di artisti irlandesi è giunto a Chioggia per partecipare di persona all’evento. Non solo per esporre, ma per vivere la città: hanno passeggiato lungo le calli, respirato la brezza della laguna, visitato i mercati e le chiese, lasciandosi conquistare dal ritmo lento e autentico di una comunità che li ha accolti con calore.
Successo della mostra . Il pubblico, numeroso e curioso, ha visitato l’esposizione del tempio lasciandosi trasportare da un’atmosfera sospesa, in cui il Nord e il Sud d’Europa si sono incontrati nella bellezza. Un dialogo che non vuole esaurirsi qui.
Il coordinatore Claudio Grandis, colpito dall’entusiasmo reciproco, ha proposto, insieme al suo amico Giancarlo Fuolega presidente dell’associazione culturale Ignazio Silone, di avviare un gemellaggio culturale tra Chioggia e Cluain Meala, la cittadina irlandese da cui provengono molti degli artisti. Un’idea che profuma di futuro: scambi, viaggi, nuove esposizioni. Un filo verde e azzurro che unisce due città d’acqua, due cieli che si riconoscono.
Perché, in fondo, tra l’Irlanda e Chioggia non c’è poi così tanta distanza: entrambe vivono sospese tra il mare e il cielo, tra la malinconia e la luce. E questa mostra, con la sua forza evocativa, ce lo ha ricordato con la dolcezza di un verso e l’intensità di un tramonto che si riflette sull’acqua.



Ecco gli artisti irlandesi del RATS South Tipperary:
- Mia Carney
- Sophie Carpentieri
- Tim Corballis
- John Lauder Davies
- Eugene de Leastar
- Oliwia Deyna
- Caroline Dougan
- Jacqueline Gartlan
- Ella Kavanagh
- Mary Claire Keague
- Marine Kearney
- Rutuia Kulnary
- Valerie Lane
- Mary Brigid Mackey
- Marcella Meagher
- Tom Moloney
- Hilery O’Conor
- Paulette O’Donovan
- Catherine O’Gorman
- Barry Ormond
- Rosemary Ponsonby
- Millie Philippa
- Cecily Purcell
- Liam Purcell
- Olive Stack
- Blanche Starling
- Sisko Tahon-Raulo
- Silvia Tilli
E quelli italiani…
- Dario Ballarin
- Maurizio De Grandis
- Riccardo Monetti
- Anna Maria Padoan
- Edi Pezzetta
- Antje Pfahl
- Giorgia Sivieri
- Giorgia Tiozzo
- Giorgio Zennaro