Tina Modotti. La grande mostra di Palazzo Roverella

Tina Modotti. La grande mostra di Palazzo Roverella

Chi vede più correttamente il volto umano: il fotografo, lo specchio o il pittore?” La domanda è una delle citazioni più celebri di Picasso che dopo di sé, mise al secondo posto la fotografia, ma che se avesse incontrato Tina Modotti, fotografia e pittura sarebbero uscite almeno con un pari merito.

Tina Modotti (Udine 1896-Città del Messico 1942) fu un mito per la sua epoca e lo è tuttora. A renderla famosa e ambita furono il suo fascino muliebre, la genialità del suo scatto, l’indomito coraggio e la sua poliedrica personalità. A darne testimonianza è ora Rovigo a Palazzo Roverella proponendo “Tina Modotti. L’Opera” che da fine settembre quando è stata inaugurata con successo, sarà visitabile fino al 28 gennaio.

La mostra dell’artista Tina Modotti a Rovigo

Modotti-Tina-mostra-rovigo-opera-4Una grande mostra a cura di Riccardo Costantini che ha messo al centro l’artista e la sua produzione, focalizzando il suo modo d’approcciarsi al soggetto ripreso. Una carrellata che va dai lavori più grafici e astratti, alla documentazione sociale fino a quella politica ammantando specialmente i ritratti di una nitidezza e veridicità molto speciali. In tutto sono oltre 300 opere, filmati e documenti che raccontano il lavoro di questa formidabile donna, che spaziava dalla rappresentazione delle architetture alle nature morte (una meraviglia le sue favolose calle!); dal racconto della quotidianità dei ceti popolari, dei contadini, degli operai, dei bambini e delle donne, fin alle nuove forme della modernità.

Ripercorrendo i fatti di cui è stata protagonista, la sua vita non finirebbe mai di stupirci. Una esistenza avventurosa e tragica che ha fatto sì che il personaggio oscurasse per molto tempo le straordinarie doti della fotografa. Emigrata dal Friuli a San Francisco nel 1913, trovò impiego come operaia tessile dedicandosi nel tempo libero al teatro e lavorando anche come attrice cinematografica.

Modotti-Tina-rovigo-mostra-opera-3Nel 1921 conobbe il fotografo E. Weston del quale fu modella e collaboratrice, rivelandosi capace fin da subito di attestare una sua autonomia stilistica. Nel 1923 andò a vivere a Città del Messico dove dedicandosi assiduamente alla fotografia, ebbe buona fama per il suo talento e la carica innovativa del suo fare arte. Iscritta nel 1927 al partito comunista messicano, realizzò reportage sulle condizioni di vita degli strati più disagiati della popolazione, lasciandosi influenzare dalla pittura muralista messicana.

Espulsa dal Messico per la sua attività politica, dal 1930 fu in più parti d’Europa: a Berlino, in Unione Sovietica, e in Spagna durante la guerra civile, tralasciando quasi del tutto la sua arte. Nel 1939 tornò in Messico e riprese un’attività di fotografa (interrotta da morte fulminea per un micidiale malore in taxi nel 1942) sempre più vincente e temuta soprattutto come professionista perché le sue fotografie avevano il potere di scuotere il mondo.

Modotti-tina-mostra-opera-1Nella mostra di Rovigo il momento clou è nella sezione dedicata all’unica mostra personale realizzata dalla Modotti in vita nel 1929. Una mostra epifanica ricostruita per la prima volta in modo più completo rispetto alle edizioni precedenti. Una summa che consente di aggiornare la riflessione su alcune peculiarità dell’opera di Tina: la sua autonomia artistica, la purezza di alcune espressioni fotografiche e le caratteristiche del suo stile, l’afflato sociale ed etno-antropologico espresso dalla sua produzione, le questioni femminili legate alla maternità e il ruolo delle donne.

L’impostazione è anche quella del volume di Dario Cimorelli Editore che accompagna la mostra. Sono 272 pagine corredate da 417 immagini che danno testimonianza del lavoro di ricerca portato avanti dal curatore Riccardo Costantini con la collaborazione di Gianni Pignat e Piero Colussi cui va il merito di questo prezioso strumento utile ad approfondire e conoscere l’artista e le sue opere.

Tina Modotti. L’Opera” in Palazzo Roverella a Rovigo, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova Rovigo in collaborazione con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi e con il sostegno di Intesa San Paolo, è prodotta da Dario Cimorelli Editore con Cinemazero.

 

Articolo di Marica Rossi