La grande opera rimane nel comune veneziano per qualche mese, poi partirà stabilmente per New York.
Dall’altra parte del fiume Lemene, che attraversa Concordia Sagittaria, svetta il campanile romanico della cattedrale di Santo Stefano Protomartire. E’ li’ dal 1150, un orgoglio di architettura – assieme alla bella Cattedrale – da visitare. Da quest’altra parte del fiume, ufficialmente dal 22 febbraio 2020, svetta un altro campanile, versione “ridotta” di quello molto più famoso di San Marco di Venezia, opera dell’artista veneziano, l’ “archiscultore”, Giorgio Bortoli.
Una grande opera elegante, una archiscultura alta 12 metri, ricca di simbologia con affinità
veneziane e americane, quelle della Grande Mela, come la Statua della Libertà o il Metropolitan Life Tower di New York, un edificio simbolo americano, costruito nel 1909. Il campanile di San Marco è contenuto all’interno del Metropolitan Life Tower. Un’opera imponente fatta di acciaio inox, bronzo, vetro di Murano, 500 formelle e impianto luminoso a led studiato appositamente da Luigina Barbuio dell’Atena Lux. E’ scritto sulla targa ai piedi dell’opera che i riflessi e “i giochi di luce sull’acciaio, sul bronzo, sul vetro e all’interno del campanile di San Marco sono stati studiati per suscitare sensazioni di movimento come i palazzi che si specchiano di notte sull’acqua dei canali di Venezia e sono frutto delle varie sperimentazioni dell’artista.”
A contribuire a portare la monumentale opera, oltre che il Comune di Concordia Sagittaria, l’Associazione APS Humanitas con il suo presidente Enrico Santinelli. Alla cerimonia di inaugurazione della posa del “Campanile” il primo cittadino Claudio Odorico , la sua Giunta e il Consiglio Comunale. Per il Comune di Venezia il consigliere Matteo Senno che ha portato i saluti del sindaco Luigi Brugnaro e l’architetto Luigina Barbuio che ha reso ulteriormente emozionante l’opera attraverso il gioco di luci dinamico: con il buio la grande opera assume tonalità di luci molto particolari. Va sottolineato che l’azienda di
Gruaro è l’unica in Italia a produrre apparecchi di illuminazione led specifica per il vino e ha come clienti le cantine dello Champagne, un messaggio chiaro (e, aggiungo, un orgoglio) di come la tecnologia veneta viene ricercata dai cugini d’oltralpe.
Presente anche l’imprenditore-mecenate di Chioggia, Luciano Boscolo Cucco, che ha sottolineato come l’opera diventa testimonianza della nostra civiltà, storia e cultura del territorio. Da anni il presidente di Dragaggi Srl di Venezia trasmette nel mondo la passione e il valore del nostro territorio. Grazie al suo interessamento (fa parte della Fondazione Americana ILICA guidata da Vincenzo Marra) l’opera entro l’anno andrà definitivamente negli Stati Uniti, a New York, nella piazza del New Garibaldi Meucci Museum.
Nel frattempo gli abitanti si godono della grande archiscultura di Giorgio Bortoli. Poi partirà, per via nave, nella Grande Mela. Un segno tangibile della nostra italianità e della nostra veneticità, della nostra arte e storia… E mentre il Campanile della romanica cattedrale di Santo Stefano Protomartire continuerà a svettare nel paese esistente già all’epoca degli antichi romani, quello di Bortoli si fermerà a New York. A ricordo perenne della vicinanza di New York a Venezia e alla nostra terra.
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