Una delle prime aziende salentine ad avviare il conferimento delle uve è stata la Cantina Due Palme di Cellino San Marco (Br), eccellenza dell’enologia pugliese.
Biondo oro come le uve inondate dal sole e come il passito SelvaORO di Cantine Due Palme, una importante realtà cooperativa con sede a Cellino San Marco (Br) che oggi conta un migliaio di soci e 2.500 ettari di vigneti adagiati tra le province di Brindisi, Lecce e Taranto e sei cantine.
Accanto a quella principale di Cellino San Marco, ne ruotano altre cinque, tutte di proprietà: la ex-Produttori Agr. Di Cellino, la Riforma Fondiaria sempre di Cellino (1955), la cantina Sociale Angelini di San Pietro Vernotico (costituita nel 1961), la cantina San Gaetano di Lizzano (1959) e la cantina Riforma Fondiaria di Monteroni Arnesano (1960). Nella sede centrale di Cellino, di circa 45.000 metri quadri, si svolgono tutti i processi di vinificazione, invecchiamento, imbottigliamento e stoccaggio dei vini. La società, presente in 40 Paesi ha però i piedi ben piantati nel Salento e la testa nel mondo grazie alla professionalità dei suoi soci ed alla governance sempre attenta a conquistare mercati sempre più vasti.
Sono iniziati i conferimenti da parte dei soci
Nei vigneti di San Pietro Vernotico, è iniziata la vendemmia del Fiano Minutolo, un antico vitigno autoctono pugliese, reimpiantato nel Salento solo da pochi anni e lavorato ancora oggi con tecniche antiche.
Come l’alba sul mare, così le vendemmie nel Salento sono le prime d’Italia per il sole generoso che rende le uve mature già da metà agosto. Si parte dai grappoli a bacca bianca. I profumi dell’uva appena raccolta inondano le campagne e borghi del Salento, dando il via al grande rito.
“Sarà un’annata indimenticabile – dice Angelo Maci, presidente ed enologo di Cantine Due Palme – le uve sono sanissime e daranno vita a vini eccellenti. Qui in cantina i soci hanno iniziato a conferire le uve bianche come il Fiano e a bacca nera per dar vita ai grandi spumanti, ai passiti e impreziosire i nostri vini più famosi”.
Quindi non c’è nulla di meglio che andare in campagna per scoprire e, soprattutto, vedere “in diretta” i riti della vendemmia. Destinazione San Pietro Vernotico ed in particolare i vigneti di Pasquale Elia,meglio conosciuto come Pippi Elia (a dx nella foto), uno dei soci della Cantine Due Palme. La sua tenuta è di oltre 40 ettari e si rimane incantati davanti alla bellezza dei vigneti ben curati con tanta sapienza e passione. Elia, come spesso lui stesso racconta, prima che un imprenditore, è un contadino. Nato in una famiglia molto umile della quale ne conserva tuttora i valori più importanti: amore, costanza, lealtà e unione.
Nei vigneti, le donne si tramandano gesti antichi come antiche sono le tecniche di appassimento. Le uve vengono distese su reti ben areate e vengono lasciate appassire al sole per almeno dieci giorni. Con le loro sapienti mani tagliano i grappoli più belli, disponendoli nelle cassette e li liberano dalle foglie dopo averli distesi sulle reti.
“Attendiamo la vendemmia come se fosse una grande festa perché è il coronamento di un anno intero di sacrifici e di meticolose cure dei vigneti”. “Il SelvaOro, un passito dal profumo intenso e dal forte carattere, accompagna i dessert, ma può essere anche interpretato come un vino da meditazione”.
Vengono effettuati direttamente sui campi i controlli sulla qualità delle uve a cura dell’enologo Francesco Fortunato accompagnato da Angelo Scarano, studente in Enologia e Viticoltura. Saranno loro a decidere quando le uve, arrivate al giusto grado di appassimento, dovranno essere conferite in cantina. “Abbiamo prelevato un campione di uve – dice Scarano – per monitorare continuamente l’appassimento”. “Il nostro obiettivo – gli fa eco Fortunato – è di fare in modo che l’uva raggiunga il giusto grado di zuccheri, acidi e soprattutto aromi prima di dare il via al processo di vinificazione” .
E mentre le uve di Pippi Elia restano ad appassire al sole, in cantina arrivano già dai vigneti di altri soci i grappoli di merlot delicatamente disposti in cassetta. Resteranno qui ad appassire per dare vita al grande passito e per conferire corposità ai vini più blasonati di Cantine Due Palme, che l’hanno resa famosa nel mondo: Selvarossa, Selvamara e 1943.
“I grappoli di merlot appena vendemmiati – spiega Francesco Fortunato – rimangono nella sala appassimento, a temperatura controllata e con la ventilazione fino a quando non arriveranno al giusto grado di maturazione. Particolare importante: le cassette hanno una capienza inferiore rispetto a tutte le altre e contengono appena tre chili di uva. Questo perché gli acini devono restare ben distanziati, areati, intatti e sani fino a che non appassiscono conservando tutti gli aromi”.
Intanto tintinnano le bottiglie nella catena di imbottigliamento. Sembra musica. Il ciclo continua ininterrottamente e ha una capacità di 15mila bottiglie all’ora.
Cantine Due Palme sta anche investendo nel turismo. Nell’Antica Villa Neviera, circondata da uno spettacolare bosco di ulivi e di querce e dalle antiche mura messapiche, sorgerà un esclusivo wine hotel. “Qui – conclude il presidente Maci – impianteremo un vigneto ad alberello con le viti disposte a rombo secondo un impianto detto a settonce, da cui nasce il pregiato Selvamara”.
I profumi della vendemmia inondano le campagne e borghi del Salento, intrecciandosi con quelli dell’azzurro mare. E sarà un indimenticabile abbraccio.
Ulteriori info: Cantine Due Palme – Via San Marco 130 – Cellino San Marco (Br). Sito internet: www.cantineduepalme.it.
Hastag: #winetopexeperience; www.mediterraneantourism.it; #carmenmancarellaraccontidallavendemmia.