Arriva un nuovo capitolo nella storia del risparmio energetico in Italia. Si chiama Conto Termico 3.0 ed è il decreto che promette di sostenere chi sceglie di rendere più efficienti le proprie case, le aziende e persino le serre agricole. Un tassello importante nella transizione ecologica, che questa volta mette al centro anche le imprese, ma con regole ben più stringenti rispetto ai privati.
Fino a ieri, cittadini e aziende camminavano sullo stesso sentiero: stesso incentivo, stesse modalità di accesso. Oggi lo scenario cambia. Il legislatore ha deciso di tracciare una linea netta: da una parte le famiglie, dall’altra le imprese, ognuna con il proprio percorso, i propri obblighi e i propri vantaggi.
Le regole per le imprese
Per le aziende il messaggio è chiaro: sì al sostegno, ma solo a fronte di risultati misurabili. Ogni intervento dovrà garantire almeno il 10% di riduzione dei consumi energetici, che sale al 20% se i lavori sono combinati su più fronti. Non basta dichiararlo: servirà la certificazione di un tecnico, con tanto di Attestato di Prestazione Energetica prima e dopo i lavori.
E c’è di più: niente più scorciatoie. Non saranno ammessi impianti alimentati da combustibili fossili, nemmeno il gas naturale. E per partire occorre presentare una richiesta preliminare, con dati dell’impresa, descrizione del progetto, costi e tempi. Solo così si potrà accedere agli incentivi.
Cosa si può finanziare
Il contributo premierà esclusivamente le spese davvero utili al miglioramento energetico. Per le piccole e medie imprese sarà riconosciuto anche il costo delle certificazioni, mentre nel settore agricolo e forestale entrano in gioco anche gli impianti a biomassa per riscaldare serre e fabbricati rurali.
Quanto si ottiene
Qui si gioca la vera differenza.
- I cittadini privati continuano a poter contare fino al 65% di rimborso.
- Le imprese, invece, partono da un contributo più basso: il 25% delle spese, che diventa 30% se si fanno interventi multipli.
A questa base possono aggiungersi alcune maggiorazioni:
- +20% per le piccole imprese,
- +10% per le medie,
- +15% per chi lavora in zone svantaggiate,
- +15% se il miglioramento energetico supera il 40%.
Tradotto in pratica, una piccola impresa virtuosa può arrivare a ottenere fino al 50% per lavori di efficienza energetica o al 65% per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Un cambio di passo
Il Conto Termico 3.0, in definitiva, rappresenta una svolta culturale. Per i cittadini resta uno strumento semplice, capace di alleggerire il peso delle spese per rendere la propria casa più sostenibile. Per le imprese, invece, diventa un banco di prova: serve progettualità, serve rigore, serve dimostrare che ogni euro di incentivo porta a un reale risparmio energetico.
Una sfida che guarda al futuro, dove efficienza e sostenibilità non saranno più optional, ma parte integrante del fare impresa.
Intervista a “Maurizio Ebano Responsabile Rapporti Esterni Lavoro Artigiano Casartigiani”.
