Applausi per "La valigia" con Battiston

Applausi per "La valigia" con Battiston

“La valigia” di Sergej Dovlatov è l’opera andata in scena presso l’MPX di Padova lo scorso week-end e ora è in tournée per la penisola con moltissime repliche e date. Con la regia di Paola Rota e la produzione “Gli ipocriti”, Giuseppe Battiston ne è l’interprete. Riesce a incollare lo spettatore alla poltrona per 100 minuti: più di un’ora e mezzo che passa velocissima. Bravissimo l’attore, già noto al grande pubblico non solo per le sue interpretazioni cinematografiche e fiction televisive; sul palcoscenico recita un testo impegnativo, con cambio di voci, registri, pose e caratteri.

Battiston che è nato a Udine nel 1968, si è distinto come regista, come attore in decine di film e ha ottenuto vari riconoscimenti, da “Pane e tulipani” del lontano 2000 per cui ha visto il David di Donatello come miglior attore non protagonista al Nastro d’argento di “Perfetti sconosciuti” del 2016. Moltissimi i premi anche per la sua attività teatrale: nel 2009 il riconoscimento come migliore attore per “Orson Welles’roast” e nel 2011 il Premio Flaiano per “18000 giorni- il Pitone”.

Il testo “La valigia” è tratto da una raccolta di racconti scritta e pubblicata negli Stati Uniti nel 1986.

L’autore era allora a New York ed era diventato redattore del giornale “New American”. Dovlatov era infatti emigrato dall’Unione Sovietica nel 1978 con la madre Nora prima a Vienna e poi, nel 1979, negli Stati Uniti, a New York, dove raggiunse la moglie Elena e la figlia. Qui collaborò a “Novyj amerikanec/The New American” (Новый американец), un giornale di emigrati ebrei in lingua russa, di ispirazione liberal. Nella metà degli anni ottanta Dovlatov finalmente raggiunse un riconoscimento come scrittore, dopo la pubblicazione nella prestigiosa rivista “The New Yorker”.
Morì il 24 agosto 1990 a New York e venne sepolto al cimitero Mount Hebron Cemetery di New York.

 

 

 

 

La pièce è la storia di un emigrato che porta con sé una valigia, nella quale ripone alcuni oggetti. Si tratta di 8 capitoli dedicati ciascuno ad un oggetto della valigia e sono intitolati rispettivamente: I calzini finlandesi, Le scarpe del sindaco, Un bel vestito a doppio petto, La cintura da ufficiale, Il giaccone di Fernand Léger, La camicia di popeline, Il colbacco, I guanti da automobilista.
Tutta l’opera si caratterizza per un senso malinconico di nostalgia, nonostante questa parola non sia mai pronunciata sulla scena; ma tutto sa di terra patria, ogni oggetto e ogni parola ricordano il paese natio. Ma fin qui potrebbe sembrare monotono; a rendere il tutto più poetico e ricco di fascino è il paradosso, il divertente e l’insolito. E’ qui che il protagonista emerge con tutta la sua intelligenza di uomo sovietico migrante. E i tempi narrativi sono veloci, a tratti velocissimi. Il linguaggio usato da Dovlatov è alquanto originale e la traduzione rispetta questo che in russo viene chiamata comunemente “Novojaz” (Lingua nuova).
I personaggi di Dovlatov “parlano come mangiano” , utilizzano un lessico substandard (turpiloquio, volgarità, gergo criminale etc…): è in questo che persino la fisicità dell’attore aiuta a fare del protagonista un tipo originale, tra il popolare e l’umoristico. Tutta la rappresentazione è infatti una perpetua e sapiente oscillazione tra senso dell’umorismo e senso del dramma.
Lo spettatore si diverte e riflette ad uno stesso tempo: sorride delle disavventure del protagonista e medita sulla condizione umana. Battiston infatti rianima i fantasmi dei ricordi che riemergono da una memoria tanto lontana ma vivida: uomini e donne raccontati con i filtri della distorsione e della comicità. La parte drammatica dell’opera sta nella valigia come metafora della diasporica condizione umana: emigranti dello spazio e del tempo. In fondo tutti noi siamo emigranti: o per lavoro o per amore o per fuggire dal passato.
E la scena? È uno studio radiofonico, così mette d’accordo la parte narrativa con la vita dell’autore che era anche giornalista e reporter.
Ci sono tutti gli ingredienti per una serata divertente e di cultura .