Continua a Padova, presso l’Orto Botanico la mostra “Alberi! 30+1 Frammenti di storia d’Italia”. Lo scopo di questa mostra è di raccontare la storia d’Italia attraverso i suoi alberi. In esposizione i disegni di Guido Scarabottolo, accompagnati dalle narrazioni della paesaggista Annalisa Metta, dell’arboricoltore Giovanni Morelli e del divulgatore Daniele Zovi.
L’ideazione della mostra è del M9-Museo del Novecento di Mestre, la produzione è dell’orto Botanico.
Negli spazi dell’Orto infatti si possono ammirare trenta tavole originali dell’artista Guido Scarabattolo, create appositamente per l’esposizione: oltre ad esemplari e specie che sono vere e proprie meraviglie della natura, alberi monumentali e antichissimi che ornano colline e montagne italiane, si trovano anche creazioni fantastiche, alberi che non esistono se non nella nostra mente o nei nostri sogni. Tra questi, rientrano un finto albero di Natale a un’antenna rappresentata come se fosse un albero.
Ma perché quel “+1” del titolo della mostra? Ci si riferisce a un’illustrazione di Guido Scarabottolo e una storia di Daniele Zovi che rappresentano proprio la Palma di Goethe, una delle piante più antiche (1585), così chiamata perché sotto la sua chioma si soffermò durante il viaggio in Italia (nel 1786) nientemeno che il grande poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe. Circa la palma di San Pietro, universalmente nota come “Palma di Goethe”, lo scrittore formulò la sua intuizione evolutiva nel saggio La metamorfosi delle piante pubblicato nel 1790. Un tipo di palma noto fin dall’antichità: Cicerone racconta che un tempo in Sicilia, prima dell’introduzione del frumento, i suoi germogli venivano cotti e mangiati (usanza che persiste ancora in Algeria), mentre le parti sotterranee venivano ridotte in farina.
La mostra presenta vere e proprie meraviglie della natura che raccontano di viaggi, esplorazioni, commerci, progetti politici, sogni imperiali. Alberi che parlano di chi eravamo e di chi siamo diventati e che possono aprire qualche prospettiva sul futuro.
Oggi più che mai, in tempi di climate change e di ambientalismo spesso aggressivo, parlare di alberi è consolatorio: cosa ci suggeriscono i vegetali? Sono carichi delle nostre attese di un futuro migliore di un pianeta vivibile. D’altra parte gli alberi rispecchiano nelle loro diversità quella di noi esseri umani; a volte presentano qualche anomalia o stravaganza.
E gli alberi monumentali? Recano in sé il profondo significato della convivenza prolungata tra la comunità degli esseri umani e gli alberi stessi. Secoli di promiscuità uomo-albero che hanno consentito agli esseri vegetali di racchiudere in sé parte della storia dell’uomo.
Così, al di là del suo indiscutibile valore biologico, l’albero monumentale è anche un simbolo, costituisce una narrazione a sé ed è testimone degli eventi passati. Non può esistere albero monumentale senza memoria, senza narrazione, e senza contesto».
Alberi che sono sempre stati nella nostra penisola e intrusi del nostro paesaggio, venuti da lontano, di recente o in tempi antichissimi. Dallo smisurato Ficus di Palermo al Fico a testa in giù del Tempio di Mercurio di Baia, dal Pioppo della piccola vedetta lombarda all’unica sequoia sopravvissuta all’onda del crollo della diga del Vajont, fino all’Albero Finto Botanicamente Corretto, simbolo non più solo del Natale nei salotti e nei sogni moderni degli italiani, ma testimone di tutti gli spazi pubblici che oggi abitiamo.
In passato la natura ricopriva un ruolo importantissimo nella vita dell’uomo: sia gli alberi che le piante in genere venivano associate a divinità o venivano assunte come simboli di carattere religioso, spirituale ed esoterico. Infatti nelle tradizioni popolari, fossero esse di popolazioni nordiche o mediterranee, gli alberi hanno sempre rappresentato il mezzo di interconnessione tra la superficie della terra, il sottosuolo e il cielo.
La maggior parte delle conoscenze tramandate dalle antiche culture, passavano attraverso la figura dell’albero. Filosofi, sciamani, alchimisti e maghi delle più disparate culture, hanno usato gli alberi come simbolo per tentare di trovare una risposta ai quesiti esistenziali dell’uomo.
Dobbiamo essere memori di tutto ciò e sensibili al bene prezioso che la natura oggi più che mai costituisce per l’umanità intera.
Per gli orari della mostra consultare il sito dell’Orto Botanico.