
di Elena Cardinali
In Italia sono moltissime ma tutte hanno uno solo scopo: difendere e promuovere i prodotti e i piatti tipici del loro territorio. Sono le confraternite enogastronomiche, espressione di regioni diverse e di tradizioni antiche, una galassia di persone e iniziative, tutto su base strettamente volontaria, che sta portando avanti una sorta di crociata per la difesa dell’identità dei tanti, infiniti, gusti italiani.
Dire quante sono è difficile, perché non tutte sono iscritte alla Fice, che è la Federazione italiana dei circoli enogastronomici, e che ne raccoglie circa 130 a livello nazionale. In Triveneto è attiva anche l’Ucet, l’Unione circoli enogastronomici del Triveneto, di cui è consigliere, ma è stato anche il presidente, Leandro Costa, presidente dell’Enoclub Portogruaro, confraternita fondata 50 anni fa con all’attivo 150 soci, impegnata nella promozione dei piatti tipici della zona. “Purtroppo, quello delle confraternite enogastronomiche è un mondo frammentario, che vive in base all’impegno di tanti volontari. Il problema è il ricambio generazionale. I giovani faticano ad entrare in questa realtà che, di fatto, combatte la globalizzazione del gusto e il livellamento dei prodotti come del cibo. Il mondo sembra andare in tutt’altra direzione rispetto agli scopi delle confraternite che, invece, vogliono difendere l’identità di tanti cibi di nicchia, basati su colture tradizionali, spesso antiche”.
In Veneto le confraternite enogastronomiche sono una quarantina ma nemmeno una decina è iscritta al Registro regionale. Eppure, ve ne sono di prestigiose, per anzianità e fama, come la Venerabile Confraternita del Baccalà alla vicentina di Sandrigo, a cui si affiancano altre di più recente formazione, come la Confraternita del lesso e della pearà di Verona nata da un’intuizione del ristoratore veronese Leopoldo Ramponi, che ne è il presidente. Tra le più attive nel Veronese ci sono poi la Confraternita del radicchio rosso di Casaleone e lo Snodar, Sovrano e Nobilissimo Ordine dello Antico Recioto, che ha sede a Sant’Ambrogio di Valpolicella.
Ogni Confraternita ha i propri simboli e colori: mantelli, copricapi, emblemi, medaglie, nastri e altre decorazioni che ai raduni ne fanno un quadro variopinto.