Il Tenore Cristian Ricci e “la verità di un’arte eroica”

Il Tenore Cristian Ricci e “la verità di un’arte eroica”

Cresciuto seguendo con dedizione gli insegnamenti di Danilo Cestari e Carlo Bergonzi, maestri e interpreti della migliore tradizione lirica italiana dello scorso secolo, Cristian Ricci non esita a definirsi un artista «d’antiche origini musicali». Un legame, quello che lo lega ai princìpi d’aulicità dell’opera e del canto tipici della terra veneta, di cui oggi è orgogliosamente ambasciatore nel mondo, che si percepisce radicato nel suo modo d’essere e nelle sue molteplici iniziative. Da poco proclamato Cavaliere all’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, egli è infatti il direttore artistico dell’Orchestra Sinfonica del Veneto, docente principale del Laboratorio Lirico del Veneto, ideatore di premi nazionali e internazionali dedicati al “bel canto”, appassionato sostenitore e scopritore di giovani talenti e, soprattutto, un musicista all’apice della sua carriera, «un artista alla ricerca della verità».

Una vita dedicata all’arte e all’impegno sociale

Dopo anni passati ad esercitarsi e a studiare le gesta degli artisti d’un tempo, in particolare i celebri Aureliano Pertile e Giovanni Martinelli, cantanti ai quali si rifecero a loro volta anche i suoi maestri e con loro le più importanti voci liriche della storia recente, Cristian Ricci debutta ai primordi del nuovo millennio nell’opera Don pasquale di Donizetti con il ruolo di Ernesto, dando così inizio a una carriera ricca di soddisfazioni. In poco tempo riuscirà infatti a cantare nei maggiori palcoscenici italiani e internazionali: Milano, Roma, Verona, New York, Washington D.C., Parigi, Shanghai, interpretando ruoli di primo piano come l’Alfredo o l’Ismaele presenti nelle celeberrime opere di Verdi, e presentandosi al grande pubblico come uno dei maggiori talenti sulla scena. Una carriera che, nonostante gli impegni legati alle tournée, è andata di pari passo con l’impegno sociale, questo per far conoscere e avvicinare le persone alla lirica, e a molti viaggi finalizzati a trovare nuovi talenti e farli partecipare ai corsi di specialistici nelle scuole di canto da lui soprassedute. L’intento è sempre stato quello di creare un’eredità per i futuri cantanti, tentando di modificare le dinamiche di un sistema oramai antiquato e non in grado di competere con le offerte che provengono dall’estero.

Un lascito per le future generazioni e la lirica

Forzando un eufemismo, verrebbe da dire che la tradizione lirica del nostro paese, un tempo vera ambasciatrice della cultura italiana nel mondo, non stia godendo d’ottima salute. Costretta ad assecondare gli interessi di un mercato che non rispetta i tempi necessari per la crescita degli artisti, i quali sono spesso poco valorizzati, e sempre più sostituita da tendenze musicali di basso valore, è chiaro che la lirica stia perdendo terreno rispetto ai fasti passati. Una mancanza che, nel complesso, è aggravata anche dal disinteresse da parte delle istituzioni di porvi un rimedio e una mala gestione dell’immenso patrimonio di cui il sistema paese dispone. Nacque da tali necessità la consapevolezza di costituire un’alternativa valida per i futuri cantanti e musicisti, una realtà che ha potuto prendere forma nell’Orchestra Sinfonica Veneta e nel percorso d’alta formazione che l’accompagna, che oggi dà la possibilità a centinaia di giovani artisti di confrontarsi col grande pubblico e di seguire un percorso volto a farli crescere con la giusta preparazione, garantendogli in questo modo un futuro nel mondo del canto.

«Purtroppo, è proprio questo che oggi manca: la ricerca della verità nell’arte, la spontaneità dei valori che ho potuto condividere con i miei maestri in momenti di semplice ma indimenticabile quotidianità, i colori ed i profumi di un luogo da cui prender ispirazione, l’aulicità del canto, il tempo per crescere e maturare. Oggi conta esclusivamente la rapidità del processo, il numero di concorsi a cui partecipare e le vittorie, in poche parole: il mercato.

È per questa ragione che molti giovani talentuosi faticano a continuare in campo musicale in Italia. Perché non sono adeguatamente sostenuti, perché non vengono accompagnati nel lungo percorso di crescita che contraddistingue ogni buona carriera. Ed è proprio per questo motivo che, grazie anche al sostegno di enti privati e della Regione Veneto, è stata creata l’Orchestra Sinfonica di cui sono orgogliosamente il Direttore Artistico, e continuo col mio ruolo da docente nel Laboratorio Lirico: per creare una strada alternativa, per dare ai giovani opportunità che altrimenti sarebbero difficili da ottenere; per dare speranza e vita a un territorio che ha ancora moltissimo da offrire. E lo faccio mettendo al centro le istituzioni, acciocché possano vedere il mio lavoro, sostenerlo e promuoverlo.

Sono convinto che sia anche per questo che, con mio immenso piacere e stupore, sono stato nominato Cavaliere della Repubblica, la scorsa estate. Perché non mi sono fermato o dato per vinto, perché il mio lavoro e quello dei miei collaboratori sta effettivamente dando i suoi frutti, e c’è chi se ne sta accorgendo. Consapevole del fatto che solo l’arte e la bellezza possono avvalorare il nostro tempo, continuerò a seguire questa strada, che, per davvero, è quella giusta».