Giuseppe Alferano, presidente dell’OP Verde Intesa, traccia un primo bilancio positivo della campagna 2021, nonostante il peso delle avversità atmosferiche.
Raccolto anche l’ultimo pomodoro da industria, è quindi ora possibile tracciare un bilancio relativo all’annata in corso.
Nonostante quest’anno si sia registrato un andamento climatico sfavorevole, che di fatto ha reso più difficile la crescita del pomodoro, stando ai dati raccolti dall’OP Verde Intesa gli indicatori principali sono tutti risultati di segno positivo.
Difatti, come riporta il presidente di Verde Intesa Giuseppe Alferano, se l’imprevedibilità climatica del 2021 ha causato un leggero calo della produzione, la qualità è comunque rimasta buona, anzi eccellente.
Lo confermano anche i tecnici di Verde Intesa che hanno dovuto fare i conti con due rallentamenti. Il primo si è verificato ai primi di aprile: a causa di una brinata i trapianti hanno subito un rallentamento, che ha costretto a un reimpianto delle piantine. Il secondo nel mese di maggio, a seguito di temperature notturne più basse rispetto alla media. Poi nei mesi di giugno e luglio, grazie all’aumento delle temperature medie, i tecnici hanno registrato un’accelerazione della fase di crescita, con le piante che hanno evidenziato già alla fine di luglio la maturazione.
“Purtroppo l’incognita climatica è sempre all’ordine del giorno – ha sottolineato Alferano – dobbiamo quindi sempre tenerne conto nella nostra programmazione produttiva.”
Il presidente di Verde Intesa, che è anche presidente dell’Organizzazione Interprofessionale Pomodoro da industria nord Italia, ha poi allargato la propria disamina, sottolineando che alcuni comprensori d’Italia hanno “sofferto” maggiormente le avversità del clima. Tuttavia, per Verde Intesa, il flusso delle vendite è stato regolare in linea con le medie delle ultime annate, grazie a una continua e attenta rimodulazione dei programmi di conferimento alle aziende di trasformazione del pomodoro.