"Raffaello. Nato architetto". La mostra al Palladio Museum di Vicenza

"Raffaello. Nato architetto". La mostra al Palladio Museum di Vicenza

Fino al 9 luglio a Vicenza Raffaello. Nato architetto

Qui giace quel Raffaello da cui, vivo, Madre Natura temette di essere vinta, e quando morì, temette di morire con lui”. L’epitaffio sulla tomba di Raffaello al Pantheon di Roma che Pietro Bembo vergò, fa capire chi fosse veramente questo artista e quale la sua fama di pittore e di architetto. E vero però che dopo la morte il 6 aprile 1520, Raffaello fu celebrato sempre più soltanto come pittore.

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Le ragioni sono l’enorme ammirazione suscitata dai suoi dipinti, la scomparsa dei principali edifici a sua firma, l’interruzione dei suoi cantieri a causa della morte prematura, e l’espandersi della sua celebrità dopo che tutte le corti e le residenze europee vollero far tessere repliche degli arazzi di Raffaello commissionati dal papa per la Cappella Sistina.

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Vicenza ospita le opere di Raffaello, la mostra al Palladio Museum 

Ora però una mostra importante supplisce ai molti vuoti da colmare ponendo riparo a tale discrepanza. E l’iniziativa è stata tanto più opportuna perché è venuta a concretizzarsi sulla scia degli studi e degli eventi promossi dal Comitato Nazionale presieduto da Michela di MaccoRaffaello 1520-2020” e sostenuti dal Ministero della Cultura. Succede al Palladio Museum di Vicenza che l’ha inaugurata in aprile nella sua sede di Palazzo Barbaran dove rimane fino al 9 luglio. Un evento rivelatosi felice e che conclude la vasta gamma delle iniziative (tra cui una mostra alle Scuderie del Quirinale interrotta dal Covid) per il 500° della nascita di Raffaello, il più amato del Rinascimento.

Così in terra berica, e proprio al Palladio Museum, luogo tra i più deputati al mondo alla riflessione sulla scienza del costruire, s’è ribaltata l’idea di scindere i diversi talenti di Sanzio puntando a superare la sfortuna critica di Raffaello laddove per troppo tempo la fama del pittore aveva cancellato quella dell’architetto. Si titola “Raffaello. Nato architetto” a cura di Guido Beltramini, Howard Burns, Arnold Nesselrath. Uno studioso quest’ultimo che proviene dall’Accademia delle Scienze di Berlino Brandeburgo.

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La stessa istituzione cui appartiene Timo Strauch nel gruppo di specialisti internazionali che affianca i curatori con Simone Baldissini e Francesco Marcorin del CISA, Amedeo Belluzzi dell’università di Firenze, Maria Beltramini dell’Università di Torino, Pierre Gros dell’Institut di France de Parigi e Christiane Denker Nesserlath. Va detto pertanto che la mostra è realizzata in sinergia con la Direzione regionale Musei del Veneto guidata da Daniele Ferrara nel quadro dell’accordo di Valorizzazione di palazzo Barbaran da Porto, per l’appunto sede della nicchia espositiva Palladio Museum, fra Ministero della Cultura e Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio.

‘Raffaello. Nato architetto’, 25 anni della vita del maestro

L’esposizione percorre venticinque anni della vita di Raffaello dimostrando che Raffaello non nasce pittore e poi diventa architetto ma il contrario.
Molteplici e suoi meriti. E’ stato il teorico che ha definito lo status del disegno architettonico per il mezzo millennio a venire. Lo studioso che ha rivoluzionato l’approccio all’arte antica deducendone le basi del nuovo linguaggio rinascimentale. Il primo a concepire i palazzi come “ritratti in muratura”. E il primo a far rinascere la tradizione romana antica della vita in campagna, costruendo la prima villa pienamente rinascimentale, Villa Madama, sulle pendici del Monte Mario a Roma.

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L’esordio capitolino è quando gli viene affidato il cantiere della Basilica di San Pietro alla morte del Bramante nel 1514. Dalla messa a punto di questo momento della vita dell’Urbinate in poi il visitatore grazie ad un allestimento d’eccellenza firmato dal regista teatrale Andrea Bernard è accompagnato per mano nel processo creativo di Raffaello attraverso disegni originali, taccuini e manoscritti, sculture antiche e libri rinascimentali, filmati e modelli in scala prodotti apposta per questa mostra. Fra una tale messe di reperti, documenti, immagini, piace sottolineare che ci sono preziosissimi autografi di Raffaello provenienti dal Royal Institute of British Architects di Londra e degli Uffizi, e due riproduzioni ad altissima fedeltà degli enormi intrasportabili cartoni per gli arazzi della Cappella Sistina, quali “Il sacrificio di Listra) e “La predica di San Paolo ad Atene” realizzati dalla celebre Factum Arte di Madrid, il leader internazionale di queste produzioni in bilico fra tecnologia e arte.

Tutto ciò è oltremodo istruttivo e suggestivo non solo per il valore e l’appeal della mostra in sé ma anche perché essendo Palladio il vero successore ideale di Raffaello, l’intera visita può essere vissuta come un dialogo ideale fra i due architetti. Tra le connessioni tra questi grandi, c’è che Palladio quando andò a Roma per studiare le antichità e vide Palazzo Madama di Raffaello, ne riportò poi in maniera palese le invenzioni nei suoi Palazzi e nelle sue Ville.

Palladio Museum

Per la visita va infine sottolineato che il Museo aperto da mercoledì alla domenica dalle 10 alle 18, è interamente accessibile alle persone con disabilità motorie. Per maggiori informazioni vai al sito www.palladiomuseum.org.

Articolo di Marica Rossi