Le ho contate e sono una quarantina nella Venezia metropolitana. Sono dei luoghi sacri, templi della cultura e della memoria. Spazi aperti al pubblico fisicamente (adesso che siamo in fase 3) e virtualmente. Vi si può accedere e fermarsi oppure stare comodamente a casa e consultarne il contenuto.
Se non è ancora chiaro di cosa si tratti, possiamo dare qualche indicazione di più. Di solito hanno al loro interno molte scaffalature, contenitori di oggetti preziosi e talora rari. Non bastano ancora queste indicazioni? Aggiungiamo che, per farne uso, è meglio sedersi comodamente. E se poi vogliamo anche memorizzare meglio, è bene munirsi di carta e penna o di un laptop.
Ora mi sembra più evidente. Si tratta delle biblioteche.
Ufficialmente una biblioteca è un’istituzione culturale finalizzata a soddisfare bisogni informativi. Vi si può accedere per studio, aggiornamento professionale o per svago. Essa presenta una raccolta organizzata di risorse fisiche, libri, riviste, CD, DVD o digitali quali e-book, basi di dati, riviste elettroniche. La voce è composta di due parole greche: βιβλίον (biblíon, “libro”, “opera”) e θήκη (théke, “scrigno”, “ripostiglio”).
Nel bacino del Mediterraneo le più antiche raccolte di “libri” costituite da circa 17 mila tavolette sono quelle di Ebla e Lagash (circa 30.000), risalenti alla seconda metà del III millennio a.C. Poi la strada è stata lunghissima e tempestata di conquiste e, purtroppo, qualche caduta.
La più celebre biblioteca dell’antichità è senza dubbio la Biblioteca d’Alessandria d’Egitto, risalente al III secolo a.C. Ben 49.000 volumi quando fu fondata saliti a 700 000 al tempo di Giulio Cesare (I secolo a.C.). Le vicende riguardanti il presunto incendio della biblioteca di Alessandria nel 47 a.C. e quello ad opera del califfo Omar rimangono dubbie: probabilmente la Biblioteca decadde già durante l’Impero Romano.
Venendo a territori a noi più vicini, in particolare alla nostra regione, la biblioteca di cui si hanno notizie di datazione più “alta” è la Marciana o Biblioteca di San Marco. Risale al 1362 la prima proposta per istituire una “pubblica libreria” a Venezia. Il promotore fu l’autore aretino morto ad Arquà, Francesco Petrarca. Non essendo riuscito a realizzare il progetto, lasciò la sua biblioteca personale ai Da Carrara, signori di Padova.
Il primo nucleo della Marciana è costituito dalla donazione del cardinale Bessarione: correva l’anno 1468. Si trattava di 746 codici, di cui 482 in greco e 246 in latino, cui si aggiunsero successivamente altri 250 manoscritti dopo la morte del donatore.
La biblioteca fu poi incrementata con altre donazioni e con molte opere provenienti da Bisanzio, che la Serenissima ottenne dopo aver sconfitto dall’Impero Ottomano nel 1453. A Venezia si riunivano i più grandi studiosi umanisti, soprattutto nell’Accademia Aldina, intorno all’editore Aldo Manuzio, inventore del libro tascabile. Risale al 1603 la legge che impose a ogni stampatore veneto di depositare una copia di ogni libro stampato presso la Marciana. Nel 1624 venne stampato il catalogo della biblioteca. Oggi il patrimonio della Biblioteca consta di un milione di volumi circa, oltre 13000 manoscritti in volume, circa 5000 manoscritti non legati, incunaboli e cinquecentine. Non dimentichiamo il primo libro stampato a Venezia da Giovanni da Spira nel 1469, le Epistolae ad familiares di Cicerone.
Dopo più di un secolo di “trasferta” presso Palazzo Ducale (dal 1811 al 1924), oggi la biblioteca è nella sua sede storica e occupa, oltre al Palazzo della Libreria, anche la Fabbrica della Zecca, progettata da Jacopo Sansovino. Il palazzo si può visitare senza necessariamente dover consultare dei libri. Vi sono lo scalone, il vestibolo, e i ridotti dei Procuratori di san Marco.
Peccato però non fermarsi a vedere i numerosi codici di argomento veneto e veneziano. Un posto di rilievo spetta certamente ai Diarii di Marin Sanudo: 58 volumi autografi. Inoltre i testamenti dei Polo viaggiatori, Marco il vecchio (1280), Maffio (1300), e quello del celebre Marco, autore del Milione (1324).
Ma come accedervi? La Biblioteca Nazionale Marciana da venerdì 5 giugno 2020 ha riaperto la Sala di Lettura Stampati e la Sala Manoscritti, rari, carte geografiche e stampe, con variazioni rispetto all’usuale procedura, in ottemperanza alle disposizioni di sicurezza in merito all’emergenza epidemiologica Covid-19.
Gli orari sono consultabili nella home page del sito e sono in questo periodo: lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 9.30 alle 15.30. Martedì, giovedì e sabato la biblioteca è chiusa.