È venerdì 16 settembre la data in cui presso il Museo Civico “Villa Bassi-Rathgeb” di Abano Terme ha avuto inizio la mostra dedicata al celebre Mario Sironi, pittore di cui si sono perse le tracce per buona parte del Novecento a causa della “quasi censura” subita dalla sua figura in seguito alla caduta del regime fascista, ideologia di cui condivise – a proprio modo – gli ideali. Un’occasione quindi unica per scoprire la storia di un autore che grazie all’originalità delle sue opere e al suo instancabile operato contribuì alla crescita del movimento d’avanguardia italiano, e per rendere omaggio al grande lavoro svolto dagli organizzatori della mostra, che a lungo si sono impegnati per rivalutare Sironi sia dal punto di vista valoriale che artistico.
Villa Bassi-Rathgeb si candida ad essere il baricentro culturale delle Terme
Dopo una preparazione durata anni, che è stata possibile affinare grazie alla collaborazione con il Comune di Abano Terme, con Coopculture e con la bolognese Galleria 56, la quale è riuscita a riunire un corpus di opere quasi interamente privato, la mostra dedicata a Sironi promette di diventare nel giro di poco tempo un evento dai numeri record, capace di attrarre persone dall’intero bacino termale e anche da oltre regione. A seguito dell’inaugurazione della Villa nel 2018, l’obiettivo più volte dichiarato dalla coordinatrice del Polo Museale Chiara Marangoni – così come di tutti gli altri organizzatori dell’evento – è infatti quello di rendere Villa Bassi-Rathgeb un’offerta turistica stabile e affermata, che concorra a completare la già ampia proposta presente in città. Nel report turistico nazionale datato 2019 Abano Terme si è infatti classificata al venticinquesimo posto tra le città con il maggior afflusso di visitatori; un primato straordinario per l’intera comunità, che comunque desidera migliorare con l’obiettivo portare a termine un processo di rinnovamento in cui la partecipazione al museo sia d’importanza centrale per l’intero territorio.
Nelle opere, la voce del pittore: «Io lavoro lavoro! Mi trapano il cervello!»
Una produzione artistica che si rivela concorde a uno stato d’animo inquieto, che attraversa sin dal principio delle fasi che alternano soggetti astratti caratterizzati da colorazioni vivaci, a tratti sgargianti, si veda l’opera intitolata Paesaggio risalente alla fine Ottocento e le Stampe Litografiche che contribuì a produrre negli anni successivi alla venuta Fascista, a dipinti poco colorati, talvolta bicromatici, che fanno emergere l’altro lato dell’artista Sironi. Un avanguardista che studia le opere classiche greche e etrusche sull’onda ideologica che anche altri grandi del suo tempo avevano abbracciato, si veda ad esempio Arturo Martini e i suoi studi sulla plasticità dei materiali, e li riadatta in chiave contemporanea grazie a nuove tecniche pittoriche, che evincono dalle forme perfette dell’antichità, lasciando spazio a un’onda emotiva che in Mario Sironi riesce a slanciare ad ogni pennellata. Un pittore completo, che non si accontenta di rimanere relegato a una dimensione territoriale nazionale, ma che viaggia spesso e con entusiasmo confrontandosi in questo modo con celeberrimi artisti come Giorgio De Chirico e Pablo Picasso; pittori la cui influenza, è doveroso dirlo, si nota in molti suoi quadri. Ecco infine, anche se in poche righe, un’ultima – forse la più vera – ragione per recarsi al Museo di Villa Bassi: poter ammirare delle opere che per molto tempo sono state lontane dalle gallerie e immergersi in un luogo in cui l’arte contemporanea trova il suo habitat naturale.