Visite guidate a Teolo

Visite guidate a Teolo

In queste giornate primaverili, che ci riservano temperature miti e cieli limpidi, vale la pena tornare a visitare i nostri Colli Euganei. La Biblioteca di Abano Terme, tra le altre cose, promuove infatti per venerdì 31 marzo (h 15.30) la visita guidata alla Villa delle Rose di Tramonte, una delle residenze signorili più raffinate della zona.
Siamo nel comune di Teolo, sull’unghia collinare del gruppo Sengiari-Lonzina. La si può raggiungere facilmente, percorrendo la strada provinciale che collega Torreglia ad Abano Terme, su cui si affaccia il cancello in ferro battuto che separa la strada dal rigoglioso giardino.

La villa appartenne a Francesco Rosa, ricco commerciante che acquistò il titolo nobiliare veneziano e sposò Gabriella Carla Patin, figlia di un famoso medico parigino che insegnava presso l’Università di Padova.
All’interno le sale sono decorate con affreschi che risalgono all’inizio del Settecento; nel salone centrale sono raffigurati i Quattro Elementi sotto forma di figure allegoriche (il Carro di Giunone, il Trionfo di Cerere, Venere Giove e Vulcano). In altre stanza si incontrano temi religiosi, come S. Francesco che riceve le stimmate, la Colomba dello Spirito Santo e la Colomba con una corona di rose. La villa è attorniata da un curatissimo parco circondato da splendidi cancelli in ferro battuto, con elaborati ricami e ricercate volute fin sopra le cimase.
Villa Rosa che è nota anche col nome di Villa delle Rose è situata in una zona non solo dal paesaggio suggestivo, ma anche dalla storia ricca e originale. Della presenza romana di un’antica strada fanno fede ancora delle coperture ad embrici romani della cantina.

Nell’alto medioevo lungo la strada pedemontana, venivano costruite delle torri a cavallo della strada per regolare il traffico e che di notte per tutelare la sicurezza comune venivano chiuse con portoni. La villa sorge dove c’era una di queste torrette trasformata in castelletto e circondato da fossato tutt’ora esistente.
Nel XIV secolo, furono i Camposampiero, nobile famiglia locale a trasformarla in villa. Testimonianza di ciò sarebbero i pavimenti del primo e secondo piano, il soffitto con grosse travature della sala Levante nel piano terra, le finestre gotiche del piano terra e del primo piano.
I Camposampiero erano una famiglia nemica di Ezzelino e poco amica dei Carraresi. Fu l’erede Flaminia che nel 1697, vedendo sempre più compromesso l’avvenire della famiglia, decise di ritirarsi in convento nel Monastero di San Pietro a Padova e di vendere i suoi beni di Tramonte al nobile Francesco Rosa per 2000 ducati.
La famiglia Rosa esercitava il commercio, era molto ricca e possedeva fondi e rendite e divennero nobili usando come stemma una rosa rossa senza ramo in campo d’oro. Francesco Rosa ampliò è restaurò l’edificio, ricostruì mura e fondamenta senza badare a spese. Silvestro Rosa, fratello di Francesco, conseguì nel 1690 il titolo di nobiltà e nel 1722 il titolo comitale da Massimiliano Emanuele Duca di Baviera ed Elettore del S.R.I.
Ad ogni nobile spetta uno stemma e i Rosa scelsero allora una rosa rossa senza ramo in campo d’oro. Pian piano poi si abolirono dalla rosa le spine e il gambo.
Ma come si presenta la villa?
Il fronte dell’edificio appare al visitatore come un palazzetto con la cornice dentellata e un frontone che racchiude nel timpano lo stemma dei Rosa. Sopra il timpano sono collocate 5 statue di bellissima fattura raffiguranti : la Fede, Speranza, Carità, Abbondanza e Pace, si anima di una accesa vitalità che gli spinge a narrare la loro gioia,la loro sofferenza.
Notevole è l’architettura dei soffitti dell’ultimo piano, arricchiti da importanti cornici dorate. Particolare poi è l’alcova dove soggiornò Alessandro Manzoni, ospite della famiglia Rosa.


Immancabile la chiesetta-oratorio di famiglia alla quale si accede dalla via comune oppure da una piccola porticina che guarda il giardino essa è dedicata in onore dell’Assunta, infatti il quadro a olio sopra l’altare rappresenta Maria Assunta. Qui sono stati realizzati delicati dipinti con soggetti sacri frammisti a decorazioni fitomorfe: teste di cherubini e busti di santi si alternano con lo stemma di famiglia (una rosa rossa in campo d’oro), ripetuto varie volte e colorato con tinte vivaci.

La storica locale Teresa Barbieri accompagnerà i visitatori durante la visita alla Villa e all’antichissima Chiesa di San Giorgio a Tramonte.
Il gruppo di visita sarà di massimo 20 persone, è quindi necessaria la prenotazione presso la Biblioteca di Abano.