Tema d’importanza capitale per il futuro del bacino euganeo e l’intero paese, la manutenzione delle aree verdi presenti nei Comuni che fanno parte del Parco Regionale dei Colli Euganei si fa spazio nel dibattito tenutosi nell’auditorium del Museo di Galzignano Terme. Un progetto innovativo, che promette di accendere nei prossimi mesi l’interesse pubblico, visto anche il percorso intrapreso dall’Ente Parco e dalle varie amministrazioni, che mira a far diventare i Colli Euganei una “Riserva della Biosfera Mab” protetta dall’Unesco, procedimento che richiederà ancora tempo prima di essere attuato, ma che promette di far da garante per una svolta green solida e duratura nell’intero territorio.
Un dibattito che si fonda su quesiti che meritano delle risposte
Reso possibile grazie all’organizzazione promossa dal Dipartimento del Territorio e i Sistemi Agro-Forestali dell’Università di Padova in collaborazione con il Comune di Galzignano Terme e il Museo dei Colli Euganei, l’incontro è stato organizzato con l’intento di rispondere a due quesiti di grande importanza: “Quale sarà il futuro della manutenzione del verde nei comuni del Parco? Sarà possibile applicare degli approcci diversi rispetto a quelli usati finora?”
Argomentata da figure di assoluto calibro nel settore quali la Professoressa Lucia Bortolini, Giampaolo Barbariol per il Gruppo Giardino Storico, Marco Magnano dell’Associazione Pubblici Giardini, Wilma Sturaro e Stefano Contarin del Golf Club Padova e Armando Pizzoni Ardemani del Giardino Storico di Villa Barbarigo, oltre che dal Presidente del Parco Colli Antonio Scarabello e del sindaco Riccardo Masin, la risposta a tali domande non si è certo fatta attendere. «A prescindere che si tratti di aiuole comunali, di giardini storici o strutture sportive, lo sforzo che dobbiamo fare è quello di iniziare a vedere nel suo complesso il territorio comunale come un patrimonio diffuso, utile alla vita di tutti, che cerca di riprendere alberi e piante ornamentali autoctoni, rendendo così omogenea la visuale del territorio» spiega Giampaolo Barbariol dell’Università di Padova, il quale sottolinea l’importanza di avere, come fanno già altre strutture private, un territorio comunale allo stesso tempo curato e che riesca a fare a meno delle “potature selvagge”, ancora oggi molto diffuse, che rischiano di danneggiare gli alberi irreparabilmente.
“Un hub d’eccellenza e di ricerca dedicata all’ambiente”
La volontà sembra quindi fondarsi sull’intento di creare un equilibrio estetico tra l’ambiente incontaminato dei Colli Euganei e il verde cittadino, sensibilizzando in questo modo anche l’operato dei privati. Un’azione che dovrà tuttavia essere sostenuta anche dagli enti regionali e nazionali, in quanto risulta complesso per un piccolo comune (in questo caso come Galzignano, che conta poco più di 4000 abitanti) farsi carico della manutenzione del verde data l’immane quantità di lavoro; inoltre, è necessario ormai considerare il fattore culturale: per garantire un futuro migliore alle prossime generazioni in termini di ecosostenibilità, gli interventi effettuati dovranno avvalersi del consiglio di un equipe di esperti in ambito forestale. Un’occasione, spiega infine il sindaco Masin, per l’intero territorio Euganeo, il quale diverrà motore di crescita ed esempio di sostenibilità anche seguendo le orme del comune da lui guidato. Aderendo all’Agenda 2030 stilata dalle Nazioni Unite, a Galzignano Terme si stanno infatti già attuando delle strategie che consentono di trattare le aree verdi valorizzando la flora collinare ed evitando inutili sprechi d’acqua. Con questo primo incontro, i presenti si auspicano di poter replicare gli incontri divulgativi e di aver dato inizio a un processo di sensibilizzazione matura dei cittadini che popolano gli Euganei, data la volontà di far diventare l’area un hub d’eccellenza e di ricerca interamente dedicata all’ambiente.