Progetto portato avanti dalla Scuola Primaria Leonardo da Vinci di Galzignano, a partire da quest’anno tre Vie della cittadina termale verranno intitolate rispettivamente a tre Donne che si sono contraddistinte per le loro gesta.
Un’idea ben accolta dalla giunta comunale guidata dal sindaco Riccardo Masin, il quale ha dichiarato con orgoglio: «Dare un nome ad un luogo è un’operazione di alto senso civico. Inoltre, scegliere il nome di donne significa voler trasmettere l’idea che la vita sia qualcosa che ognuno di noi può costruire insieme alla comunità che lo circonda. È stato infatti emozionante vedere le bambine e i bambini raccontare le loro idee, con una spinta politica, che è costruzione della propria comunità».
Data la ritrovata spinta a favore dell’emancipazione femminile, nonostante siano ancora molti i campi in cui è necessaria una maggiore attenzione per scardinare gli stereotipi, la sinergia tra enti pubblici di Galzignano e l’Associazione Toponomastica Femminile ha prodotto una novità di grande significato simbolico per la cittadinanza.
Per poter ricordare anche le gesta delle donne che si sono contraddistinte in passato, in una società che premiava innanzitutto la figura maschile, sono stati scelti i nomi di Draga Bernicevich, esponente di spicco della cultura di Galzignano nonché moglie dell’amato ex-Sindaco Giuseppe Benacchio, della botanica Eva Mameli Calvino, prima donna a conseguire una laurea in tale disciplina e, infine, della celebre ambientalista Wangari Muta Maathai, prima donna africana a vincere il Premio Nobel per la Pace. Tre personalità diverse, appartenenti ad epoche e culture lontane tra loro, che, nonostante ciò, hanno dedicato la loro vita a migliorare le rispettive comunità.
Una scelta che è stata ampiamente condivisa dalla comunità grazie a una raccolta firme atta verificare la volontà della popolazione. Una presa di posizione netta, che ha premiato figure di rilevanza euganea, nazionale e mondiale con l’auspicio di far crescere ulteriormente la sensibilità sul ruolo della donna, anche alla luce della violenza che periodicamente si presenta nei casi di cronaca nazionale. Un auspicio che speriamo sia presto condiviso da un’ampia parte della società pubblica.