E’ stata inaugurata presso Villa Bassi di Abano Terme lo scorso 28 gennaio, ma prosegue fino all’11 giugno. Chi l’ha persa nei mesi scorsi può quindi approfittare di questa occasione per vedere la bellissima mostra di fotografie di Elliott Erwitt dal titolo “Vintage”. Erwitt è sicuramente uno dei fotografi contemporanei e viventi tra i più celebri e ammirati.
Elliott Erwitt, il cui vero nome è Elio Romano Erwitz è parigino di nascita (26 luglio 1928), ma naturalizzato statunitense. I suoi genitori erano ebrei di cittadinanza russa, vissuti in Italia fino al 1938 e poi rifugiatisi negli USA. Erwitt nei primi anni Cinquanta servì l’Esercito americano in Francia e in Germania come assistente fotografo. Fu assai influenzato dall’incontro di fotografi famosi come Edward Steichen, il notissimo Robert Capa (a cui la Villa Bassi ha dedicato recentemente una fortunatissima mostra) e Roy Stryker. Quest’ultimo, allora direttore del dipartimento di fotografia della Farm Security Administration, assunse Erwitt per lavorare su un progetto fotografico per la Standard Oil.
Dopo questo periodo iniziò la carriera di fotografo freelance, lavorando per riviste quali Collier’s, Look, Life e Holiday o aziende come Air France e KLM. Nel 1953 entrò a far parte della prestigiosa agenzia Magnum iniziando progetti fotografici in tutto il mondo.
Oltre agli amanti della fotografia in generale e agli appassionati del bello, persino i cinofili possono trovare nelle foto di Erwitt motivo di gioia perché uno dei temi che l’artista ha spesso immortalato nella sua carriera sono stati i cani, oggetto anche di quattro dei suoi libri: Son of Bitch (1974), Dog Dogs (1998), Woof (2005) e Elliott Erwitt’s Dogs (2008).
Questa una delle sue testimonianze circa gli amici a quattro zampe: “Abbaio ai cani. Ecco perchè il cagnolino, in una delle mie fotografie, è saltato. Una volta a Kyoto camminavo dietro ad una signora che portava a passeggio un cane dall’aspetto interessante. Solo per vedere cosa sarebbe successo, abbaiai. La signora tirò immediatamente un calcio al cane sconcertato: si vede che abbaiavamo allo stesso modo”.
Dal 1970 ha dedicato gran parte delle sue energie nel mondo del cinema: numerosi i suoi lungometraggi, spot televisivi, documentari e film.
Erwitt è specializzato in fotografia pubblicitaria e documentaria, noto per i suoi scatti in bianco e nero che ritraggono situazioni ironiche e assurde di tutti i giorni. Ha seguito le orme e lo stile di Henri Cartier-Bresson, maestro nel cogliere l’attimo decisivo. La sua ricerca mira, da un lato, all’ironia e al grottesco incastrati nelle scene del quotidiano e, dall’altro, ai contrasti sociali, alle discriminazioni razziali dilatati fino al paradosso, alla cattura dell’attimo. Ma i suoi scatti possono essere spesso anche spiritosi, intelligenti, ironici, umoristici, come nelle foto cosiddette “antromorfe” in cui compaiono uomini con la testa di cane o cani antropomorfi. Erwitt è alla ricerca costante dell’istante da catturare Elliott Erwitt è il fotografo della commedia umana. Nella mostra lo si ammira anche in scatti impegnati e di denuncia, dove mette a fuoco situazioni, oggetti, realtà che l’occhio comune non vede.
Alcune sue citazioni celebri per ironia e verità sono:
“Uno dei risultati più importanti che puoi raggiungere è far ridere la gente”
“La fotografia è il lavoro dell’anima”
“Il punto fondamentale è scattare la foto in modo che poi non ci sia bisogno di spiegarla con le parole”
“Quando uno si ritrova di colpo tra estranei che blaterano in una lingua che non capisci, devi usare gli occhi. E cosa vedi? Vedi esseri umani comici, tristi, felici: esseri umani più o meno come te.”
La mostra presenta 154 foto vintage raramente visibili al pubblico; scatti iconici che coprono circa sessant’anni di storia della fotografia. La mostra è curata da Marco Minuz. E’ aperta il lunedì e giovedì dalle 14.30 alla 19.00; il mercoledì dalle 9.00 alle 13.00 e il fine-settimana (venerdì, sabato e domenica) dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 19.00.