"All'ombra di Canaletto": agli Eremitani tra sogno e realtà

"All'ombra di Canaletto": agli Eremitani tra sogno e realtà

Per un pomeriggio patavino diverso, ma di ottima cultura è visitabile a Padova, presso i Musei Civici Eremitani la mostra “All’ombra di Canaletto”; inaugurata lo scorso 6 maggio si protrarrà fino al 17 settembre con aperture tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00. La mostra, a cura di Federica Spadotto, è organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

Il complesso museale dei MUSEI CIVICI di PADOVA è il più antico del Veneto, è ospitato nei chiostri dell’ex convento dei frati Eremitani. Comprende il Museo Archeologico e il Museo di Arte Medioevale e Moderna, oltre alla celeberrima Cappella degli Scrovegni.

Il Museo Archeologico raccoglie importanti collezioni di reperti archeologici di epoca paleoveneta, pre-romana e romana e ospita una sezione egizia che fu incrementata dalle scoperte archeologiche dell’esploratore padovano Giovan Battista Belzoni (1778-1823).
Mentre il Museo di Arte Medioevale e Moderna ha una ricca pinacoteca, con opere realizzate dal ‘300 all’800 dai grandi maestri della pittura italiana, compreso il noto il Crocifisso di Giotto, opera dell’inizio del ‘300, che prima si trovava sopra l’altare della Cappella degli Scrovegni.
Tra i tanti tesori anche alcuni dipinti del Veronese; di grande interesse anche la “Cena in casa di Simone” e “La Crocifissione” di Jacopo Tintoretto. Per il Settecento vanno ricordati “San Giuseppe col Bambino”, “Madonna”, “Cristo nell’orto degli ulivi” di Giambattista Tiepolo.
Il Museo Eremitani dispone anche di un Gabinetto Fotografico che raccoglie oltre 36.000 negativi, 2000 diapositive e molti positivi riguardanti la città oppure frutto di donazioni di fotografi padovani.

La mostra “All’ombra di Canaletto” consente di godere di opere che ricostruiscono uno spaccato meno noto della produzione artistica dedicata al paesaggio e al capriccio.
Nell’ambito delle arti per capriccio si intende un’opera (o una parte della stessa) che è interamente frutto dell’ispirazione, che non riproduce qualcosa di esistente in natura.
Grazie alla ricca collezione dei Musei Civici Eremitani e ad alcuni prestiti, il visitatore è accompagnato lungo il secolo d’oro, il Settecento, periodo complesso della storia della Repubblica di Venezia. Ricordiamo la caduta della Serenissima alla fine del secolo (1797).

L’allestimento permette al visitatore di apprezzare un genere pittorico di un nutrito gruppo di artisti come Marco Ricci, Francesco Zuccarelli, Giovan Battista Cimaroli, Giacomo Guardi, Luca Carlevarijs, artisti oggi poco conosciuti forse perché adombrati dal Canaletto, dal Tiepolo e dal più noto Francesco Guardi. Si parte dagli esordi del XVIII secolo per arrivare al crepuscolo della Repubblica, si passa in rassegna nascita e sviluppo dei generi più alla moda nella Venezia settecentesca. Interessanti in modo particolare i dipinti mai esposti prima d’ora, oltre a riunire un numero significativo di opere realizzate da artisti ancora poco noti al grande pubblico, come Giovan Battista Cimaroli e Giacomo Guardi, che immortalano la città di San Marco sospesa tra sogno e realtà.

Molte opere provengono dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, altre dal Museo Revoltella di Trieste, dal Museo Civico di Palazzo Chiericati di Vicenza, dalle collezioni dei musei Civici di Padova e da qualche collezione privata.

Colpiscono le bellissime vedute che i turisti del Settecento acquistavano durante il loro viaggio in Italia (il cosiddetto Grand Tour) come souvenir o cartolina della loro esperienza di visita. I dipinti dei vedutisti abbellivano anche le stanze della nobiltà veneziana, considerate luoghi intimi e personali dove intrattenersi con parenti e amici stretti. Anche la borghesia stessa mostrava queste opere, come segno di fiera appartenenza alla splendida città di Venezia. Paesaggi spesso reali; altre volte invece accompagnate da ruderi e rovine dell’antichità. Non si tratta solo di vedutismo, ma anche di ricostruire un paesaggio che ricostruisce un’epoca. Splendidi panorami sulla laguna ma anche sul cosiddetto entroterra veneziano, situato tra realtà e immaginazione.

La Mostra è aperta tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00.