Arrivati sul posto, non ci si stupisce affatto che il luogo sia stato presentato per una candidatura ufficiale come patrimonio UNESCO: splendidamente incontaminato, accoglie il visitatore con un luminoso sorriso, invitandolo ad avvicinarsi a riva per una passeggiata o una sfida a rimbalzello. Alcune piccole barche, nel mentre, solcano l’acqua placida, instillando un senso di serena tranquillità nello spettatore.
Il doppio specchio d’acqua d’origine glaciale lascia davvero senza fiato per il gioco di riverberi che regala, specie in una limpida giornata di sole: profondo al massimo una decina di metri, non solo è adatto alla balneazione, ma per la classificazione Arpav rispetta in maniera eccellente tutti i parametri fisici, microbiologici e visivi richiesti per meritarsi – anche per il 2021 – la prestigiosa bandiera blu. In cielo, invece, di tanto in tanto possono essere visti volare alcuni parapendii, in planata dalle Prealpi trevigiane.
L’intero Parco dei Laghi della Vallata, che comprende i due laghi e l’intera area di importanza comunitaria ad essi associata, ha molto da offrire anche in termini di biodiversità: per gli appassionati di birdwatching, è possibile incontrarvi il picchio verde, il martin pescatore, la cannaiola e la gallinella d’acqua, insieme a garzette, cormorani, aironi cinerini e folaghe. Raro da incontrare è invece il tarabuso, in grado di mimetizzarsi perfettamente fra i canneti e le giuncaie.
Da un altro punto di vista, ovvero quello della conservazione delle specie, è da segnalare (tra i numerosi esempi possibili) la presenza della rana di Lataste, classificata come “vulnerabile” dall’International Union for Conservation of Nature (IUCN). L’ecosistema lacustre, con le sue peculiarità, va considerato fragile e bisognoso di rispetto da parte di chi vi entra in contatto: non bisogna dimenticare, infatti, che l’equilibrio su cui si basa può essere largamente alterato dall’antropizzazione.
I paesi circonvicini, tuttavia, hanno un aspetto perfettamente integrato con l’ambiente, offrendo al tragitto in auto per raggiungere i laghi un sapore pittoresco e rassicurante.
Rinomato per la sua bellezza paesaggistica, il sito è inoltre noto per la sua importanza archeologica: lungo il corso del XIX secolo, infatti, a partire dal 1923 e più tardi negli anni ’80, sono stati effettuati degli scavi per abbassare il fondale del Canale delle Barche, collegamento artificiale fra i due bacini idrici. Durante i lavori di allargamento dello stretto, inaspettatamente, sono stati rinvenuti manufatti risalenti ad un periodo che va dal Neolitico all’inizio dell’Età del Bronzo (e anche oltre); nel 2019, il progetto reLacus si è proposto di avviare un’indagine su più larga scala, per preservare e valorizzare il patrimonio millenario della zona.
In conclusione, che siate ottimi camminatori o meno, che vogliate immergervi o restare a riva, questo locus amoenus non vi lascerà delusi: non vi resta che accertarvene di persona.
– Nei dintorni –
Attraverso una fitta rete di sentieri, più o meno intrecciati e diversi per caratteristiche di percorribilità, è possibile raggiungere molti altri luoghi d’interesse: tra quelli segnalati direttamente in loco, oltre alle aree archeologiche del Livelet e della Tajada, c’è la stupenda Via dei Murales del borgo di Fratta, meraviglioso esempio di arte popolare che mescola il moderno all’antico; oppure, ben più lontano e forse meritevole di una descrizione separata, sta il fiabesco Molinetto della Croda di Refrontolo, meta imperdibile nella valle del torrente Lierza.
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Immagini a cura dell’autrice.